Maggiolini, un vescovo senza attenuazioni

Monsignor Alessandro Maggiolini è stata una delle più significative figure della Chiesa italiana dell’ultima parte del ‘900. Fu Vescovo di Carpi, poi di Como, ma al di là dei suoi impegni diocesani, la sua statura di teologo, il suo pensiero limpido e chiaro, la sua precisione di giudizio ne fecero un punto di riferimento per tanti credenti che si nutrirono delle sue opere e del suo magistero. Insieme al confratello e amico Giacomo Biffi, proveniva da quella scuola di pensiero di cattolicesimo ambrosiano che sull’esempio del cardinale Giovanni Colombo seppe tenere la barra diritta negli anni confusi del Postconcilio. Maggiolini fu l’unico italiano della squadra di vescovi e cardinali che – coordinati dall’allora Prefetto della Congregazione per la Dottrina della Fede -, scrissero il Nuovo Catechismo della Dottrina Cattolica, uno dei prodotti più impegnativi (e oggi  trascurati) del pontificato di Giovanni Paolo II.

In occasione degli 85 anni dalla nascita e dei 10 anni dalla conclusione del ministero episcopale a Como di mons. Maggiolini, viene ora pubblicato l’ultimo testo scritto dal grande vescovo e teologo. La pubblicazione avviene per mezzo dell’Associazione Culturale Alessandro Maggiolini, operante già da diversi anni, ma costituitasi formalmente come realtà associativa tre mesi fa, il 6 ottobre 2016, l’Associazione Alessandro Maggiolini si propone lo scopo di preservare, rendere accessibile e diffondere la conoscenza della figura e del pensiero di mons. Alessandro Maggiolini.

L’Associazione intende promuovere diverse attività, in particolare: la raccolta e lo studio delle opere mons. Maggiolini; lo svolgimento di attività editoriale per la pubblicazione e la diffusione di tali testi e studi, tanto a scopo scientifico e divulgativo, quanto per l’utilizzo concreto nelle celebrazioni e nella preghiera; lo svolgimento di attività divulgativa attraverso seminari e convegni, così come l’organizzazione di incontri con esponenti del panorama ecclesiale e sociale; la conoscenza teologica, liturgica e storica della Chiesa Cattolica, particolarmente quella ambrosiana e comasca.

Ammaestrata dall’insegnamento di mons. Maggiolini nella professione della Fede Cattolica «insegnata, ricevuta e vissuta nella Chiesa: ogni affermazione e ogni esperienza, senza sgarri e senza attenuazione» (come scrisse il Vescovo nel suo Testamento Spirituale), l’Associazione intende soprattutto approfondire la conoscenza del grande dono del Mistero della Fede per il quale Gesù Cristo, Figlio di Dio Incarnato, Morto e Risorto per la salvezza del mondo, continua ad incontrarci tramite la Chiesa. Proprio le parole tratte dal suo Testamento Spirituale, che l’Associazione ha scelto come motto, indicano i degni scopi dell’Associazione e l’importante servizio che presta alla Chiesa: «Professo la Fede Cattolica insegnata, ricevuta e vissuta nella Chiesa: ogni affermazione e ogni esperienza, senza sgarri e senza attenuazione».

Un programma che in tempi difficili come questi per la Chiesa non si può non sottoscrivere e possibilmente diffondere.  Particolarmente opportuna appare allora la pubblicazione di questo scritto, curata da Daniele Premoli, impreziosita dalla Prefazione del cardinale Robert Sarah, Prefetto della Congregazione per il Culto divino e la Disciplina dei Sacramenti, e con Interventi di mons. Oscar Cantoni, Vescovo di Como, e di mons. Luigi Negri, Arcivescovo di Ferrara.  Un concentrato di autentici difensori dell’Ortodossia cattolica.

Dettato nelle ultime settimane di vita, l’agile volume intende riproporre l’esercizio religioso della Visita Eucaristica. Come un padre con i figli, mons. Maggiolini conduce il lettore, accompagnandolo per mano in un silenzio colmo di ammirazione. Non vengono proposti testi molto lunghi: le frasi suggerite vanno fatte risuonare nel cuore, pacatamente, finché diventino quasi il silenzio di una contemplazione che pressoché non riesce più a staccarsi dall’amore che ci si propone nel Tabernacolo. Ci viene così autorevolmente ricordato che Eucaristia e missione sono inscindibili, perché la prima è il memoriale dell’offerta redentrice di Gesù al Padre per la salvezza degli uomini, e attraverso il sacrificio sulla Croce, Gesù “‘fa’ l’Eucaristia, rende cioè grazie al Padre, e questo mistero chiede a noi di rendere grazie con Cristo al Padre, non tanto con le parole quanto con la nostra stessa vita unita alla Sua.

In secondo luogo, non c’è autentica celebrazione ed adorazione dell’Eucaristia che non conduca alla testimonianza, e quindi alla missione. Le chiare parole di Maggiolini ci invitano innanzitutto ad un amore per l’Eucaristia, a non stancarsi  mai di celebrarla e di adorarla, insieme con tutta la comunità cristiana, mettendola al centro della vita personale e comunitaria, affinché la comunione con Cristo i aiuti a compiere scelte coraggiose.

Il primo luogo dell’evangelizzazione è la persona umana, verso la quale l’Eucaristia ci spinge, chiedendoci capacità di amore, ponendo Gesù al centro della nostra esistenza. Un programma esigente, ma affascinante. Per meno di così, ci avrebbe detto Sandro Maggiolini, la vita cristiana non vale molto.

Paolo Gulisano

http://www.lanuovabq.it/it/articoli-maggiolini-un-vescovo-senza-attenuazioni-18551.htm

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *