19 Settembre: Nostra Signora di La Salette

16907312 - statue of st  mary, holy mother in la salette, france

La santa Vergine descrisse un mondo dove i vari potentati avrebbero sempre più osteggiato la fede cristiana, e dove nella stessa Chiesa sarebbe entrato il fumo di Satana, fino all’apostasia di preti, vescovi, cardinali… Sembra un’esatta descrizione di ciò che sta avvenendo oggi.

di Paolo Gulisano

Nel cuore delle Alpi francesi, in un alpeggio a 1600 metri di altezza, esattamente 170 anni fa la Madonna apparve a due ragazzi del vicino villaggio di Corps, Mélanie Calvat di 15 anni e Maximin Giraud di 11 anni. Era il 19 settembre del 1846. Erano passati sedici anni dalla prima apparizione di Maria avvenuta in Francia nel 1830  a Rue de Bac, nella casa delle Figlie della Carità di San Vincenzo de Paoli. Dodici anni dopo, nel 1858, sarebbe stata la volta di Lourdes, una delle più celebri apparizioni di tutta la storia. Se di quest’ultima si parla molto, ed è ancora oggi la meta di tanti pellegrini, La Salette è sta invece – purtroppo – abbastanza dimenticata, e forse non a caso, visto il contenuto dei messaggi che la Madonna diede ai due veggenti, e attraverso di loro alla Chiesa e al mondo.

Ma partiamo innanzitutto dai fatti: Melania Calvat  era nata il 7 novembre 1831. Il padre era un uomo buono, religioso, sfortunato nelle attività economiche.  La madre invece era una donna dai nervi fragili, che spesso sfogava sulla figlie le proprie frustrazioni e la propria rabbia. Melania veniva spesso allontanata da questa madre a cui la propria figlia dava un profondo fastidio. Venne quindi ben presto collocata a servizio come pastorella, e la bambina crebbe introversa, timida e chiusa, di poche parole. Il suo unico, grande amico, era il Crocifisso, cui si rivolgeva con fiducia accorata. Massimino Giraud anch’egli nato a Corps, il 26 agosto 1835, era invece molto vivace, giocoso, allegro, nonostante fosse  orfano di madre da quando aveva 17 mesi. Verso la metà di settembre del 1846, un contadino che aveva un pastore ammalato scende a Corps a “chiedere in prestito” per alcuni giorni all’amico Giraud il figlio Massimino, che gli viene concesso, nonostante che il padre dica che il ragazzo è troppo distratto per fare il pastore.

Così il 14 settembre il piccolo Massimino è sulle alture degli Ablandins insieme a Melania.  Sabato 19 settembre 1846 salgono di buon’ora i versanti del monte Planeau, al di sopra del villaggio di La Salette, guidando ognuno quattro mucche a pascolare. Segue così una mattinata calma di pascolo; a mezzogiorno, al suono dell’Angelus della campana del villaggio sottostante, fanno colazione con pane e formaggio e acqua fresca ; sono in seguito raggiunti da altri pastorelli che controllano altri bovini. Dopo la colazione si dividono di nuovo e Melania e Massimino, attraversato un ruscello, contrariamente alle loro abitudini, si stendono sull’erba al tepore del sole di fine estate e si assopiscono.
Svegliatisi di colpo con il pensiero delle mucche che si erano allontanate, le ritrovano nell’altro versante e cominciano la discesa; a metà strada presso una piccola sorgente Melania per prima vede su un mucchio di pietre un globo di fuoco “come se il sole fosse caduto lì” e lo indica a Massimino.

Impauriti si avvicinano al globo e una donna vi appare seduta con la testa fra le mani, i gomiti sulle ginocchia, profondamente triste. La Bella Signora si alza e parlando in francese dice loro: “Avvicinatevi figli miei, non abbiate paura; sono qui per narrarvi una grande notizia”; rincuorati, essi si avvicinano e vedono che sta piangendo; è alta, luminosa, veste come le donne del luogo con lunga tunica, grande grembiule alla vita, uno scialle incrociato e annodato dietro, una cuffia da contadina.
Ha delle rose che le incoronano la testa, orlano il suo scialle e i suoi calzari; sulla fronte splende una luce simile ad un diadema; sulle spalle ha una lunga catena, un’altra catenina trattiene sul petto un crocifisso sfavillante sui cui lati vi è un martello e una tenaglia.

I due pastorelli raccontarono in seguito ai loro interlocutori, inquirenti o semplici pellegrini, che la Signora piangeva per tutto il tempo che parlò loro, lasciando un drammatico messaggio. Era il messaggio di La Salette, un messaggio che parla non solo di guerre, di disastri, di carestie che affliggeranno il mondo, ma anche di una grande apostasia all’interno della Chiesa del futuro.  La notizia dell’apparizione si diffuse rapidamente, e ai due ragazzi toccò la sorte che sarebbe stata in seguito di Bernadette Soubirous e dei tre pastorelli di Fatima: arrivarono giornalisti, funzionari, inquirenti inviati dal vescovo di Grenoble, cui spettava il diritto di pronunciarsi sul fatto avvenuto nella sua Diocesi. Nonostante che il vescovo fosse  convinto della verità di quanto accaduto e dell’incapacità di ingannare dei due pastorelli, egli nominò una commissione d’inchiesta, e i ragazzi vennero ripetutamente ascoltati, si presero informazioni, e infine dopo cinque anni d’indagini, il 19 settembre 1851, mons. Filiberto de Bruillard, vescovo di Grenoble, pubblicò finalmente il suo Decreto: “Noi dichiariamo che l’Apparizione della Madonna a due pastorelli, il 19 settembre 1846, su una montagna della catena delle Alpi, situata nella parrocchia de La Salette, vicaria foranea di Corps, reca in se stessa tutti i caratteri della verità ed i fedeli hanno fondate ragioni per crederla indubitabile e certa”.

Inoltre il 1° maggio 1852 mons. de Bruillard annunciò con lettera ufficiale la costruzione di un santuario sul luogo e la fondazione di un corpo di missionari diocesani per l’assistenza spirituale dei pellegrini e che si chiameranno “Missionari di Nostra Signora de La Salette”.
Il 19 settembre 1855 il nuovo vescovo di Grenoble riassumeva così la situazione: “La missione dei fanciulli è terminata, comincia quella della Chiesa”. In realtà La Salette non smosse più di tanto la coscienza della Chiesa, e finì progressivamente per essere “ridimensionata”, nonostante l’approvazione ecclesiastica formale e la diffusione della famiglia religiosa nata a La Salette. E si capisce perché, se si va ad esaminare il contenuto del messaggio della Madonna. La santa Vergine infatti descrisse un mondo dove i vari potentati avrebbero sempre più osteggiato la fede cristiana, e dove nella stessa Chiesa sarebbe entrato il fumo di Satana, fino all’apostasia di preti, vescovi, cardinali: “I governanti avranno tutti un medesimo progetto, che sarà di abolire e fare scomparire tutti i principi religiosi per sostituirli con il materialismo, l’ateismo, lo spiritismo, e ogni sorta di vizi.  (…)  nei conventi i fiori della Chiesa saranno putrefatti e il demonio diventerà come il re dei cuori.  (…) Coloro che sono a capo delle comunità religiose si guardino dalle persone che esse devono ricevere, perché il demonio userà tutta la sua malizia per introdurre negli ordini religiosi delle persone dedite al peccato, perché i disordini e l’amore dei piaceri carnali saranno diffusi su tutta la terra.”

Sembra un’esatta descrizione di ciò che sta avvenendo oggi. Ancora, riferendosi alla venuta dell’Anticristo ed alla diffusione dell’eresia all’interno stesso della Chiesa, la Vergine dice chiaramente nella profezia che Roma perderà la fede e diventerà la sede dell’anticristo.  Sono parole estremamente gravi, che vanno collegate a quelle che seguono nel messaggio stesso, e cioè alla indefessa sicurezza della vittoria finale del bene sul male, all’invito alla perseveranza nella fede cattolica apostolica romana, all’assistenza continua per gli apostoli degli ultimi tempi.

I due pastorelli primi testimoni del Messaggio di Maria non ebbero in seguito una vita né facile né felice; Maximin Giraud nei tre anni successivi, perse il padre, la matrigna e il fratellastro; venne accusato di essere un bugiardo. Viaggiò molto, entrò in seminario, e quindi ne uscì; lavorò in un ospizio, lavorò in farmacia , si mise a studiare medicina, senza arrivare alla laurea; si arruolò infine come zuavo pontificio, andando a servire la Chiesa in questo ruolo. A 39 anni, nel 1874, si congedò e tornò  a La Salette, ribadendo ancora una volta, davanti ad un grande uditorio, il racconto del suo incontro con Maria.  Morì il 1° marzo 1875. Melania invece entrò ed uscì da vari conventi, in Francia, in Inghilterra, anche in Italia. Si stabilì per diciassette anni a Castellammare di Stabia, presso Napoli, scrivendo i suoi ricordi dell’apparizione, e della profezia fatta dalla Santa Vergine. Anche lei come Massimino ebbe a peregrinare e soffrire non poco. Anche lei tornò a La Salette, per poi venire a terminare i suoi giorni ancora in Italia, dove si spense a 73 anni, il 14 dicembre 1904, ad Altamura, presso Bari. Il suo corpo, al termine di tanto peregrinare, riposa in questa città in un convento di suore; sulla sua tomba un bassorilievo presenta la Madonna che accoglie in cielo la pastorella de La Salette, che pur avendo vissuta una vita difficile e povera, era rimasta sempre fedele e devota alla sua prima testimonianza.

Il messaggio di La Salette risuona da 170 anni, con la sua profezia drammatica che sembra sempre più avverarsi, con la dilagante apostasia, con una umanità sempre più lontana da Dio.

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