Virus di Wuhan: se lo combatti con cure domiciliari You Tube ti oscura

«Questo video è stato rimosso per avere violato le Norme della community di You Tube». Notare la “N” maiuscola di “Norme” nello stringato comunicato con cui il social network ha oscurato un tranquillissimo ed educatissimo (i superlativi in questo caso sono d’obbligo) messaggio postato dal medico lecchese, Paolo Gulisano.

Che cosa ha fatto di così grave il Dottore, epidemiologo e storico della medicina, per essere trattato alla stregua di un turpe diffusore di triviali immagini pedopornografiche?

S’è permesso di dire – udite, udite – che c’è speranza di guarire dal virus di Wuhan perché, se preso in tempo e curato con farmaci che si usano da anni, si evita addirittura di finire in ospedale.

Eh no, caro dottor Gulisano, lei e i suoi colleghi di IppocrateOrg, di diverse altre associazioni di medici e del professor Giuseppe Remuzzi, ricercatore di fama mondiale dell’Istituto Mario Negri, avete commesso il delitto di lesa maestà (leggi il mainstream sanitario): vi siete permessi di dire e di dimostrare che il virus si può curare a casa.

Di più: avete osato affermare che già nel 2002/2003 la SarsCov1 era stata curata con l’idrossiclorochina, sostanza di facile reperibilità, riscuotendo il plauso dell’autorevole rivista scientifica inglese, The Lancet.

Ma che cosa vi siete messi in testa? Come avete osato proporre dei protocolli con una serie di farmaci antinfiammatori (perché il virus di Wuhan è innanzitutto un’infezione infiammatoria) da somministrare tempestivamente all’insorgenza dei primi sintomi (tosse, febbre, deperimento olfattivo, difficoltà respiratoria, dolori articolari o muscolari)?

Con che faccia vi siete meravigliati della prudente sollecitazione con cui il Ministero della Salute ha raccomandato (e tuttora raccomanda) ai medici del territorio di somministrare ai presunti contaminati tachipirina e di restare in “vigile attesa”?

Chi credete di essere, voi, per opporvi al martellante messaggio (complice anche gran parte del sistema massmediatico) secondo il quale non c’è cura al virus cinese? Ma con quale faccia mettete in discussione che l’unico rimedio per aiutare le persone sia terrorizzarle perché si convincano a cambiare stile di vita?

Caro lettore, il caso Gulisano è allarmante per due gravi motivi che confortano il pesantissimo sospetto di essere tra loro connessi. Primo, la battaglia che il medico lecchese sta conducendo (condivisa dalla maggioranza dei suoi colleghi, per fortuna degli italiani) è quella di proporre rimedi efficaci per debellare il virus di Wuhan.

Con la guarigione di tanti pazienti, tra cui una signora ottantenne data per terminale, ha dimostrato che la sua procedura è ineccepibile. Lascia basiti il fatto che il Ministero della Salute e i consulenti che lo coadiuvano (tutti politicamente orientati a sinistra) si oppongano alle sue pratiche di cura domiciliare.

La salute dei cittadini non può essere assoggettata all’ideologia, neppure a quella dominante di sinistra.

Secondo, arrogandosi il diritto di censurare un video, evidentemente non politicamente corretto, You Tube viola il principio della Costituzione italiana che all’articolo 21 stabilisce che «tutti hanno diritto di manifestare liberamente il proprio pensiero con la parola, lo scritto e ogni altro mezzo di diffusione».

Nessuna meraviglia, del resto; basta ricordare come Facebook e Twitter hanno oscurato e censurato l’ex presidente Donald Trump perché non in sintonia con il pensiero dei rispettivi proprietari legati all’establishment  democratico.

Un social oscura un medico perché lancia un messaggio di speranza contro l’epidemia. I conti non tornano.

A chi siamo in mano? Il ministro Speranza passerà. Per la nefasta presenza dei social, purtroppo, dovremo attendere che le persone si sveglino. È un argomento su cui torneremo presto.

Alberto Comuzzi ©

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