Commento al Vangelo secondo Giovanni

EccoLAgnelloDiDio

“Si dice che Aslan stia per arrivare.

Forse è già sbarcato sulla nostra spiaggia.”

Fu allora che accadde una cosa veramente strana.

I quattro ragazzi non avevano la minima idea

di chi fosse questo Aslan che doveva arrivare

e forse era già arrivato, eppure,

sentendone pronunciare il nome,

furono presi da una strana sensazione,

qualcosa di simile può succedere nei sogni

e forse sarà capitato anche a voi.

Qualcuno (nel sogno) dice qualcosa che non si capisce bene

o non si capisce affatto,

ma che sembra pieno di significato:

poi il sogno si trasforma in un incubo terribile

o in un’avventura meravigliosa,

troppo bella per essere spiegata a parole;

qualcosa di indimenticabile.

E in effetti non si dimentica più

e lascia per sempre il desiderio che il sogno si ripeta e torni.

“Le cronache di Narnia – Il leone, la strega e l’armadio”

 

Gv 1, 29-34

In quel tempo, Giovanni vedendo Gesù venire verso di lui disse: «Ecco l’agnello di Dio, ecco colui che toglie il peccato del mondo!

Ecco colui del quale io dissi: Dopo di me viene un uomo che mi è passato avanti, perché era prima di me. Io non lo conoscevo, ma sono venuto a battezzare con acqua perché egli fosse fatto conoscere a Israele».

Giovanni rese testimonianza dicendo: «Ho visto lo Spirito scendere come una colomba dal cielo e posarsi su di lui. Io non lo conoscevo, ma chi mi ha inviato a battezzare con acqua mi aveva detto: L’uomo sul quale vedrai scendere e rimanere lo Spirito è colui che battezza in Spirito Santo. E io ho visto e ho reso testimonianza che questi è il Figlio di Dio».

Il commento

Inizia un anno, e, al di là di propositi e speranze, ci ritroviamo, probabilmente, esattamente come ci siamo lasciati la notte di San Silvestro. Qualche banchetto, le feste in famiglia, e oggi, eccoci qua, gli stessi peccatori di sempre. Le promesse fatte a noi stessi, la nuova vita che ci siamo augurati solo qualche ora fa, son bastati pochi, piccoli inconvenienti, e tutto all’aria. Altri di noi forse non si sono neanche posti il problema. Le difficoltà, le sofferenze, le angosce non hanno fatto vacanza neanche in questi giorni. Siamo ancora noi, sulla soglia di questo nuovo anno carichi della stessa zavorra, quella che avremmo voluto buttar giù dalla finestra e non abbiamo potuto. Tutte le religioni caricano questi giorni di significati, cercando di accendere speranze in un futuro migliore. Oroscopi e templi, totem di sogni che s’annidano anche nei nostri cuori. Ed il lavoro che incombe dopo giorni di pausa, la routine che ci ricorda lo scorrere implacabile del tempo, mentre, sottile, s’insinua la malinconia. Accidia, secondo la tradizione della Chiesa. Per questo oggi la Parola del Vangelo ci viene incontro come una Buona Notizia: “Ecco l’Agnello di Dio!”. Il Signore è nato perché abbiamo bisogno di un Agnello capace di togliere “il” peccato del mondo, la superbia che ci avvelena il cuore. Si schiude dinanzi a noi un nuovo anno, e Gesù ci viene incontro. Giovanni, la Chiesa, ce lo indica. E’ Lui l’unica nostra salvezza. Le parole che abbiamo ascoltato in questi giorni, le liturgie, le feste, gli stessi nostri sogni, altro non sono stati che l’acqua del battesimo di Giovanni. Gli angeli sulla capanna di Betlemme ci indicavano un Bambino, un agnellino, piccolo, indifeso, povero. Dio che s’è fatto carne, nella stessa mia, la tua, perché lo Spirito Santo si abituasse a rimanere in essa, assoggettata alla paura della morte che genera la schiavitù ai peccati, sempre gli stessi. La paura che ci lega ai compromessi, agli umori di chi ci è intorno. La paura non è dei figli ma degli schiavi. Ed il Figlio s’è fatto carne perché, attraverso di Lui, lo Spirito Santo potesse dimorare in noi. Lo Spirito che grida dentro ciascuno “Abbà! Papà!”, che scaccia la paura perché il Signore ha vinto la morte con la stessa nostra carne. Ecco l’Agnello di cui abbiamo bisogno oggi.

Ecco chi, solo, può togliere dal nostro cuore la radice velenosa iniettataci dal demonio. Ecco l’agnello che ci fa agnellini. A casa, al lavoro, a scuola, ovunque. Un anno da agnellini allora, ecco quello che ci aspetta. Sicuramente rifiutati, non compresi, ritenuti pazzi e visionari, inermi di fronte a tanto male. Inutile ingannarci, il mondo ha odiato il Signore, non potrà amare noi, suoi fratelli. Le sue orme, anche quest’anno, portano a Gerusalemme, al Mistero Pasquale, all’Agnello immolato. Alla perfetta letizia di chi, con Lui, entra ogni giorno in ogni evento e scopre di non morire. Anzi. Con Lui, agnello senza macchia, possiamo discendere in ogni macchia di morte, e vincere, per virtù del suo amore infinito. Perdonati nel sangue dell’Agnello, la nostra vita non è più quella di ieri. Mai più nessun oggi sarà uguale ad alcun ieri. In ogni istante è Lui a caricarsi delle nostre debolezze, dei nostri peccati, e che ci precede in questo nuovo anno, lasciando per noi le sue orme di misericordia. Un anno di misericordia, un anno nuovo e meraviglioso. Con Lui nostro mite e dolcissimo Agnello.

Don Antonello Iapicca
JAPAN

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