«Io ebrea, dico che Strage di Stato non è antisemita»

«Nel libro non c’è la minima presenza dell’antisemitismo. Chi lo ha scritto dovrebbe chiedere scusa agli autori diffamati». Il caso del libro Strage di Stato smontato dalla scrittrice ebrea Paola Fargion, che alla Bussola dice: «Soffro a vedere il mondo ebraico farsi strumentalizzare in modo vergognoso. Sulla pandemia sono evidenti gli interessi mondiali che indirizzano scelte politiche e comportamenti delle masse. Sono forse antisemita anche io?». 

La narrazione ufficiale sulla pandemia come ormai è sempre più chiaro ed evidente non ammette contraddittori, non ammette eccezioni, non ammette un pensiero diverso, non ammette nemmeno l’evidenza di fatti reali, come ad esempio i dati sulla curabilità del Covid con terapie domiciliari, o i dati degli eventi avversi dei vaccini, o ricostruzioni (con tanto di prove) dei fatti accaduti dal marzo 2020 in poi. Quando emerge una verità diversa da quella imposta dal regime, scatta la censura, oppure partono anche campagne diffamatorie, come quella scatenata nei giorni scorsi contro il libro Strage di Stato, di Pasquale Bacco, medico legale, e Angelo Giorgianni, giudice di Corte d’Appello, con la prefazione del magistrato Nicola Gratteri.

Il libro, che ricostruisce le vicende della pandemia in Italia dal suo apparire, è stato attaccato violentemente, e etichettato come “negazionista”, a cui si è aggiunta in seguito un’altra accusa, ancora più pesante e infamante: antisemita. Un’accusa in grado di distruggere la reputazione di una persona. Ma che c’entra l’antisemitismo con l’epidemia da Covid-19? E’ quello che si domandata Paola Fargion, ebrea italiana, cittadina dello Stato di Israele, scrittrice di narrativa ebraica ma soprattutto – come si definisce lei stessa – amante della verità.

Con la passione di chi vuole combattere un fenomeno disgustoso come l’antisemitismo, la Fargion si è procurata il libro incriminato. Quando è arrivata all’ultima pagina, si è resa lucidamente conto del mucchio di menzogne che sono state dette. Nel libro, infatti, non c’è una sola riga che riguardi gli ebrei o l’Ebraismo.

A questo punto la Fargion ha preso carta e penna e ha inviato una Lettera aperta ai media ebraici, che avevano rilanciato e amplificato la bufala del sedicente antisemitismo del libro, per chiedere ragione di queste menzogne.

Dottoressa Fargion, cosa l’ha spinta a qusta sua coraggiosa presa di posizione? 
Dato il grande clamore suscitato da questo saggio e dal fatto che un personaggio integerrimo come il Procuratore Nicola Gratteri avesse “osato” firmarne la prefazione, ho voluto acquistarlo per rendermi conto di tale “abominio antisemita”. Ma più proseguivo nella lettura (oltre 350 pagine fitte fitte) e meno trovavo, anzi… non trovavo proprio nulla di quanto urlato a La Zanzara da un giornalista ebreo (David Parenzo ndr.), un ebreo che afferma di odiare gli antisemiti, nonché sbandierato in pompa magna sulle pagine de ll Foglio, il Riformista, con intervista ad un esimio personaggio pubblico ebreo, il GiornaleLibero e altre testate… E in modo ligio, spero inavvertitamente, ribattuto da “Progetto Dreyfuss”, “Moked” e altri siti ebraici, con titoloni ad effetto che gridavano all’antisemitismo e al complottismo. Sono rimasta allibita, frastornata e soprattutto disgustata.

Per quale motivo?
Senza assolutamente aver letto il libro incriminato, sono stati diffusi articoli oltraggiosi e soprattutto falsi. Nel libro non c’è la minima presenza dell’antisemitismo. Chi lo ha scritto dovrebbe chiedere scusa pubblicamente agli autori diffamati. Lo pretendo in nome della verità e della giustizia, valori non negoziabili del nostro Popolo, da ebrea e da cittadina italiana perché – in entrambi i casi – di questa scivolata me ne vergogno e da essa mi dissocio. Mi batto da anni contro l’antisemitismo in eventi, conferenze, sulla stampa, ovunque; quello vero, ideologico, culturale, politico e spirituale, spesso silenzioso e subdolo, portato avanti oggigiorno da troppi nemici spesso travestiti da amici. E in tutto questo io ci metto la faccia, oltre alla penna.

Perché questi attacchi a Strage di Stato l’hanno tanto ferita?
Soffro a vedere il mondo ebraico farsi strumentalizzare in modo così vergognoso. Non dobbiamo svendere al dio della menzogna la nostra dignità, la nostra identità e anche la nostra intelligenza. Divulgare ai quattro venti affermazioni antisemite che non sono neppure lontanamente presenti in alcuna pagina del saggio per attaccare e distruggere la credibilità altrui in modo mendace e fasullo, vuol dire diffamare e puzza di propaganda nazifascista/comunista/nichilista, nello stile della Polizia zarista con i ben noti “Protocolli dei Savi di Sion” o nello stile del gerarca nazista Goebbels. E ciò non è degno di una democrazia.

Non pensa che l’accusa di antisemitismo rivolta a questo libro sia la conseguenza di un’accusa precedente, quella di essere “complottista”, per il fatto di dare una lettura diversa della pandemia rispetto alla narrazione ufficiale?
In un paese democratico dovrebbe esistere la libertà di pensiero e anche di dissenso, che non c’è nelle dittature. Riguardo la pandemia, credo che ci siano evidenti interessi mondiali visibili forse solo a chi non è cieco, sordo o addormentato, che indirizzano scelte politiche e comportamenti delle masse. A questo proposito mi sono documentata già da tempo, leggendo articoli e libri di Klaus Schwab (e mi sono allarmata), ma anche vari saggi o interviste a persone come la voce italiana fra le più inascoltate in ambito scientifico: quella del Prof. Giulio Tarro. Quindi sono anch’io antisemita? Complottista paranoica e dunque da rinchiudere o dileggiare perché pericolosa per il. sistema e per il mio prossimo? Attenzione a pensare simili cose o ad etichettare le persone… In passato è stato già fatto nei confronti di noi ebrei, con stelle gialle e contrassegni vari per riconoscerci bene e così distinguerci, isolandoci a mezzo diffamazione, per poi accusarci e sterminarci…

Lei ha invitato i media ebraici a correggere il tiro e ha difeso appassionatamente questo libro posto al pubblico ludibrio. Perché l’ha fatto?
Per amore della verità. Per amore del mio popolo, oggi tentato – come anche i cristiani – dall’adorazione di idoli. Noi ebrei non siamo perfetti, purtroppo, né tantomeno santi. E molti si sono perfino dimenticati di essere ebrei. Con l’augurio e la speranza che la verità trionfi, da parte di un’ebrea che chiede al mondo ebraico di non prestarsi a strumentalizzazioni e che forse ha dimenticato un piccolo particolare: che nei secoli, proprio per calunnia, diffamazione generalizzata, censura e propaganda fondate sulla menzogna proprio noi ebrei abbiamo duramente pagato e patito quello che oggi stanno pagando e patendo, esposti – come sono – alla gogna mediatica gli autori del libro diffamato. Ho scritto per chiedere che non si permetta che la menzogna prenda possesso del nostro pensiero, e soprattutto della nostra anima.

Paolo Gulisano

https://lanuovabq.it/it/io-ebrea-dico-che-strage-di-stato-non-e-antisemita

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