Trionfo della medicina & tramonto dell’uomo in una pièce teatrale di cento anni fa

Knock, o il trionfo della medicina (Knock ou Le triomphe de la médecine), ora pubblicato da Liberilibri, è la più conosciuta opera tetrale di Jules Romains, saggista, poeta e drammaturgo francese, scritta nel 1923 e venne rappresentata 1.400 volte in quattro anni. Negli anni seguenti alla Prima Guerra Mondiale, i principali autori teatrali in Europa erano il siciliano Pirandello, l’anglo-irlandese G.B. Shaw e, appunto, Romains.

Questo lavoro, dopo 99 anni, è diventato straordinariamente attuale. La trama parla del dottor Parpalaid, medico condotto del villaggio di Saint-Maurice, che decide assieme alla moglie di lasciare la tranquilla ma monotona vita di provincia e di trasferirsi a Lione, a lavorare in una grande città. Il suo posto viene preso da un certo dottor Knock. Nel ricevere le consegne, questi rimane stupito e perfino dispiaciuto che a Saint-Maurice la maggior parte delle persone goda di ottima salute. Ma questo fatto non gli impedisce – anzi lo sfida – a mettere in atto una strategia del tutto particolare per aumentare il lavoro e di conseguenza i profitti.

Al motto di “Gli individui sani sono dei malati che non sanno di esserlo”, Knock insinua negli abitanti del villaggio di essere in realtà malati e di aver bisogno del suo aiuto. Riesce a instaurare per tutti una terapia di lungo corso, facendo affari col farmacista del paese, Mousquet, e trasformando il municipio in una clinica. I malati (che erano ignari di esserlo) vengono anche dalle contrade vicine, nonostante le tariffe che Knock è arrivato a chiedere. Il dottor Parpalaid, tre mesi dopo, venuto a sapere di ciò che sta accadendo a Saint-Maurice, torna da Knock tentando di riottenere il suo vecchio posto, ma la forza oratoria di Knock convince lo stesso Parpalaid di essere ammalato, diventando a sua volta un suo paziente.

La pièce ebbe subito fortuna per diversi motivi. Prima di tutto a motivo della satira sui medici, ma soprattutto per il fatto che svelava le prime tecniche manipolatorie della pubblicità. Il modo infatti con cui Knock (un nome inglese, forse per ammiccare alla provenienza da Oltreoceano delle forme pubblicitarie) ha successo sta nella propaganda, in proposte promozionali (la prima visita è sempre gratis, per agganciare il cliente) che nulla hanno a che fare con l’esercizio tradizionale della medicina. Knock mette in piedi una efficiente macchina per creare dei malati, dato che anche se non ci sono, si possono inventare.

Il testo, che ricordiamo del 1923, voleva essere comico, ma riletto un secolo dopo è terribilmente inquietante. La manipolazione, la forza di suggestione operata dal medico è tale da convincere le persone di avere delle malattie, e quindi di avere bisogno di trattamenti. Non di cure: perché le cure significano terapie, ma anche attenzioni nei confronti dei pazienti. Knock invece vuole dei clienti.

Forse involontariamente, Romains descrive nella sua commedia la nascita della medicina moderna, la quale anziché prendersi cura dei veri pazienti, dei veri ammalati, crea degli ipocondriaci che si consegnano nelle mani di chi garantisce loro delle protezioni nei confronti delle paure che essi stessi hanno provocato. È la negazione della medicina come è stata intesa per secoli, come arte di prendersi cura ma anche di conoscere, di comprendere la natura e l’uomo, e non un semplice mestiere.

Knock anziché risolvere problemi – che è il compito del medico autentico – ne crea di nuovi, e soprattutto gioca con un sentimento profondamente radicato nella psiche umana che è la paura. Nei tranquilli paesani inocula la paura della sofferenza, della vecchiaia, della morte. Promette illusoriamente ciò che è diventata l’utopia moderna della salute assoluta: un’ideologia che promette una condizione in cui i confini fra male e malattia, salute e salvezza, guarigione e redenzione diventano sempre più esigui. L’illusione dell’eliminazione di ogni malattia e della sofferenza, non solo del singolo individuo ma anche di tutto il genere umano. Un’utopia che contraddice l’esperienza quotidiana del medico, ma anche di ogni uomo, che è quella della fragilità dell’esistenza umana: si possono trattare singole malattie, lenire sofferenze, ma malattia e sofferenza non possono essere eliminati completamente.

Dalle radici profonde della Medicina intesa come prendersi cura emerge con chiarezza quello che è stato per duemila anni il compito autentico della Medicina: farsi carico, con piena consapevolezza, della sofferenza che incontra, della malattia e della morte, in tutte le circostanze del suo lavoro. Il compito del curare ha avuto, e ancora oggi ha ogni giorno, a che fare con il singolo segnato dalla malattia nel suo corpo e nel suo spirito.

Quella di Knock non è – come dice il sottotitolo ironico – “il trionfo della Medicina”, ma l’inizio tragico della sua fine, o meglio nella sua trasformazione in uno strumento finalizzato a obiettivi economici e oggi, a un secolo da questo testo suggestivo, anche politici.

Paolo Gulisano

https://www.ricognizioni.it/trionfo-della-medicina-tramonto-delluomo-in-una-piece-teatrale-di-cento-anni-fa/

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *