American graffiti: la Chiesa yankee nella bufera

Il terremoto che sta squassando in questi giorni la Chiesa ha due epicentri: Roma e gli Stati Uniti. New York, per la precisione. Newyorkesi sono infatti il cardinale Mc Carrick, il luciferino predatore sessuale la cui scandalosa condotta e le cui potenti coperture sono all’origine dell’attuale drammatico dibattito nella Chiesa,  e il cardinale Edwin O’Brien segnalato nelle dichiarazioni di monsignor Carlo Maria Viganò come uno dei principali esponenti della lobby omosessualista esistente in Vaticano.

Se la Curia Romana è di per sé da sempre sospettata di intrighi, intrallazzi, maneggi vari, più stupore suscita il livello di corruzione diffuso tra le alte  sfere della Chiesa americana. Una Chiesa giovane, dinamica. Una Chiesa fatta interamente da immigrati. Una storia commovente di poveri venuti principalmente dall’Irlanda, e poi da altre nazioni cattoliche della vecchia Europa come l’Italia, la Polonia, la Germania. Gente che sfuggiva alla miseria dei loro Paesi d’origine, spesso anche alla persecuzione politica e religiosa. Ma anche i poveri- o i loro discendenti- non sono immuni dalle tentazioni, ed ecco che questi personaggi dai bei nomi irlandesi come Mc Carrick e O’Brien, o tedeschi come Wuerl, o nel passato lituani come Marcinkus, diventano corrotti e corruttori.  Una triste parabola. Ma a cosa la si deve? Certamente al dilagare della secolarizzazione, del diffondersi di stili di vita libertini, che possono aver attirato persone che non hanno saputo- o voluto- opporsi alle seduzioni del male. I vari Mc Carrick, che è nato nel 1930, crescono nell’America gaudente degli Happy Days, del boom del benessere, della trasgressione sessuale. L’inizio dell’attività pederastica di Mc Carrick si colloca nei favolosi Anni ’60, quelli delle rivolte studentesche, e dell’allegro post concilio con le sue innovazioni e le sue sperimentazioni pastorali. Tuttavia personaggi come questi non erano hippy, non facevano i figli dei fiori, ma astutamente facevano carriera nell’establishment ecclesiastico diventando professori nei seminari, vescovi, e infine cardinali. Il tutto mantenendo una seconda vita, tessendo trame tra “colleghi” che dovevano garantire l’impunità delle loro azioni.

Così, mentre gran parte del popolo semplice delle parrocchie manteneva la fede dei padri, i pastori cominciavano a puzzare sempre più di zolfo, o di Chanel n° 5 a seconda delle occasioni. Un vero e proprio tradimento da parte delle elites contro cui ora il popolo cattolico americano si sta ribellando.  Già tempo fa sulle pagine di Riscossa Alessandro Gnocchi citando il Signore degli Anelli, paragonava il tradimento di Saruman all’apostasia che sta avvenendo ai vertici della Chiesa. Rifacendoci ancora al grande maestro inglese, leggiamo quello che scriveva in una sua lettera: “E’ un mondo corrotto, il nostro, e non c’è armonia tra i nostri corpi, la nostra mente e l’anima. Tuttavia, la caratteristica di un mondo corrotto è che il meglio non si può ottenere attraverso il puro godimento, o quella che è chiamata la realizzazione di sé (che di solito è un modo elegante per definire l’autoindulgenza, nemica della realizzazione degli altri), ma attraverso la rinuncia, la sofferenza”. Parole sante, che sono state rinnegate, profanate dai nuovi Saruman clericali. La “ricerca della felicità” a tutti i costi, esplosa nel ’68, ha fatto dimenticare l’etica delle virtù, dei sacrifici, che fu l’etica su cui si costruì la Chiesa Americana.  La ricerca del godimento ad ogni costo ha portato alla corruzione, al machiavellismo, al compromesso col potere. Un esempio? Torniamo alla vicenda di Theodore Mc Carrick. Un dettaglio della sua biografia che non può non colpire è la sua nomina a Consigliere  del Center for Strategic and International Studies avvenuta nel 2007, cioè un anno dopo la sua destituzione con disonore da parte di Benedetto XVI.  Questo Centro per gli studi strategici e internazionali è un think tank americano con sede a Washington, D.C. fondato nel 1962 presso la Georgetown University, la più importante università gesuita degli Stati Uniti. Il centro conduce studi politici e analisi strategiche su questioni politiche, economiche e di sicurezza in tutto il mondo, con un focus specifico sulle questioni relative alle relazioni internazionali, al commercio, tecnologia, finanza, energia e geostrategia. Nel Report Global Go To Think Tanks della University of Pennsylvania del 2013, il Centro è classificato come il principale think tank al mondo per “Top Defense e National Security Think Tanks ed è stato anche classificato come il 4 ° miglior think tank per ” serbatoi con le idee / proposte politiche più innovative “.  Questo “centro di eccellenza” come si suol dire nomina proprio consigliere Mc Carrick dopo che era stato allontanato per indegnità dai suoi ruoli pastorali. Molto strano.  Il Centro, dalla sua fondazione,  “è stato dedicato a trovare modi per sostenere la preminenza e la prosperità americane come una forza per il bene nel mondo”, secondo il suo sito web. Un think tank bipartisan con studiosi che rappresentano punti di vista diversi in tutto lo spettro politico. Il think tank è noto per aver invitato noti esponenti della politica estera e funzionari del servizio pubblico del Congresso degli Stati Uniti e del ramo esecutivo, inclusi quelli affiliati al Partito Democratico o Repubblicano, nonché funzionari stranieri di diversa estrazione politica. È stato etichettato come un think tank “centrista” dalla US News & World Report.

Insomma, viene da chiedersi, per chi lavorava Mc Carrick? Per il bene delle anime o per qualche interesse politico? In quest’ottica di potere qualche trasgressione, qualche vizietto, è concesso e tollerato.  Così come quello del vescovo o del cardinale diventa solo un mestiere, molto simile a quello del manager.  Non una vocazione, non un servizio a Dio.

Per risanare tutto questo male che è stato fatto, occorrerà molta conversione, molta penitenza, molta rinuncia. I buoni cattolici americani sono pronti. Speriamo lo siano anche le elites della Chiesa.

Paolo Gulisano

www.riscossacristiana.it

 

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