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Malachia tra storia e misteri di Paolo Gulisano

Recensione a cura di Sara Valentino

Ho una predilezione per i saggi e quando ho iniziato la lettura di “Malachia” del dottor Paolo Gulisano, studioso della storia e della cultura delle Isole Britanniche, sono stata letteralmente rapita dalle sue parole.

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Chi è Petrus Romanus? Malachia e le sue profezie, tra storia e misteri

Cari amici di Duc in altum, ho letto di recente con grande interesse Malachia, tra storia e misteri (Àncora editrice, 144 pagine, 16 euro), libro nel quale Paolo Gulisano, medico-scrittore studioso del mondo celtico e ben noto ai lettori di questo blog, affronta la vita del santo irlandese Malachia di Armagh, figura di spicco del cristianesimo medievale, il cui nome rimanda subito alle profezie (Prophetia Sancti Malachiae Archiepiscopi, de Summis Pontificibus) riguardanti i pontificati a partire da Celestino II, eletto nel 1143, fino a Gloria olivae, identificato con Benedetto XVI. Dopo di che abbiamo Petrus romanus, “che farà pascolare le sue pecore fra molte tribolazioni”, e infine “la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo”. Ricordando che sull’argomento è anche disponibile l’opera di Alfredo Maria Barbagallo La Profezia di San Malachia sui Papi, sottolineiamo che il merito del libro di Gulisano è non solo di illustrare origini e presupposti della profezia introducendo una nuova ipotesi lasciata trapelare da Benedetto XVI, ma anche di aprire uno squarcio istruttivo sul cristianesimo medievale e sull’opera di un santo vescovo che dedicò tutta la vita alla difesa e alla diffusione della vera fede.  

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Letture, San Malachia tra storia e mistero

In modo godibile, grazie ad una scrittura scorrevole e brillante, che poi è la sua cifra, Gulisano rievoca la storia di san Malachia, ricca di eventi e di misteri.

“Durante l’ultima persecuzione di Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano che pascera’ il gregge in mezzo a molte tribolazioni”. Così tragicamente si concludono le profezie sui papi universalmente note come le profezie di Malachia, poiché attribuite al santo irlandese.

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A scuola aboliamo l’ora di religione

Il libro “Malachia tra storia e misteri” di Paolo Gulisano, è un libro dannatamente interessante, oserei dire irrinunciabile per chiunque si stia interrogando sul destino della Chiesa Cattolica. E chi si interroga sui destini della Chiesa Cattolica si sta interrogando sui destini dell’Umanità, perché per quanto gli incantevoli sforzi della nuova Chiesa 2.0 di rendersi ogni giorno più irrilevante, più fusa con ONU e Unione Europea a occuparsi di sovranismo e migranti, la Chiesa cattolica è ancora in grado di influenzare i destini dell’umanità.

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La profezia di San Malachia: siamo davvero al capolinea della Chiesa?

Poter conoscere il futuro è, da sempre, una delle tentazioni predilette dell’umanità. Dalle sibille di pagana memoria fino ad arrivare ai carnascialeschi “santoni” della modernità liquida, tutta la storia è attraversata dall’ansiosa rincorsa di vaticini e premonizioni. Persino oggi, in un mondo post-religioso, continuano ad avere cittadinanza – e spesso grande pubblicità – le più improbabili profezie alla Nostradamus, per non parlare poi delle visioni apocalittiche che, dal famoso 2012 in salsa maya, anno dopo anno si ripresentano a cadenza regolare.

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MALACHIA tra storia e misteri

Papa Francesco è l’ultimo Papa? Le profezie di Malachia sono attendibili? Questa biografia ci rivela il vero Malachia, splendida figura della Chiesa medievale, e tra storia e misteri ci proietta nel futuro prossimo venturo.

Sul finire del ‘500, apparve un libro, pubblicato a Venezia a cura di un monaco benedettino originario delle Fiandre, Arnold de Wyon, dal titolo Lignum vitae, ornamentum et decus Ecclesiae, una monumentale storia dell’Ordine di san Benedetto. Nel primo volume Arnold presentava ai lettori uno scritto, per secoli inedito e sconosciuto, attribuito a un santo monaco e vescovo irlandese del XII secolo, Malachia di Armagh, amico di san Bernardo di Chiaravalle (che ne fu il primo biografo) e che deve la sua celebrità soprattutto alle profezie sui papi che gli vengono attribuite. Si tratta di una serie di 111 brevi descrizioni di altrettanti pontefici, da Celestino II – eletto nel 1143 – fino a Pietro II, l’ultimo papa. Il testo si conclude con un’ulteriore e ultima profezia: «Durante l’ultima persecuzione di Santa Romana Chiesa siederà Pietro Romano che pascerà l gregge in mezzo a molte tribolazioni; quando queste saranno passate, la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo. Fine».

Scorrendo l’elenco dei papi descritti da Malachia, ci si accorge che i 111 da lui descritti sono trascorsi: Benedetto XVI corrisponde all’ultimo, contrassegnato come De gloria olivae. La gloria dell’ulivo, che richiama un simbolo benedettino. Siamo dunque arrivati a «Petrus Romanus»? È papa Francesco, il vescovo arrivato dalla «fine del mondo», l’ultimo vicario di Cristo? E ora cosa succederà? La fine del mondo e dei tempi, o la fine della Chiesa? Il tutto, naturalmente, se si prendono in considerazione le profezie di Malachia come attendibili. Si è molto discusso dell’autenticità del testo, e molti sono i misteri che lo circondano. Fu davvero scritto da Malachia di Armagh? E quando? Possono essere più di un clamoroso falso del 1595? A queste domande Paolo Gulisano prova a rispondere ripercorrendo la vita e le opere del santo irlandese, splendida figura della Chiesa medievale.