Delirio dei ginecologi: “Fate sesso, ma in mascherina”

Dall’Ordine dei Medici del Veneto è venuto un appello: “Fatelo indossando la mascherina”. Tra i vari consigli dispensati anche in altre pubblicazioni si possono leggere indicazioni grottesche. Se questo è il livello della classe medica fidarsi diventa difficile. Ma soprattutto più il sesso viene privato della tenerezza e ridotto a pratica genitale più il desiderio cala (vedi i numeri).

In un tempo che viene considerato “tempo di guerra” ogni soldato deve fare il proprio dovere. La Patria – si diceva un tempo – si serve anche facendo la guardia ad un bidone di benzina. Oggi la causa della lotta al Covid deve prevedere un contributo da parte di tutti, e in particolare da ogni medico, qualunque sia la sua specialità. Non solo infettivologi, virologi, epidemiologi, ma anche altri specialisti, non ultimi i ginecologi. Ed ecco che negli ultimi giorni da ginecologi e anche da parte di un Ordine dei Medici del Veneto è venuto un appello che è stato riportato dai giornali suscitando in molti lettori una certa ilarità. Ma non c’è niente da ridere: i professionisti che hanno lanciato l’allarme non scherzano: “Fate sesso indossando la mascherina”, così hanno detto. La mascherina, si sa, è diventato un must, un oggetto totemico, il simbolo della paura epidemica. La volevamo tenere lontano dal talamo? Assolutamente no.

Questa presa di posizione fa seguito ad una serie di recenti pubblicazioni in campo medico. Se è vero che bisogna avere paura, anzi terrore, del virus, ci sono altre preoccupazioni da tenere presente. E’ stato lanciato così un allarme: gi italiani in quarantena hanno fatto meno sesso. Questo il dato emerso da una recente ricerca che ha coinvolto un campione di persone di età compresa tra i 16 e i 55 anni, con l’obiettivo di misurare l’impatto della quarantena sulle abitudini sessuali delle persone.

L’83% degli intervistati, ha confessato un generale calo del desiderio e della pratica sessuale durante il periodo di lockdown. Tra le principali motivazioni espresse a giustificazione di questo decremento vi sono ansia e depressione, ma anche paura del contagio. Ecco dunque che – come si legge in una pubblicazione medica – “in questo momento storico, è fondamentale che chiunque adotti un approccio sessuale più consapevole riguardo alla prevenzione del contagio da Covid-19, e ancor di più, sull’importanza di difendersi dal virus HIV e delle altre malattie sessualmente trasmissibili”. Per questo, un gruppo di esperti medico-scientifici del reparto Malattie infettive dell’Ospedale Sacco di Milano, dove lavora il professor Galli, uno dei medici più esposti sui media in questo periodo, ha elaborato un codice di comportamento in merito all’attività sessuale in tempo di Covid.

Tra i vari consigli che vengono dispensati anche in altre pubblicazioni, si possono leggere indicazioni molto particolareggiate e a volte grottesche. C’è n’è per tutti, per eterosessuali, omosessuali, e persino per i poveri single privi di ogni tipo di partner. Chiediamo scusa ai lettori più sensibili, ma devono sapere che ci sono consigli igienico sanitari anche per chi pratica l’autoerotismo, una attività dove “si deve prestare attenzione a lavare le mani correttamente”.

Ma c’è un punto importante di questa igienizzazione dell’attività sessuale da sottolineare: l’uso della mascherina durante i rapporti intimi ha l’obiettivo di eliminare la perniciosa pratica dei baci. Questa “pratica”- si può leggere- “è la principale fonte di contagio perché comporta – come tutti sappiamo – la potenziale trasmissione del virus attraverso la saliva. Andrà evitato anche nel periodo post Covid”.

Già, perché dovremo continuare a vivere nell’incubo di un ritorno del virus, anche dopo essere stati vaccinati contro il Covid. La spada di Damocle di nuove “ondate” resterà ancora. E quindi? Quindi si impone il distanziamento affettivo.

Il Nuovo Ordine Sanitario non intende vietare il sesso: ci mancherebbe. Questi sono divieti da Chiesa Cattolica Preconciliare. Vuole impedire la tenerezza, di cui il bacio è una delle più belle espressioni. Vuole che si faccia sesso, non che si faccia l’amore. Niente espressioni di dolcezza e di affetto. Distanziamento affettivo, appunto. Solo un mero rapporto genitale, ovviamente corredato di preservativo. Preservativo e mascherina. Non c’è da stupirsi se poi cala l’interesse per i rapporti. Saranno contenti i neo malthusiani che vedranno ulteriormente crollare le nascite.

E non basta: qualora nascano ugualmente dei bambini, stanno entrando in commercio dei “baby shield”, degli scudi di plexiglas da cui sbucano dei guanti neri da saldatore per tenere in braccio i bambini, senza toccarli con le mani nude, senza baciarli. Un incubo distopico.

Insomma: nel mondo nuovo prossimo venturo dobbiamo dimenticarci i baci. Il bacio sarà un gesto eversivo. Eppure c’è un piccolo dettaglio che andrebbe ricordato agli impanicati prima che accettino il distanziamento affettivo e agli ipersalutisti del sesso blindato: che rischio c’è se questi rapporti avvengono all’interno di un rapporto esclusivo, unico, fedele? La risposta non è difficile.

Paolo Gulisano

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