Archivi categoria: Natale

E ci inginocchiammo di fronte al Re dei Re

Il Drabble, che viene usato prevalentemente nella narrativa fantastica,  è una piccola opera narrativa della lunghezza di cento parole,  la cui peculiarità risiede proprio nella brevità, entro la quale l’autore deve esprimere compiutamente una storia. Con il titolo …e allora si svegliarono le statuine del presepio, la casa editrice Vita ha pubblicato i Drabble a tema natalizio di 16 autori, ciascuno dei quali ha dato voce a figure della Natività. Per gentile concessione dell’editore, pubblichiamo “I Re Magi”, scritto da Paolo Gulisano.

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Non c’è notte che non veda il giorno

«Sai perché hai paura? Perché non sai quando tutto questo finirà. È questo che lacera il cuore. Non sapere se e quando finirà».
Il ragazzo fissò il vecchio. Pensò che aveva perfettamente colto nel segno. Ma voleva in qualche modo provocarlo ancora
«E voi sapete se e quando finirà?»
«Non c’è notte che non veda il giorno»
«Quindi dopo la notte tornerà il giorno?»
Il vecchio gli posò una mano sulla spalla. «Certamente. Questa è la nostra certezza: la certezza del Natale. Dio ha già vinto. Per questo non possiamo non essere felici. L’Oscuro Signore gode della tristezza degli uomini, del loro dolore, della loro infelicità. Lui odia il Natale, perché gli ricorda la sua eterna sconfitta».

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San Beda il Venerabile

Meditazioni per il tempo di Natale

San Beda il Venerabile (ca 673-735)
monaco, dottore della Chiesa
Omelie per la Vigilia di Natale, 5; CCL 122, 32-36

“Tu lo chiamerai Gesù: egli infatti salverà il suo popolo”

Dice il profeta Isaia “Ecco: la vergine concepirà e partorirà un figlio, che chiamerà Emmanuele”, nome che si traduce: Dio con noi (7,14). Il nome di Salvatore “Dio-con-noi”, dato dal profeta, significa le due nature della sua unica persona. Infatti colui che è Dio, nato dal Padre prima di tutti i secoli, è lui stesso che è Emmanuele alla fine dei tempi, cioè Dio con noi. E’ ‘diventato’ nel seno di sua madre, perché si è degnato di accettare la fragilità della nostra natura nell’unità della sua persona, quando “il Verbo si è fatto carne e venne ad abitare in mezzo a noi” (Gv 1,14). Cioè ha cominciato ad essere in modo ammirabile ciò che noi siamo, senza smettere di essere ciò che era, assumendo la nostra natura, in modo da non perdere ciò che era in se stesso. (…)
“Maria diede alla luce il suo figlio primogenito (…) e gli fu messo nome Gesù” (Lc 2,7.21). Quindi, il nome di Gesù è quello del figlio nato dalla Vergine, e significa secondo la spiegazione dell’angelo che salverà il suo popolo dai peccati. (…) E’ pure sempre lui evidentemente che salverà la distruzione dell’anima e del corpo, conseguenze del peccato.
Quanto al nome di Cristo, è il titolo di una dignità sacerdotale e regale. Poiché i sacerdoti e i re, sotto l’antica Legge, erano chiamati cristi a causa dell’unzione col crisma. Questa unzione di olio santo prefigurava colui che venendo nel mondo come vero re e sacerdote “è stato consacrato con olio di letizia, a preferenza dei suoi eguali” (Sal 45,8). A causa di questa unzione o ‘crismazione’, Cristo in persona e coloro che partecipano della stessa unzione, cioè della grazia spirituale, sono chiamati ‘cristiani’. Per il fatto che egli è Salvatore, Cristo può salvarci dai peccati; per il fatto che è sacerdote, può riconciliarci con Dio Padre; per il fatto che è re, si degni di darci il Regno eterno del Padre.

Buon Natale!

ll Figlio di Dio, nella pienezza dei tempi che il disegno divino, profondo e imperscrutabile, aveva prefisso, ha assunto la natura del genere umano per riconciliarla al suo Creatore, affinché il diavolo, autore della morte, fosse sconfitto, mediante la morte con cui prima aveva vinto.
In questo duello, combattuto per noi, principio supremo fu la giustizia nella più alta espressione. Il Signore onnipotente, infatti, non nella maestà che gli appartiene, ma nella umiltà nostra ha lottato contro il crudele nemico. Egli ha opposto al nemico la nostra stessa condizione, la nostra stessa natura, che in lui era bensì partecipe della nostra mortalità, ma esente da qualsiasi peccato. (San Leone Magno) 

Buon Natale!

Paolo

Adeste Fideles

La musica è una componente fondamentale della vita, è una componente importante della Liturgia, è una componente della vita di tutti i giorni. I momenti importanti dell’esistenza hanno spesso una sorta di colonna sonora. Tra questi non può mancare il Santo Natale. Non per niente uno dei racconti natalizi più belli è intitolato il Canto di Natale. Un racconto – quello di Dickens- che è un canto. Il Natale da sempre ha una grande tradizione di canti sacri e popolari. Negli ultimi anni si sono fatte strada altre canzoni natalizie, magari un pò furbescamente commerciali, che non celebrano la Natività ma aspetti di colore come la neve, l’albero, il “clima” natalizio. La più famosa fu White Christmas, che venne resa celebre nell’interpretazione di Bing Crosby, e che resta a tutt’oggi il disco singolo più venduto nella storia della musica. 

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LETTURE/ Il Natale di Luca e la macchina del tempo

“Davide! Stacca dagli occhi da quello smartphone e vieni a tavola: è la terza volta che dico che la cena è pronta!”
“Arrivo mamma” sbuffò Davide. “Sai poi che cena…” bofonchiò pensando al surgelato e allo yogurt che lo aspettavano.
Appena si fu seduto, il fratello minore, Luca, gli chiese: “Davide…tu hai mai sentito parlare della macchina del tempo?”
“Cos’è, un nuovo videogioco?”
“No, è una macchina per viaggiare proprio nel tempo. Ce ne ha parlato stamani l’insegnante di inglese”
Il padre si rivolse a Davide con tono rassicurante: “È un’invenzione letteraria. Se ne parla in un romanzo…”

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IL CASO/ Babbo Natale contro Gesù Bambino? Chesterton non era d’accordo…

Santa is placing gift boxes under Christmas tree“E’ Natale, è Natale, è la festa dei bambini, è un emporio generale di trastulli e zuccherini…” così il grande Giovannino Guareschi in un suo racconto di vita familiare prendeva in giro, tanti anni fa, un certo modo di presentare il Natale. Queste parole erano parte di una poesia che la figlia, la celebre Pasionaria, si rifiutava di imparare a memoria. Un Natale mieloso e melenso, da buoni sentimenti, da “siamo tutti più buoni”. Il passionario parroco di Villasanta, alle porte di Monza, la notte di Natale non era tanto propenso a questo tipo di buonismo, e un po’ ruvidamente si è scagliato nientemeno che contro Babbo Natale, definendolo un simbolo del consumismo, un’invenzione della pubblicità, e addirittura definendolo “un ciccione ubriaco”. Si è guadagnato il suo momento di celebrità sui social network, dove si è scatenato il solito dibattito manicheo pro o contro. L’episodio tuttavia si presta a qualche pacata riflessione e a una bella citazione.

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