Quel filo sottile tra Guareschi e Jannacci Gulisano e l’amore per il mondo piccolo

La Provincia 10 agosto 2014Intervista a Paolo Gulisano su La Provincia di Lecco domenica 10 agosto 2014

Ci sono viaggi che si compiono grazie alle parole di quegli scrittori che sanno guidarci dentro i loro mondi. Chi sa far buon uso di queste parole è Paolo Gulisano. Medico di professione e scrittore per passione, come lui si definisce, Paolo Gulisano sarà uno dei curatori della mostra “Mondo piccolo Roba minima. Le periferie esistenziali in Giovannino Guareschi ed Enzo Jannacci”, che si terrà in occasione del Meeting di Rimini dal 24 al 30 agosto.

La prima domanda che ci si pone di fronte al titolo della mostra è quasi ovvia ma fondamentale: cosa c’entrano Guareschi e Jannacci? Nell’immaginario collettivo il primo appartiene ad un mondo che vira a destra, mentre il secondo lo si colloca dalla parte opposta, ovvero a sinistra. Cosa li unisce, dunque, per farli convivere in una mostra? «Affidarsi ai soliti paradigmi della politica – ci dice Gulisano – sarebbe un errore. Nel caso di Guareschi e di Jannacci, ci sono molti punti in comune. Il “mondo piccolo” dello scrittore parmense e la “roba minima” del cantautore milanese sono entrambi la periferia dell’umano. In questo senso Guareschi e Jannacci sono unici, diversi ma profondamente simili. Ironici, mai cinici e sempre complici di ogni piega dell’umano. Non hanno alcuna ideologia da difendere, non fanno la predica, ma guardano il mondo attraverso i loro sguardi liberi». Contingenze esistenziali E se questi paralleli appartengono alla loro opera vi sono anche contingenze esistenziali che uniscono i due personaggi: «Entrambi – continua Gulisano – avevano una propria professione, giornalista Guareschi e medico Jannacci; poi tutti e due furono milanesi di adozione: Guareschi arrivò a Milano dal Parmense, mentre i genitori di Jannacci erano pugliesi. Probabilmente anche questo ha contribuito a far sì che sapessero occuparsi delle “periferie esistenziali” come dice il titolo della mostra».

Paolo Gulisano “frequenta” Guareschi da parecchi anni e proprio all’universo dello scrittore è dedicato il suo volume “Quel cristiano di Guareschi. Un profilo del creatore di Don Camillo”. «Se c’era uno scrittore italiano – dice ancora Gulisano – che poteva attirare la mia attenzione, quello era Guareschi. Infatti egli sa coniugare una grande attenzione alla realtà con la sua attività giornalistica, alla fantasia che dispiega a piene mani in tutta la sua opera. Tutti i suoi libri hanno uno spiccato registro fiabesco. Purtroppo Guareschi è conosciuto soprattutto per i film di Peppone e Don Camillo, tratti dai suoi romanzi, ma non sempre queste pellicole rendono omaggio allo scrittore Guareschi, anzi spesso ne banalizzano i contenuti. Per questo è importante scoprirlo e riscoprirlo».

Un viaggiatore di parole non può limitarsi ad una sola meta ed i “terreni” sondati da Gulisano sono molti: il fantasy innanzitutto, con un autore come Tolkien su tutti, ed ora, dopo il volume “Fino all’abisso” (Ancora edizioni), dedicato al mito di Moby Dick, il capolavoro di Herman Melville, sta per uscire un libro dedicato a Frankenstein. Il celebre mostro è una sorta di mito letterario che continua ad attirare l’interesse di tanti sia in letteratura che nel cinema. «Dopo Moby Dick – precisa Paolo Gulisano – ho voluto continuare il mio viaggio intorno ai “mostri” di quella letteratura fantastica che amo molto.

Frankenstein, il romanzo scritto dall’inglese Mary Shelley fra il 1816 e il 1817, all’età di soli 19 anni, continua da duecento anni ad influenzare la letteratura e non solo. Mi piaceva riflettere sulla dimensione della “mostruosità” intesa come qualcosa di misterioso. Il vero mostro è ciò che l’uomo non riesce a capire. Inoltre affronterò anche gli aspetti filosofici legati alla pretesa dell’uomo di farsi Dio». Un percorso attraverso i “mostri”, che Gulisano aveva cominciato con Moby Dick, la balena bianca di Melville: «Ciò su cui riflette Melville è l’avventura umana incarnata nel capitano Achab, un uomo in rivolta contro Dio, contro l’umanità e dominato dalle sue ossessioni. Ben prima di Freud, Moby Dick è l’esternalizzazione dei nostri mostri interiori. Alla fine è evidente che il vero mostro è ciò che l’uomo non riesce a capire. Dal Minotauro a Frankenstein è l’ibrido, orrido e misterioso. Moby Dick non è un mostro, è un essere simbolico. La lotta che Achab intraprende contro di lui è il conflitto di un uomo in lotta con Dio. Alla fine vien da chiedersi chi sia il vero mostro: Moby Dick o lo stesso Achab?».

Una lunga militanza dai mostri alle periferie della Bassa parmense o di Milano il passo non è certamente breve, ma Gulisano ama scandagliare mondi diversi con la stessa passione che gli danno le parole degli autori a cui lo legano affinità e ricerca. Uno di questi è appunto Guareschi, di cui Gulisano parlerà a Rimini il 29 agosto, insieme ai figli dello scrittore, Carlotta e Alberto, ed al giornalista Michele Brambilla, già direttore del nostro giornale. Una lunga militanza quella in nome dello scrittore parmense che ha dato a Gulisano anche una bella soddisfazione: «Nel 2012 ho vinto il premio giornalistico dedicato a Giannino Guareschi grazie ad un articolo che avevo scritto per La Provincia proprio su di lui. Un ideale legame tra il mondo di Guareschi ed il nostro territorio». Un legame che era anche segnato dall’amore di Guareschi per le Moto Guzzi. «Lo scrittore era un vero appassionato delle Moto Guzzi e veniva personalmente a Mandello ad acquistarle. Anzi, occupandosi anche della sceneggiatura dei primi film di Don Camillo e Peppone, pretese assolutamente che quest’ultimo avesse proprio una Guzzi. Se da una parte Don Camillo rappresentava i suoi ideali, dall’altra Peppone ne ereditava la passione per i motori, infatti, per spostarsi utilizzava l’inseparabile sidecar Moto Guzzi 500 Sport 14 del 1929». Un gran bel viaggiare questo con le Guzzi, ideale e mito per tanti motociclisti, ma anche marchio leggendario che ha segnato un’epoca e che oggi continua ad affascinare. Ne fu contagiato anche Guareschi, i cui personaggi presto vedremo dialogare con i barboni di Jannacci.

Il percorso

Alla scoperta di storie tutte lecchesi

Sempre a Lecco incontriamo Paolo Gulisano. Il medico scrittore ha pubblicato molti volumi sulla letteratura britannica moderna, da Tolkien a Lewis, da Chesterton a J.M. Barrie, fino al Beato J.H. Newman. Appassionato cultore della letteratura fantasy, ha recentemente pubblicato, “Fino all’abisso” (Ancora), dedicato al mito di Moby Dick e presto uscirà un suo libro su Frankenstein, il romanzo scritto dall’inglese Mary Shelley. Il viaggio che ci propone qui ha però altre mete.

Si parla, infatti, di Giovannino Guareschi e di Enzo Jannacci, il giornalista scrittore e il medico cantautore, uniti in una mostra che si terrà a Rimini a fine agosto, di cui Gulisano è uno dei curatori. Il loro comune interesse per le periferie esistenziali li unisce in un percorso dalle molte sorprese. Ma con Gulisano si parla anche di molto altro, di mostri veri e presunti, come Moby Dick e Frankenstein, e di Moto Guzzi, la motocicletta preferita da Guareschi e da Peppone, il suo sindaco comunista.

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