Il santo del mese: S. Bernardo

20 Agosto
San Bernardo di Chiaravalle

San Bernardo è una delle figure più importanti della Chiesa.

Non era solo uno spirito eletto, sostenuto da una non comune prerogativa di grazia,e non solo risplendeva per la sua vita pia e santa, ma soprattutto irradiava ovunque nella Chiesa la luce della sua fede e della sua dottrina. Furono enormi i frutti che egli recò con la sua parola e il suo esempio. Si può dire di lui che fu l’ultimo dei Padri, anche se solo cronologicamente.

Fu- uomo davvero apostolico, anzi vero apostolo inviato da Dio, potente per l’opera e per la parola, che rafforzò il suo apostolato con i prodigi che lo accompagnavano.

La sua dottrina fu attinta quasi interamente dalle pagine della sacra Scrittura e dei santi padri, che giorno e notte aveva tra mano e meditava a fondo. Tuttavia non rifiutò mai l’umana filosofia, quella cioè che conduce alla vera sapienza e alla conoscenza di Dio.

Era nato in Borgogna, nei pressi di Digione, nel 1090. Era figlio di un nobile borgognone, un figlio cadetto che a lungo aveva sognato imprese guerresche, ma che era ben presto rimato conquistato da Cristo e dal Vangelo, ed era risoluto a fare di Lui il suo unico e vero Signore. A Citeaux cercò quello che cercava. L’Ordine Cistercense proponeva una vita povera ed austera, in una rigorosa fedeltà alla Regola benedettina, di cui si adottava l’invito a sostenersi con il lavoro delle proprie mani.

A Citeaux i monaci vestivano una veste bianca – che si differenziava così da quella nera dei Benedettini- e si distinguevano per l’estrema sobrietà del vivere e anche delle loro chiese. L’Ordine Cistercense si contraddistinse sempre per la semplicità quasi spoglia delle chiese: nei chiostri e negli edifici non vi erano pitture né sculture, né pavimenti o vetrate colorate, cioè nulla che potesse distrarre l’attenzione dei monaci; la chiesa non aveva campanile e nessuno era ammesso agli uffici divini, riservati solo ai monaci.

Un giovane assetato di assoluto come Bernardo comprese ben presto che Citeaux era la meta della sua ricerca. Prima ancora di fare il suo ingresso nella comunità coinvolse nel suo entusiasmo incendiato di ardore spirituale amici, conoscenti, parenti, e il giorno in cui bussò alla povera casa di Citeaux, erano con lui circa trenta compagni. Stefano Harding gli chiese cosa cercasse presso quel luogo. “La misericordia di Dio e la vostra” fu la risposta che gli diede il giovane cavaliere.

Fu l’inizio di una straordinaria avventura di fede. Dopo solo tre anni l’abate Stefano Harding decise di inviarlo a fondare una nuova casa dell’ordine. Il luogo era una vallata incolta, selvaggia, chiamata la Valle dell’assenzio perché quella era l’unica pianta che vi crescesse. Bernardo vi giunge con dodici fratelli, ed inizia un lavoro immane per rendere il sito abitabile per costruire una chiesa e un monastero. I lavori di sistemazione sono estenuanti, le privazioni dei monaci inimmaginabili, ma alla fine la valle dell’assenzio diventerà una valle di luce: Clara Vallis.

Da Clairvaux egli influenzerà ben presto il mondo, e non solo in campo religioso. Dalla politica al romanzo cortese, dalla scuola di spiritualità ai canti gregoriani, dalla vita dei chierici all’architettura. Orienterà i progressi dell’arte, inspirerà una nuova poesia, una nuova musica. Ordinerà agli uomini di guardarsi l’un l’altro con un rispetto nuovo, fino allora sconosciuto. Indubbiamente egli costituisce un caso limite, unico nella storia della cristianità.

Il suo ideale di perfezione è semplice e chiaro: occorre piangere su se stessi, rallegrarsi in Dio, servire il prossimo. Essere cioè graditi a Dio, prudenti verso se stessi, utili a chi si incontra.

Ai suoi monaci chiede tanta preghiera e tantissimo lavoro.

Ma non basta: a se stesso chiede anche un supplemento di fatica: uno studio profondissimo delle Scritture e delle opere dei Padri della Chiesa. Diventa ben presto il più grande teologo che la Chiesa abbia conosciuto da secoli. E immediatamente mette la sua conoscenza e la sua scienza di Dio al servizio degli altri mediante gli scritti e la predicazione.

Bernardo con lo studio e la contemplazione ha unicamente inteso di dirigere, stimolato dall’amore più che dalla sottigliezza delle opinioni umane, verso il Sommo Vero i raggi di verità da qualsiasi parte raccolti; da lui impetrando la luce alle menti, la fiamma della carità agli animi, le rette norme per la condotta morale. È questa la vera sapienza, che supera ogni umana realtà e tutto riconduce alla propria fonte, cioè a Dio, per convertire a lui gli uomini.

Il dottore mellifluo – così venne soprannominato perché la sua parola era come il miele, dolce e nutriente- non si fonda sull’acutezza del suo ingegno per procedere con piede di piombo fra gli incerti e malsicuri anfratti del ragionamento, non si fonda sugli artificiosi e ingegnosi sillogismi, di cui tanto abusavano spesso al suo tempo i dialettici, ma mira al vertice della verità. Infatti, quella carità che lo stimolava non conosce impedimenti e mette ali, per così dire, all’intelligenza.

Per lui, insomma, la dottrina non è ultima meta, ma è piuttosto via che conduce a Dio; non è cosa fredda, in cui vanamente indugi l’animo, come gingillandosi affascinato da dettagli evanescenti, ma è mosso, stimolato, governato dall’amore.

Perciò Bernardo, sostenuto da tale sapienza, meditando, contemplando e amando si eleva alle supreme vette della scienza mistica e si congiunge con Dio stesso, quasi fruendo già in questa vita mortale della beatitudine infinita.

Bernardo si spense nel 1153 dopo una vita trascorsa a combattere l’eresia e a testimoniare la Verità.

Paolo Gulisano

www.riscossacristiana.it

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