PILLOLE DI PAPA

Piccola antologia del pensiero di Jorge Mario Bergoglio

ABORTO
L’aborto non è mai una soluzione. Dobbiamo ascoltare, accompagnare e comprendere per salvare entrambe le vite: rispettare l’essere umano più piccolo e indifeso, adottare misure che possano preservare la sua vita, permettere la sua nascita e poi essere creativi nella ricerca di vie che lo portino al suo pieno sviluppo (16 settembre 2012).

DIFESA DELLA VITA
A coloro che si scandalizzavano quando Gesù andava a mangiare con i peccatori, con i pubblicani, Gesù dice: “I pubblicani e le prostitute vi passano davanti”, la cosa peggiore per quell’epoca. Gesù non li sopporta. Sono quelli che hanno clericalizzato – per usare un concetto facile da comprendere – la Chiesa del Signore. La riempiono di precetti e lo dico con dolore, e se sembra una denuncia o un’offesa perdonatemi, ma nella nostra regione ecclesiastica ci sono presbiteri che non battezzano i figli delle ragazze madri perché non sono stati concepiti nella santità del matrimonio. Questi sono gli ipocriti di oggi. Quelli che hanno clericalizzato la Chiesa, quelli che allontanano il popolo di Dio dalla salvezza. E quella povera ragazza che, potendo rimandare il proprio figlio al mittente, ha avuto il coraggio di metterlo al mondo, peregrina di parrocchia in parrocchia perché glielo battezzino (2 settembre 2012).

EDUCAZIONE
Quando ho visto il testo prima della Messa ho pensato al modo di vivere delle prime comunità cristiane e alla Messa di oggi… e mi sono chiesto se il nostro lavoro educativo non dovrebbe procedere lungo questo cammino di ottenere l’armonia: l’armonia in tutti i ragazzi e le ragazze che ci hanno affidato, l’armonia interiore, quella della loro personalità. È lavorando in modo artigianale, imitando Dio, “modellando” la vita di questi giovani che potremo raggiungere l’armonia e riscattarli dalle dissonanze che sono sempre oscure; l’armonia, invece, è luminosa, chiara, è la luce. Quella che bisogna ricercare è l’armonia di un cuore che cresce e che noi accompagniamo in questo cammino educativo. (…) Quando vedo questo esistenzialismo così relativo che viene proposto ovunque ai ragazzi e che non ha punti di riferimento, penso spesso al nostro profeta di Buenos Aires: “Dale que va… todo es igual… total en el horno se vamos a encontrar” (“Che importa… è tutto uguale… ci ritroveremo tutti nel forno”). Allora questi ragazzi, che non hanno dei limiti e si lanciano verso il futuro, sono nel forno! E ci troveremo nel forno! E in futuro avremo donne e uomini nel forno! (18 aprile 2012).

TRATTA DEGLI ESSERI UMANI
Oggi in questa città vogliamo che si senta il grido, la domanda di Dio “Dov’è tuo fratello?” Che questa domanda di Dio percorra tutti i quartieri della città, percorra il nostro cuore e soprattutto entri anche nel cuore dei Caino moderni. Forse qualcuno domanderà: quale fratello? Dov’è tuo fratello schiavo? Quello che stai uccidendo tutti i giorni nel laboratorio clandestino, nella rete di prostituzione, nei ragazzini che usi per chiedere l’elemosina, come corrieri della droga, per compiere rapine o perché si prostituiscano? Dov’è tuo fratello, quello che deve lavorare quasi di nascosto come raccoglitore di cartone perché non è ancora stato legalizzato… Dov’è tuo fratello? Di fronte a questa domanda possiamo far finta di essere distratti, come ha fatto il sacerdote che è passato accanto al ferito, come ha fatto il levita; guardare dall’altra parte perché la domanda non riguarda me, ma un altro. La domanda è rivolta a tutti! Perché in questa città si è instaurato il sistema del traffico di persone, crimine mafioso e aberrante (come lo ha giustamente definito qualche giorno fa un funzionario): crimine mafioso e aberrante! (25 settembre 2012)

QUESTIONE SOCIALE
A poco a poco ci abituiamo a sentire e a vedere, attraverso i mezzi di comunicazione, la cronaca nera della società contemporanea, presentata quasi con una gioia perversa, e ci abituiamo anche a toccarla e a sentirla intorno a noi e nella nostra carne. Il dramma è nella strada, nel quartiere, nella nostra casa, e perché no, nel nostro cuore. Conviviamo con la violenza che uccide, che distrugge famiglie, rinfocola guerre e conflitti in tanti Paesi del mondo. Conviviamo con l’invidia, l’odio, la calunnia, la mondanità nel nostro cuore. La sofferenza delle persone innocenti e pacifiche non smette di schiaffeggiarci; il disprezzo per i diritti delle persone e dei popoli più fragili non è tanto lontano da noi; il dominio del denaro con i suoi effetti demoniaci come la droga, la corruzione, il traffico di esseri umani – anche di bambini –, insieme alla miseria materiale e morale sono moneta corrente. Si uniscono a questa sinfonia la distruzione del lavoro degno, le emigrazioni dolorose e la mancanza di futuro. Da questo panorama non restano fuori neanche i nostri errori e i nostri peccati come Chiesa. Gli egoismi più personali giustificati, e non per questo più piccoli, la mancanza di valori etici in una società che fa metastasi nelle famiglie, nella convivenza dei quartieri, dei villaggi e delle città, ci parlano delle nostre limitazioni, della nostra debolezza e della nostra incapacità di poter trasformare questa lista innumerevole di realtà distruttrici.

EVANGELIZZAZIONE
Non basta che la nostra verità sia ortodossa e la nostra azione pastorale sia efficace. Senza la gioia della bellezza, la verità diventa fredda e perfino spietata e superba, come vediamo nel discorso di molti fondamentalisti amareggiati. Sembrerebbe che mastichino cenere anziché assaporare la dolcezza gloriosa della Verità di Cristo, che illumina con una luce tranquilla tutta la realtà, assumendola per com’è ogni giorno. Senza la gioia della bellezza, il lavoro per il bene diventa oscuro efficientismo, come constatiamo nell’azione di molti attivisti che hanno travalicato i limiti. Sembrerebbe che rivestano di lutto statistico la realtà invece di ungerla con l’olio interiore del giubilo che trasforma i cuori, uno a uno, da dentro (22 aprile 2011).

DIFESA DEL MATRIMONIO
Sono  in gioco l’identità e la sopravvivenza della famiglia: papà, mamma e figli. È in gioco la vita di tanti bambini che verranno discriminati in anticipo venendo privati della maturazione umana che Dio ha voluto si desse con un padre e una madre. È in gioco un rifiuto frontale della legge di Dio, inscritta nel nostro cuore. Non dobbiamo essere ingenui: non si tratta di una semplice lotta politica; è l’ambizione distruttiva al piano di Dio. Non si tratta di un mero progetto legislativo (questo è solo lo strumento), ma di una “mossa” del padre della menzogna che pretende di confondere e ingannare i figli di Dio (8 luglio 2010).

GIUSTIZIA SOCIALE
La giustizia è ciò che rallegra il cuore: quando c’è per tutti, quando si vede che c’è uguaglianza, equità, quando ciascuno ha il proprio. Quando una persona vede che basta per tutti prova una felicità speciale. Il cuore di ciascuno si amplia e si fonde con quello degli altri e ci fa sentire la Patria, che fiorisce quando vediamo “sul trono la nobile uguaglianza”, come dice giustamente il nostro inno nazionale. L’ingiustizia, invece, adombra tutto. Com’è triste quando una persona vede che potrebbe bastare perfettamente per tutti e non è così. (…) Dire “tutti i ragazzi” vuol dire tutto il futuro. Dire “tutti i pensionati” significa tutta la nostra storia. Il nostro popolo sa che il tutto è maggiore delle parti, e per questo chiediamo “pane e lavoro per tutti”. Com’è invece disprezzabile colui che immagazzina solo per il suo oggi, che ha un cuore piccolo per l’egoismo e pensa solo a gestire quelle cose che non potrà portare con sé quando morirà. Perché nessuno si porta via nulla. Non ho mai visto un camion dei traslochi dietro un corteo funebre. Mia nonna ci diceva: “Il sudario non ha tasche” (Omelia del 7 agosto 2012).

 FEDE
L’esperienza della fede ci colloca nell’esperienza dello Spirito segnata dalla capacità di mettersi in cammino… Non c’è nulla che sia più opposto allo Spirito che fermarsi, rinchiudersi. Quando non si passa per la porta della fede, la porta si chiude, la Chiesa si chiude, il cuore si ripiega e la paura e la cattiva disposizione “inacidiscono” la Buona Novella. Quando il crisma della fede si secca e si irrancidisce, l’evangelizzatore non contagia più perché ha perso la sua fragranza, diventando spesso causa di scandalo e di allontanamento per molti. Chi crede riceve quella beatitudine che attraversa tutto il Vangelo e che risuona nel corso della storia, già sulle labbra di Elisabetta: “Beata colei che ha creduto”, già ricordata da Gesù a Tommaso: “Beati quelli che pur non avendo visto crederanno” (9 giugno 2012).

IL POTERE POLITICO
Questa “pazzia” del comandamento dell’amore che ci propone nostro Signore e ci difende nel nostro modo di essere allontana anche le altre “pazzie” quotidiane che mentono e danneggiano e finiscono con l’ostacolare la realizzazione del progetto di Nazione: quella del relativismo e quella del potere come ideologia unica. Il relativismo che, con la scusa del rispetto delle differenze, omogeneizza nella trasgressione e nella demagogia; consente tutto pur di non assumere la contrarietà che esige il coraggio maturo di sostenere valori e principi. Il relativismo è, curiosamente, assolutista e totalitario, non permette di differire dal proprio relativismo, in niente differisce dal “taci” o dal “fatti gli affari tuoi”. Il potere come ideologia unica è un’altra bugia. Se i pregiudizi ideologici deformano lo sguardo sul prossimo e la società secondo le proprie sicurezze e paure, il potere fatto ideologia unica accentua il fuoco persecutorio e pregiudiziale che “tutte le prese di posizione sono schemi di potere” e che tutti cercano di dominare sugli “altri”. In questa maniera si erode la fiducia sociale che, come ho segnalato, è radice e frutto dell’amore (25 maggio 2012).

CRISI
I sintomi della delusione sono i più svariati ma magari il più chiaro è quello degli “incantesimi a misura”: l’incantesimo della tecnica che promette sempre cose migliori, l’incantesimo di un’economia che offre possibilità quasi illimitate in tutti gli aspetti della vita a coloro che tentano a farsi inglobare nel sistema, l’incantesimo delle proposte religiose minori, a misura di ogni necessità. La delusione ha una dimensione escatologica. Attacca indirettamente, mettendo tra parentesi ogni atteggiamento definitivo e, al suo posto, propone quei piccoli incantesimi che fanno da “isole” o da “tregua” di fronte alla mancanza di speranza davanti alla marcia del mondo in generale. Col risultato che l’unico atteggiamento umano per rompere incantesimi e delusioni è situarci davanti alle cose ultime e domandarci: in fatto di speranza, andiamo di bene in meglio salendo o di cattivo in peggio scendendo? E sorge allora il dubbio. Sappiamo rispondere? Abbiamo, come cristiani, la parola e i gesti in grado di segnare la rotta della speranza per il nostro mondo? O, come i discepoli di Emmaus e quelli che rimasero nel Cenacolo, siamo i primi ad aver bisogno di aiuto? (8 maggio 2011)

UMILTA’
Il passaggio evangelico ci parla dell’umiltà. L’umiltà rivela, alla piccolezza umana autocosciente, i potenziali che ha in se stessa. In effetti, quanto più coscienti dei nostri doni e limiti, le due cose congiunte, tanto più saremo liberi della cecità della superbia. E come Gesù loda il Padre per questa rivelazione ai piccoli, così dovremmo lodare anche il Padre per aver fatto uscire il sole di maggio in coloro che si fidarono del dono della libertà, quella libertà che fece germogliare nel cuore di quel popolo che scommise sulla grandezza senza perder coscienza della propria piccolezza (25 maggio 2011).

LA GENTE SEMPLICE
La saggezza di “migliaia di donne e di uomini che fanno la fila per viaggiare e lavorare onestamente, per mettere il pane ogni giorno a tavola, per risparmiare e compare piano piano i mattoni per migliorare la casa… Migliaia e migliaia di bambini coi loro giacchetti che sfilano per i corridoi e le strade facendo su e giù da casa a scuola, e da scuola a casa. Nel frattempo i nonni che fanno tesoro della saggezza popolare, si riuniscono a condividere e a raccontare aneddoti”. Passeranno le crisi e le manipolazioni; il disprezzo dei potenti li accantonerà con miseria, offrirà loro il suicidio della droga, l’insicurezza e la violenza; li tenterà con l’odio del risentimento vendicativo. Ma loro, gli umili, chiunque sia la loro posizione e condizione sociale, ricorreranno alla saggezza di chi si sente figlio di un Dio che non è lontano, che li accompagna con la Croce e li incoraggia con la Resurrezione in questi miracoli, nei successi quotidiani, che li incoraggia a godere delle gioie del condividere e celebrare (25 maggio 2011).

NUOVA EVANGELIZZAZIONE
Dio vive nella città e la Chiesa vive nella città. La missione non si oppone al dovere di imparare dalla città – delle sue culture e dei suoi cambiamenti – nel momento che usciamo fuori a predicare il Vangelo. E questo è frutto del Vangelo stesso che interagisce con il terreno nel quale cade come seme. Non solo la città moderna è una sfida ma lo è stata, lo è e lo sarà ogni città, ogni cultura, ogni mentalità ed ogni cuore umano.  La contemplazione dell’Incarnazione che Sant’Ignazio presenta negli Esercizi Spirituali, è un buon esempio dello sguardo che qui si propone. Un sguardo che non rimane impantanato in quel dualismo che va e ritorna costantemente dalle diagnosi alla pianificazione, ma si invischia drammaticamente nella realtà della città e si impegna con lei nell’azione. Il vangelo è un kerygma accettato e che spinge a trasmetterlo. Le mediazioni si vanno elaborando mentre viviamo e conviviamo (25 agosto 2011)

MARIA
Perché a Dio mancava il potersi inserire umanamente nella nostra storia: aveva bisogno di una madre, e ce la chiese. Quella è la Madre a cui guardiamo oggi, la figlia del nostro popolo, la serva, la pura, la sola di Dio; la discreta che fa spazio affinché il Figlio realizzi il segno, colei che facilita in ogni momento questa realtà ma non da padrona né come protagonista, bensì come serva; la stella che sa spegnersi affinché il Sole si manifesti. Questa è la mediazione di Maria alla quale ci riferiamo oggi. Mediazione di donna che non rinnega la sua maternità, l’assume dall’inizio; maternità con doppio parto, uno a Betlemme e un altro sul Calvario; maternità che contiene ed accompagna gli amici di suo Figlio il quale è l’unico riferimento fino alla fine dei giorni. E così Maria continua a stare con noi, “collocata al centro stesso di quella inimicizia, di quella lotta che accompagna la storia dell’umanità sulla terra e la storia stessa della salvezza” (Cfr. Redemptoris Mater 11). Madre che fa spazio affinché giunga la Grazia. Quella Grazia che rivoluziona e trasforma la nostra esistenza e la nostra identità: lo Spirito Santo che ci fa figli adottivi, ci libera da ogni schiavitù e, in un possesso reale e mistico, ci consegna il dono della libertà e chiede, da dentro di noi, l’invocazione della nuova appartenenza: Padre! (7 novembre 2011)

MATRIMONI OMOSESSUALI

Lettera del cardinale Jorge Mario Bergoglio ai quattro monasteri carmelitani di Buenos Aires in occasione del voto al Senato della Repubblica Argentina sulla proposta di legge intesa a legalizzare il matrimonio e le adozioni omosessuali (approvata il 15 luglio 2010).Buenos Aires, 22 giugno 2010

Care sorelle,

Scrivo queste poche righe a ciascuna di voi che siete nei quattro monasteri di Buenos Aires. Il popolo argentino dovrà affrontare nelle prossime settimane una situazione il cui esito può seriamente ferire la famiglia.
Si tratta del disegno di legge che permetterà il matrimonio a persone dello stesso sesso. È in gioco qui l’identità e la sopravvivenza della famiglia: padre, madre e figli. È in gioco la vita di molti bambini che saranno discriminati in anticipo e privati della loro maturazione umana che Dio ha voluto avvenga con un padre e con una madre. È in gioco il rifiuto totale della legge di Dio, incisa anche nei nostri cuori.
Ricordo una frase di Santa Teresina quando parla della sua malattia infantile. Dice che l’invidia del Demonio voleva vendicarsi della sua famiglia per l’entrata nel Carmelo della sua sorella maggiore. Qui pure c’è l’invidia del Demonio, attraverso la quale il peccato entrò nel mondo: un’invidia che cerca astutamente di distruggere l’immagine di Dio, cioè l’uomo e la donna che ricevono il comando di crescere, moltiplicarsi e dominare la terra.
Non siamo ingenui: questa non è semplicemente una lotta politica, ma è un tentativo distruttivo del disegno di Dio. Non è solo un disegno di legge (questo è solo lo strumento) ma è una «mossa» del padre della menzogna che cerca di confondere e d’ingannare i figli di Dio. E Gesù dice che per difenderci da questo accusatore bugiardo ci manderà lo Spirito di Verità.
Oggi la Patria, in questa situazione, ha bisogno dell’assistenza speciale dello Spirito Santo che porti la luce della verità in mezzo alle tenebre dell’errore. Ha bisogno di questo Avvocato per difenderci dall’incantamento di tanti sofismi con i quali si cerca a tutti i costi di giustificare questo disegno di legge, e che confondono e ingannano perfino persone di buona volontà.
Per questo mi rivolgo a Voi e chiedo preghiere e sacrificio, le due armi invincibili di santa Teresina. Invocate il Signore affinché mandi il suo Spirito sui senatori che saranno impegnati a votare. Che non lo facciano mossi dall’errore o da situazioni contingenti, ma secondo ciò che la legge naturale e la legge di Dio indicano loro. Pregate per loro e per le loro famiglie che il Signore li visiti, li rafforzi e li consoli. Pregate affinché i senatori facciano un gran bene alla Patria.
Il disegno di legge sarà discusso in Senato dopo il 13 luglio. Guardiamo a san Giuseppe, a Maria e al Bambino e chiediamo loro con fervore di difendere la famiglia argentina in questo particolare momento. Ricordiamo ciò che Dio stesso disse al suo popolo in un momento di grande angoscia: «Questa guerra non è vostra, ma di Dio».  Che ci soccorrano, difendano e accompagnino in questa guerra di Dio.
Grazie per quanto farete in questa lotta per la Patria. E per favore vi chiedo anche di pregare per me. Che Gesù vi benedica e la Vergine Santa vi conservi.

Con affetto
Jorge Mario Bergoglio, S.J.
Arcivescovo di Buenos Aires

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