Archivio mensile:Settembre 2014

DALLA SCOZIA UNA LEZIONE DI CIVILTA’

bandiera scozzeseIl referendum con cui il popolo scozzese ha scelto di rimanere nel Regno Unito di Gran Bretagna e Irlanda del Nord è stato un episodio di valore politico e culturale estremamente importante, Vale la pena soffermarsi su qualche riflessione, a beneficio del lettore italiano che negli ultimi giorni ha ricevuto una serie di informazioni molto spesso approssimative dal punto di vista storico. Per molti italiani, inoltre, la Scozia è ancora un paese esotico ed eccentrico dove gli uomini portano una gonna chiamata kilt e trangugiano whisky.

Cominciamo con il dire che dalla Scozia è arrivata una straordinaria lezione di civiltà: il referendum non riguardava questioni marginali o di lana caprina come spesso siamo abituati in Italia a dover decidere, ma era una domanda da far tremare i polsi e lacerare le coscienze: vuoi che questo paese torni ad essere indipendente, con tutti i rischi che questa scelta comporterà, o vuoi continuare a far parte dello Stato britannico, uno Stato in cui quasi tutti gli scozzesi, anche quelli che hanno votato no, si trovano a disagio? La domanda in apparenza era semplice, e se le conseguenze fossero state altrettanto semplici (ce ne andiamo, è stato bello finché è durato, arrivederci e grazie) oggi festeggeremmo una Scozia indipendente. Ma il mondo della politica è molto più complesso.

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RISULTATO REFERENDUM SCOZIA/ Un No che fa vincere banche e salotti buoni

bandiera scozzeseDiceva il grande scrittore americano John Steinbeck che “la causa della Scozia non è una causa persa. E’ una causa ancora non vinta”. Dalle urne è uscito questo esito, che vede il sogno di libertà di questa antica nazione europea ancora rimandato. Un sogno che verrà ancora coltivato, nonostante l’amarezza di aver visto prevalere la paura. A forza di minacce sulle possibili conseguenze dell’indipendenza il risultato è stato ottenuto. . .

Negli ultimi giorni l’impegno dei media britannici è stato massiccio, senza precedenti. Sembrava quasi che la Britannia fosse tornata indietro di secoli, alla minaccia di invasione dell’Invincibile Armada spagnola che avrebbe portato con sé nell’isola le tenebre del cattolicesimo, o ai giorni della Battaglia d’Inghilterra del 1940, con gli indipendentisti scozzesi al posto dei Messerschmitt e degli Stukas tedeschi. Un clima surreale, diverso dalla tranquilla allegria delle manifestazioni indipendentiste. Un clima di pressione psicologica che ha ottenuto l’obiettivo che si era prefisso. Ma se la assoluta determinazione inglese a mantenere sotto il proprio controllo quella che fu la prima conquista dell’Impero Britannico, un trofeo che non doveva sparire dal salotto buono, è stato sorprendente vedere l’impegno profuso in Italia dai sostenitori dell’unionismo britannico.

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Scozia, un Sì è per sempre

Scotland - yesÈ giunto il giorno fatidico, lungamente atteso da oltre trecento anni. Oggi il popolo della Scozia è chiamato a scegliere se continuare a restare parte del Regno Unito o tornare ad essere una nazione, come era stata per quasi un millennio, fino al 1707, l’anno in cui un parlamento scozzese corrotto e venduto agli inglesi votò l’Atto di Unione, la legge con la quale la Scozia cessava di essere una nazione libera ed indipendente. A partire dal 1 marzo di quell’anno, definito dai patrioti scozzesi annus horribilis, l’intera isola britannica ricadde sotto un unico governo, quello di Londra. Fu il momento più oscuro della storia della nazione, in cui essa stessa, per volontà della maggioranza dei propri rappresentanti politici e dell’aristocrazia, rinunciava alla propria libertà consegnandola agli inglesi in cambio di vantaggi economici – peraltro riservati ad una ristretta oligarchia.

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Se il Regno Unito si divide

A United Kingdom, British Flag on an Old Grunge Brick WallDomani si vota il referendum per l’indipendenza della Scozia. Il governo Cameron si è reso conto, all’ultimo, che i secessionisti possono vincere realmente. E allora si sta spendendo in un tour de force di retorica, a volte anche controproducente. Come quando ha paragonato il Regno Unito a una “famiglia” indivisibile, proprio nella patria del divorzio, la terra di Enrico VIII. Chesterton, a suo tempo, difendeva l’indipendentismo scozzese e delle altre patrie del Regno Unito. Ma per gli inglesi la perdita della Scozia, dopo tre secoli di unione, sarebbe uno shock culturale ed emotivo. Perché questa grande fetta di terra nordica, la più povera della Gran Bretagna, abitata da pochi milioni di scozzesi, è così importante per Londra?

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Fino all’abisso – Il mito moderno di Moby Dick

Fino_all'abisso 1Presentazione del libro “Fino all’Abisso – Il mito moderno di Moby Dick”

Martedì 16 settembre 2014 alle ore 21

Cinema Teatro San Giorgio
Parrocchia San Giorgio Martire
Via Repubblica, 22
21050 Bisuschio

L’ingresso è a offerta

 

Bustofolk 2014

BF 2014 - banner like and shareBustofolk tra cultura e divertimento

Forte del successo di 12 edizioni ritorna, ancora più emozionante e coinvolgente, il Festival Interceltico “Bustofolk”, organizzato dall’Accademia di Danze Irlandesi Gens d’Ys. Anche quest’anno, al Museo del Tessile di Busto Arsizio la manifestazione si svolgerà nel corso di due  week end consecutivi, (12/14 e 18/21).  Il primo week end sarà ispirato alla Bretagna ed il secondo sarà dedicato all’Irlanda, 7 giorni di eventi, atmosfere, cultura e divertimenti! Tanti suoni, tanti ritmi!  31 concerti, 22 gruppi musicali, più di 100 musicisti, si esibiranno sul palco!

Ecco tutti gli appuntamenti con Paolo Gulisano:

SABATO 13 SETTEMBRE
ore 19.30 “La Bretagna di Artù” – Dott. Paolo Gulisano – Dott.ssa Alessandra Tozzi

SABATO 20 SETTEMBRE
ore 19.30 “Celti e vichinghi: incontro o scontro?” – Dott. Paolo Gulisano – Dott.ssa Alessandra Tozzi

DOMENICA 21 SETTEMBRE
ore 17.00 “Scozia per sempre” – Dott. Paolo Gulisano

 

 

SCOZIA INDIPENDENTE?/ Le lacrime di Cameron nascondono l’arroganza di Londra

A United Kingdom, British Flag on an Old Grunge Brick WallPer mesi il referendum per l’indipendenza della Scozia è stato snobbato, al di sotto del Vallo di Adriano. L’Economist riteneva che si trattasse di una carnevalata: qualche nostalgico in kilt che sognava l’impossibile restaurazione della libertà perduta nel 1707. Ma quando negli ultimi giorni i sondaggi hanno rivelato che l’indipendenza potrebbe diventare realtà il 18 settembre, Londra ha avuto uno shock.

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Scozia: radici cattoliche e indipendenza

Scotland - yesLo scrittore Paolo Gulisano, appassionato conoscitore della nazione, analizza il referendum sull’indipendenza dal Regno Unito alla luce di vicende storiche e retaggi religiosi

Roma, 08 Settembre 2014 (Zenit.org) Federico Cenci

Si avvicina la data del 18 settembre, la quale potrebbe rappresentare un crocevia di portata storica per la Gran Bretagna. Quel giorno infatti la Scozia andrà al voto per un referendum, nel quale si chiede agli elettori di pronunciarsi in favore o contro l’indipendenza dal Regno Unito. Laddove prevalesse la volontà di rendere la Scozia indipendente, l’attuale regina Elisabetta diventerebbe l’ultima sovrana del Regno di Gran Bretagna, nato dall’unione della Scozia all’Inghilterra nel 1707. Unione consumatasi a seguito di violenze e vessazioni, comportando persino la rimozione coatta delle radici cattoliche della Scozia. Echi storici dalle acredini mai sopite risuonano dunque tra le valli scozzesi, e penetrano nei seggi elettorali. A dieci giorni dal voto, il polso della situazione prova a misurarlo uno dei maggiori conoscitori della Scozia in Italia, Paolo Gulisano, autore del libro Il cardo e la croce. La Scozia: una storia di fede e di libertà (ed. Il Cerchio, 1998).

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A TAVOLA CON HARRY POTTER

a tavola con Harry PotterA tavola con Harry Potter

in compagnia di Paolo Gulisano – Quattro chiacchiere sul mito semplice di Harry Potter

Il costo e’ di 30 euro, è gradita la conferma entro il 25 agosto ai seguenti numeri:
– Cascina 0372 027450
– Angela Ravelli 349 2862307
– Alessandra Maestrale Piccioni 349 1853954