Adeste Fideles

La musica è una componente fondamentale della vita, è una componente importante della Liturgia, è una componente della vita di tutti i giorni. I momenti importanti dell’esistenza hanno spesso una sorta di colonna sonora. Tra questi non può mancare il Santo Natale. Non per niente uno dei racconti natalizi più belli è intitolato il Canto di Natale. Un racconto – quello di Dickens- che è un canto. Il Natale da sempre ha una grande tradizione di canti sacri e popolari. Negli ultimi anni si sono fatte strada altre canzoni natalizie, magari un pò furbescamente commerciali, che non celebrano la Natività ma aspetti di colore come la neve, l’albero, il “clima” natalizio. La più famosa fu White Christmas, che venne resa celebre nell’interpretazione di Bing Crosby, e che resta a tutt’oggi il disco singolo più venduto nella storia della musica. 

Il mio canto di Natale preferito è Adeste Fideles. Un canto dalla notevole solennità musicale, quasi una marcia reale. E in effetti le parole del testo richiamano al Re degli Angeli che si è chiamati ad adorare.  “Vedremo celato sotto un corpo umano l’imperituro splendore dell’eterno Padre.” E’ il canto della manifestazione della Gloria di Dio in un bambino in fasce.  C’è un altro aspetto per cui questo canto mi è tanto caro: l’autore era John Francis Wade, un cattolico inglese del XVIII secolo, un esule cacciato dal suo Paese a motivo della sua Fede. Il brano, musica e parole, fu redatto nel 1743, a Douai in Francia,  dove esisteva una comunità di esiliati britannici. Sembra che Wade, che era un insegnante di musica,  si fosse peraltro ispirato ad un motivo tradizionale irlandese.  Un altro motivo che mi spinge ad amare questo canto è il fatto che fosse tanto caro ai Giacobiti, i cattolici di Inghilterra, Scozia e Irlanda che si battevano per la Restaurazione della dinastia degli Stuart. Una sorta di messaggio in codice che invitava a seguire il Rex Angelorum che in codice era il Rex Anglorum, cioè il vero sovrano di diritto delle Isole Britanniche, il Bonnie Prince Charlie. Insomma. Per chi mi conosce e conosce i miei interessi e le mie passioni, non è difficile capire perché la mia scelta cada su Adeste Fideles!

Paolo Gulisano

2 pensieri su “Adeste Fideles

  1. Eowin

    Quando lo sento piango. Adesso capisco perchè. Sento nella musica e nelle parole la sofferenza di chi l’ha scritto. Se fosse stato un uomo felice sentirei gioia, invece mi strugge il cuore. Grazie carissimo dottor Gulisano e buon Santo Natale a lei. Le auguro ancora una lunga lunga vita di ricerca di Dio nelle opere dei nostri fratelli cattolici.

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  2. Marcello

    Caro Paolo, vorrei dirti molto altro e a voce ma so quanto sia prezioso il tuo tempo in questi ultimi… tempi. Perciò ti dico che oltre alla tua efficace e puntuale informazione il tuo post mi ha aperto gli occhi su un aspetto banale riguardo al Natale: finiamo per celebrarne l’atmosfera e perciò possiamo illuderci di condividerlo con buddisti, induisti, musulmani e, perché no, anche gli atei! A sostegno di quello che hai scritto ti riporto le parole dell’indimenticato nostro amico Claudio che così motivava l’aver composto la sua bellissima pastorale In questa notte splendida: “da una cinquantina di anni non c’è una canzone vera sul Natale. Ci sono delle porcherie leziose e da cartoon, delle melodie da telefono digitale. In questa notte splendida (…) è finalmente una canzone che non parla di buoni sentimenti e di edulcorazioni riduttive, ma in cui c’è tutto il cuore che trepida perché il Salvatore nasce.”
    Un caro saluto.

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