L’Organizzazione mondiale della sanità ha pubblicato un nuovo manuale per operatori sanitari. L’obiettivo? Aiutarli a fornire «aborti di qualità», cioè in sostanza farmacologici. Così l’aborto diventa sempre più un fatto privato, rapido e fai da te, riducendo i costi. Con i drammi in più che ne derivano.
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Larghi strati dell’opinione pubblica giustificano delitti contro la vita come aborto, eutanasia e suicidio assistito
LA MORTE NON E’ MAI UNA SOLUZIONE
Oggi si celebra la Quarantacinquesima Giornata per la vita. Ancora una volta questa occasione chi chiama a riflettere su quelle che sono le drammatiche minacce alla vita umana: l’aborto, l’eutanasia, il suicidio assistito.
Continua a leggereEUTANASIA FAMILIARE
LONDRA LOCUTA, CAUSA FINITA: L’ABORTO IMPOSTO ANCHE NELL’IRLANDA DEL NORD. GRAZIE A I CONSERVATORI
Nell’Europa devastata dalla secolarizzazione, fino a ieri c’era ancora un lembo di terra dove il diritto alla vita era riconosciuto e l’aborto procurato era ancora considerato reato: l’Irlanda del Nord, ovvero quella artificiosa entità amministrativa formata da sei contee della provincia dell’Ulster che nel 1921 Londra – al momento della nascita dello Stato Libero d’Irlanda – volle mantenere sotto il suo tallone di ferro. L’Ulster doveva restare parte dell’Impero Britannico, e così è stato, dando luogo a 90 anni di sangue e sofferenze in questa parte dell’isola.
Continua a leggereCade l’ultimo bastione contro l’aborto. Cattolici umiliati
Anche il bastione irlandese è caduto. Il mondo laicista esulta per il risultato del referendum irlandese che ha visto prevalere nettamente l’abrogazione della norma della Costituzione che garantiva il diritto alla vita del nascituro. L’umiliante sconfitta del Cattolicesimo irlandese. Tutto questo si tradurrà in migliaia di vite umane che verranno distrutte attraverso la pratica abortiva. Ma, come ai tempi di San Patrizio, bisognerà ripartire da una nuova evangelizzazione.
22 maggio 1978 – 22 maggio 2018
22 maggio 1978 – 22 maggio 2018: quarant’anni di aborto di stato
Il 22 maggio del 1978, quarant’anni anni fa, un governo ancora turbato dal rapimento e dall’uccisione di Aldo Moro, in un’Italia sotto la spada di Damocle del terrorismo, lacerata da conflitti e tensioni sociali, pensava bene di approvare una legge che introduceva la legalizzazione dell’aborto procurato. Una legge che non era stata voluta dai medici, per i quali da secoli esisteva il vincolo del giuramento di Ippocrate che impone di non sopprimere la vita dei pazienti, tantomeno con l’aborto, né dei giuristi, né dall’opinione pubblica. La Legge 194 sulla cosiddetta “interruzione di gravidanza” fu voluta da una piccola ma agguerrita minoranza poltica, che agiva in un’ottica non scientifica, non umanitaria, ma puramente ideologica, che si seppe imporre su una più vasta maggioranza di politici affetti da ignavia, pigrizia, ignoranza. Fu così approvata questa legge firmata da esponenti della cultura laicista e socialista, ma avallata da ministri democristiani che da lì a pochi anni sarebbero stati spazzati via da note vicende giudiziarie, in una sorta di terribile nemesi storica.