Il contagio della paura

Instant Book è un termine usato nell’editoria per descrivere un libro che è stato prodotto e pubblicato molto rapidamente per soddisfare la domanda del mercato. La presente pubblicazione dell’editrice Radio Spada (Autori vari, Coronavirus. Il contagio della paura, i corpi e le anime, pagine 90, euro 7,50) risponde invece ad altre esigenze: quella innanzitutto di fare un po’ di chiarezza sull’epidemia di Covid-19 e sul processo di cambiamento rivoluzionario che col pretesto dell’emergenza è stato innescato. Un processo destinato a sconvolgere l’economia, la vita personale e pubblica di milioni di persone, e persino la religiosità. Non per niente il libretto contiene una raccolta di preghiere, molto più efficaci nei confronti della malattia di molti farmaci.

Due medici, un avvocato bioeticista e due saggisti cattolici ci parlano dell’emergenza Coronavirus / Covid19 andando oltre la paura del contagio e volgendo lo sguardo a questioni profonde, che toccano tanto le anime quanto i corpi.

Un libro che prende in considerazione il fenomeno della paura, utilizzata per realizzare un controllo sociale senza precedenti. Nel momento in cui questo libro esce, non abbiamo ancora fatto tutti i conti con l’epidemia. Attualmente il Covd-19 esiste ancora, ma sta avviandosi a una naturale estinzione, come tanti virus prima di esso. Sappiamo tuttavia che il potere cercherà ancora di seminare il panico tra la popolazione. Si cercherà di evocare il fantasma di una nuova ondata di casi, e allora il virologo potrà dare il suo contributo al clima che prevedibilmente verrà creato, con la minaccia di un nuovo lockdown, con l’imposizione delle app traccianti e magari di qualche vaccino. Ma intanto, oggi, cerchiamo di riflettere su quanto accaduto finora.

L’epidemia – ma soprattutto il modo con cui è sta gestita – ha creato in Italia milioni di ipocondriaci disposti a subire umilianti – nonché inutili da un punto di vista sanitario – vessazioni. Questo esercito verrà usato per tenere a bada i tanti gettati sul lastrico dal lockdown e altre follie, che scenderebbero in piazza se scoprissero quante menzogne ci sono state raccontate. È con questi mezzi e con l’ormai logoro circo mediatico, popolato da sempre meno autorevoli “esperti”, che si sta portando l’Italia alla rovina economica.

Questo periodo di isolamento e cura antivirus è stato e continua ad essere un periodo di privazione ma allo stesso tempo di arricchimento, se si fa tesoro dei misteri e delle rivelazioni incontrate strada facendo. Dobbiamo mettere obbligatoriamente la mascherina per evitare il virus, ma impariamo a vedere dove sono cadute le maschere a quanti si prestano a lapidarci nella loro scriteriata onnipotenza, disposti a privarci della libertà, a lanciare anatemi ingiustificati seminando panico, creando crisi economiche e spirituali. Alla fine abbiamo anche visto e riconosciuto, senza maschera, anche se l’indossavano, i veri paladini del Bene, dediti con abnegazione, generosità e bontà gratuita.

Persone che non hanno ceduto al contagio della paura, che invece è dilagato- ed è triste dirlo- nella Chiesa cattolica. L’epidemia ha svelato il volto fragilissimo della Chiesa. Abbiamo assistito ad una autentica deriva della pastorale igienista di una Chiesa che da un lato si mostra accondiscendente e rispettosa di tutte le regole della burocrazia sanitaria, ma dall’altro apre uno squarcio desolante su come si sia ridotta la Chiesa “in uscita”, la Chiesa “ospedale da campo”: chiusa per mancanza di gel antisettico. Ma alimenta così la fobia e la paura, e non ha risposte al dolore e all’inquietudine delle persone.

Paolo Gulisano

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