Immortale Odium

Da oltre trent’anni Rino Cammilleri fa saggistica, soprattutto apologetica, e almeno un paio di generazioni hanno avuto la fortuna di vedersi aprire gli occhi sulle realtà storiche nascoste grazie ai suoi libri. Ma oltre a testi agiografici, storici, apologetici, Cammilleri ha una ragguardevole produzione narrativa. Qui ha fatto in modo di colmare – almeno in parte – una lacuna della cultura cattolica contemporanea: la narrativa, appunto. Tutti ammiriamo e decantiamo i grandi romanzieri cattolici, da Chesterton a Tolkien, da Bruce Marshall a Bernanos e tanti altri, ma poi si scrivono e si pubblicano quasi solo saggi. Lo scrittore siciliano non ha avuto timore di cimentarsi nel romanzo, e i risultati sono sempre stati eccellenti.

L’Inquisitore è uno straordinario giallo medievale che non ha niente da invidiare a qualche celebratissimo polpettone poi diventato film; Sherlock Holmes e il misterioso caso di Ippolito Nievo è un esempio di “fantastoria” dove il celebre detective di Baker Street veniva coinvolto nelle torbide vicende Risorgimentali. Un libro appassionante e inquietante. Il gusto di raccontare la storia attraverso un plot narrativo “giallo” è presente anche in un altro romanzo, appena uscito per la casa editrice Gondolin: Immortale Odium (418 pagine, 19 euro)

La vicenda è ambientata nella Roma del 1881: la Rivoluzione risorgimentale ha trionfato, Roma è sabauda e italiana, e il papa chiuso in Vaticano. Non basta: un gruppo di fanatici anticlericali attaccano di notte il corteo funebre di papa Pio IX cercando di buttare la salma nel Tevere. Assolti dalla magistratura, vengono addirittura premiati dalla massoneria con una medaglia la cui incisione evoca l”‘immortale odium” per il papato. Poi, tutti ben sistemati nella società liberale, cominciano a venire uccisi uno dopo l’altro da un misterioso gruppo, “I sette Maccabei”, e partono due inchieste: una del ministero degli Interni (il ministro è direttamente interessato in quanto è stato uno dei partecipanti all’assalto) e una della Santa Sede, che vede indagare un ex poliziotto ora prete, don Gaetano Alicante. Verrà alla luce un mistero scandaloso, legato alle vicende della Repubblica Romana di Mazzini, tra inseguimenti e società segrete, cunicoli sotterranei e ville esoteriche, esorcismi e antiche sette.

Qualcuno ha scritto che la Storia è una questione di punti di vista e il fatto che, a soli centocinquanta anni dalla proclamazione del Regno d’Italia, il mito risorgimentale abbia perso mordente e debba essere rilanciato. Rino Cammilleri invece ci racconta che le cose andarono anche peggio di quello che ci è stato detto nelle pagine “ufficiali”. E non lo fa non con un saggio come tanti altri che sono stati meritoriamente scritti a proposito del Risorgimento, e che purtroppo hanno avuto circolazione in ambiti ristretti, anche per colpa della censura della cultura dominante. Lo fa con un romanzo appassionante e avvincente.

Chissà se attraverso questo strumento di comunicazione popolare che è la narrativa non si riesca a superare il fuoco di sbarramento che protegge il mito risorgimentale e a far riscoprire una storia negata e censurata. In ogni caso, è questo non è poco, abbiamo un bel romanzo che ci farà trattenere il fiato sotto l’ombrellone o nella frescura della montagna.

Paolo Gulisano

https://www.riscossacristiana.it

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