Archivi categoria: Papa

Joseph Ratzinger: è lui “l’ultimo” di Malachia?

La morte di papa Benedetto XVI segna un evento epocale. Nel libro intervista Ultime conversazioni, pubblicato nel 2016, tre anni dopo la rinuncia al pontificato, il giornalista e scrittore tedesco Peter Seewald, pose al papa emerito questa domanda: “Lei conosce la profezia di Malachia, che nel medioevo compilò una lista di futuri pontefici prevedendo anche la fine del mondo, o almeno la fine della Chiesa. Secondo tale lista il papato terminerebbe con il suo pontificato.

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Nel malato, il Suo volto. Quel che abbiamo scordato oggi

La Giornata Mondiale del malato: quanti ammalati di Covid hanno vissuto la malattia in solitudine? Tante piccole tragedie quotidiane nello scenario del grande reset sanitario dove si è persa la centralità del malato e dove l’enfasi è stata posta sulla malattia. Un calvario reso più dolente dalla lontananza della Chiesa dai luoghi di cura. Per rendere più umana l’assistenza sanitaria invece bisogna rifarsi a una visione trascendente dell’uomo.

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Un’intervista del papa

Cari amici di Duc in altum, Paolo Gulisano, medico e scrittore, mi ha inviato questo articolo che vi propongo. A.M.V.

Siamo arrivati al terzo mese di epidemia da Covid-19, anzi di pandemia, come ha formalmente dichiarato l’Organizzazione mondiale della sanità. E forse proprio in virtù di questa dichiarazione negli ultimi giorni il vescovo di Roma ha dedicato maggiore attenzione all’emergenza.

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«È un libro che fa venire voglia di farsi prete»

IL TRADUTTORE DI SARAH E BENEDETTO XVI

Il libro scritto a quattro mani dal cardinale Robert Sarah e Benedetto XVI «canta ed esalta la bellezza del Sacerdozio». Le polemiche sono frutto di «falsificazioni che hanno avuto il risultato di oscurare la bellezza, verità e bontà» che promana dalle pagine di questo libro. Parla il traduttore di Dal profondo del nostro cuore, Davide Riserbato, docente di Teologia all’Università Cattolica di Milano.

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ENTUSIASMI INTERESSATI E AUTENTICA CONVERSIONE

di Lucia Bellaspiga

Quella sorpresa di chi non comprende che i suoi inviti sono rivolti a noi

Ulteriormente rilanciati dai primi gesti di Francesco, che hanno confermato il cambio di passo. Per i critici, questi passaggi restano comunque inadeguati. E, forse anche per questo, è immediatamente scattato il dibattito deciso di richiamarsi per raccogliere l’appello lanciato da Benedetto XVI nel momento in cui  ha deciso di lasciare il Soglio – è sempre e fondamentalmente un ritorno alle origini. Un movimento molto diverso da quello che si intende un tratto superficiale, presentazione del sé, capacità di “mettere in della realtà in modo da che è essenziale. Inteso ei dibattiti e sui giornali, dai divani frivoli dei talk show o sulle poltrone di opinionisti competenti: ovunque, dalla fumata bianca che mercoledì sera ci ha donato questo splendido Papa, è tutto un fiorire di elogi, corali, univoci, trasversali.

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PILLOLE DI PAPA

Piccola antologia del pensiero di Jorge Mario Bergoglio

ABORTO
L’aborto non è mai una soluzione. Dobbiamo ascoltare, accompagnare e comprendere per salvare entrambe le vite: rispettare l’essere umano più piccolo e indifeso, adottare misure che possano preservare la sua vita, permettere la sua nascita e poi essere creativi nella ricerca di vie che lo portino al suo pieno sviluppo (16 settembre 2012).

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DA UN PAESE LONTANISSIMO

Jorge Mario BergoglioL’elezione di Papa Francesco è un avvenimento di una portata storica ancora non del tutto comprensibile. La sorpresa, nella straordinaria sera di Roma, è stata grande, ma sorprese ancora maggiori verranno nel corso di un pontificato che sarà tutto fuorché “di transizione”, nonostante l’età avanzata del papa.  Sono molte le considerazioni che si possono cominciare a fare, anche solo come spunti per un ulteriore approfondimento. Innanzitutto, il nome: Francesco, come il Poverello d’Assisi, colui al quale Cristo chiese di riparare la sua Chiesa. Questo è il primo compito del nuovo vescovo di Roma e Vicario di Cristo ( che tale è proprio in quanto guida della Chiesa di Roma, nessuna “diminutio” nel suo sottolineare il suo ruolo di vescovo dell’Urbe), chiamato – come il suo predecessore Giovanni Paolo II- da un paese lontano, anzi, lontanissimo, “quasi alla fine del mondo”.

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Papa Francisco

“Vi annuncio una grande gioia: abbiamo il Papa!” questo il significato delle solenni parole latine che annunciano un nuovo pontefice. Ed ecco Papa Francesco, il nome del Poverello di Assisi, il nome del gesuita Francesco Saverio, il patrono delle missioni. Che Dio aiuti Papa Francesco, a riformare e a rinvigorire la missione, sulle orme di Cristo, “miserando atque eligendo”.

Credo che il Signore com’è nel suo stile voglia insegnarci con l’umiltà e la mansuetudine .. in fondo è la logica del crocifisso e del presepe che vincono ogni ‘strategia umana’

Non praevalebunt

Fotolia_6130371_XS« Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. Ed io ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del Regno dei Cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli. »   (Matteo 16,17-19)

Torniamo a parlare della Chiesa, in questo giorno fatidico in cui ha inizio la Sede Vacante. Parliamone a partire dal Vangelo sopracitato, e non più dalla letteratura. Tale infatti è quanto proviene dalle “profezie di Malachia”, che avevo usato unicamente come spunto di riflessione, (senza prestarvi alcuna fede, si tranquillizzi qualche lettore) di fronte all’abbandono del soglio di Pietro da parte di Benedetto XVI, che apre scenari preoccupanti.

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CONSUMATUM EST

Dove state andando, Padrone?”, gridò Sam, benché avesse finalmente capito quel che stava succedendo”
“Ai Rifugi, Sam”
“E io non posso venire”
“No, Sam. Non ancora (…). Forse verrà la tua ora. Non essere troppo triste (…)
“Ma”, disse Sam, e le lacrime incominciarono a sgorgagli dagli occhi, “credevo che anche voi voleste godervi la Contea, per anni e anni, dopo tutto quello che avete fatto”
“Anch’io lo credevo, un tempo. Ma sono stato ferito troppo profondamente, Sam. Ho tentato di salvare la Contea, ed è stata salvata, ma non per merito mio. Accade sovente così, Sam, quando le cose sono in pericolo: qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle. Ma tu sei il mio erede: tutto ciò che ebbi e che avrei potuto avere io, lo lascio a te (…) Coraggio, ora cavalca con me”

J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani