Archivio mensile:Settembre 2013

ANIMALI FANTASTICI/ J.K. Rowling, il realismo di Harry Potter e la “condanna” di Conan Doyle

durham cathedralLa notizia fatta circolare nei giorni scorsi dalla Warner Bros per gli appassionati di cinema e letteratura fantastica era di quelle ghiotte: l’autrice di Harry Potter, l’inglese J.K.  Rowling ha deciso finalmente di accettare l’offerta che da tempo la Warner le proponeva: scrivere la sceneggiatura di un film  tratto da un suo volume, un libro di cui si parlava tra i ragazzi della saga di Hogwarts, e che negli scorsi anni in seguito è stato pubblicato davvero, per beneficenza, attribuendolo fittiziamente a Newt Scamandro, famoso magizoologo, ovvero esperto nella cura delle Creature Magiche. Il libro è appunto Fantastic Beasts and Where to Find Them, in italiano Gli animali fantastici: dove trovarli.

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HILAIRE BELLOC/ Il “lungo viaggio” del grande amico di Chesterton

Chesterton e BellocSessant’anni fa, nell’estate del 1953, si spegneva in Inghilterra Hilaire Belloc, uno dei più importanti intellettuali cattolici del Novecento. Fu il migliore amico di Gilbert Keith Chesterton, e contribuì in modo determinante alla sua conversione al Cattolicesimo. Purtroppo ancora non molto noto in Italia e poco tradotto, fu invece molto conosciuto e apprezzato in Inghilterra e Francia (era di padre francese e madre inglese); fu definito “la mente più versatile e brillante del cattolicesimo inglese”. Fu discepolo del Cardinal Newman, di cui ereditò la trasparenza dello spirito e la chiarezza della prosa.

Se la notorietà di Chesterton ha resistito agli anni, altrettanto purtroppo non si può dire del suo grande amico e sodale di tante battaglie Hilaire Belloc. Eppure non furono pochi i critici e anche i lettori che ritennero Belloc superiore a Chesterton per lo meno dal punto di vista stilistico. Anch’egli come l’amico Gilbert fu un eclettico, anche se la sua arte rimaneva ancorata alla solida e rigorosa preparazione che aveva ricevuto ad Oxford: fu giornalista, saggista, storico, apologeta cristiano ma anche politico, venendo eletto due volte al Parlamento di Londra.

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Omaggio a Tolkien. Quaranta anni dopo

Oggi ricorre il 40° anniversario della morte di Tolkien. Paolo Gulisano ha scritto per noi un pezzo “celebrativo”, ma non solo

Bournemouth, Inghilterra, una tranquilla località climatica affacciata sulla Manica. E’ lì che si spense, il 2 settembre 1973, quarant’anni fa, John Ronald Tolkien. Se ne andò in una giornata di fine estate, ancora piacevolmente calda. Bournemouth era un villaggio particolarmente caro a Edith, la donna della sua vita, che lo aveva lasciato due anni prima.

In quegli ultimi giorni di vita, trascorsi sulle rive del mare, mentre sentiva la vita sfuggirgli, certamente Tolkien ricordò con commozione profonda la conclusione di  Il Signore degli Anelli, la struggente partenza dei Portatori dell’Anello e degli Elfi di alto lignaggio che lasciavano per sempre la Terra di Mezzo Tolkien parla, in quelle pagine, di “tristezza benedetta e priva di ogni amarezza”. Tale era lo stato d’animo, appena mitigato dalla solenne serenità che infondeva Gandalf, che ora portava al dito il Terzo Anello, Narya il grande. Sulle rive del Mare finisce definitivamente la Compagnia dell’Anello, un’epopea che nessuno voleva vedere conclusa, ma che doveva conoscere — come dagli imperscrutabili disegni di Iluvatar — il suo epilogo. Frodo aveva baciato Merry e Pipino e per ultimo Sam al quale era consegnato il testimone della memoria, il dovere del ritorno, il compito di tramandare il ricordo degli avvenimenti, perché la gente ricordasse il Grande Pericolo e amasse ancora di più il proprio caro paese.

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TOLKIEN/ Un mito inesauribile che ci fa domandare come bambini

Tolkien libroQuarant’anni fa, il 2 settembre del 1973, si spegneva a Bournemouth, una località sulla Manica, in Inghilterra, John Ronald Tolkien, l’autore del Signore degli Anelli e dello Hobbit, opere che nel Novecento hanno rappresentato un caso letterario le cui dimensioni vanno oltre il valore dell’opera dello studioso inglese, e che testimoniano il suo significato di maestro, in una società che di buoni maestri ne ha un disperato bisogno.  A distanza di quarant’anni coloro che lo hanno letto e amato non possono fare a meno di ricordarlo. L’eredità di Tolkien è più che mai viva: nelle sue opere immortali, nelle versioni cinematografiche, nel mondo del fandom e delle nuove generazioni di lettori che lo incontrano, nelle nuove pubblicazioni, come l’intrigante Fall of Arthur.

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