A Calolziocorte Vannacci ha presentato il suo libro

Il Generale ha volutamente tenuto un profilo basso evitando di accentuare il rumore attorno al suo libro e alla sua persona. Ha sottolineato i temi “patria” e “famiglia”, ma s’è tenuto lontano dal Terzo e più impegnativo “Dio”

Il generale Roberto Vannacci ha presentato presso la sala del Monastero del Lavello a Calolziocorte il suo libro, bestseller dell’estate, “Il mondo al contrario”, davanti ad un folto pubblico presente in sala, mentre fuori dalle mura dell’ex convento si svolgeva una contromanifestazione di persone che contestavano al Generale le sue presunte idee xenofobe e omofobe.

Citando Shakespeare, si potrebbe dire «molto rumore per nulla». Vannacci, nel corso della serata, ha tenuto un profilo decisamente basso, quasi minimizzante. Ha raccontato come è nato il libro, a partire da sue riflessioni e appunti, in particolare sui temi che gli stanno più a cuore, ovvero quelli ambientali ed energetici.

Poi, strada facendo, ha aggiunto pagine su pagine riguardanti altri argomenti, fino ad arrivare alle 373 che poi ha autopubblicato su Amazon, quasi una scommessa con gli amici e con la propria moglie romena. In realtà, nel giro di pochi giorni, come sappiamo, questo libro era sulle pagine dei principali giornali ed era divenuto un caso mediatico di cui tutti parlavano.

Un’abile strategia di marketing o un puro caso? Vannacci anche in questo caso ha minimizzato, in modo molto sornione, come ha fatto su tutti gli argomenti su cui è stato chiamato in causa. Omofobia? Macchè: si è trattato di un equivoco: non discriminerebbe mai una persona omosessuale, o – come ha detto in qualche intervista – “diversamente eterosessuale”, con una contorsione linguistica non da poco. D’altra parte, aggiungiamo noi, l’accusa di omofobia era già poco sostenibile per il fatto che la prima edizione autoprodotta era stata pubblicata con la piattaforma di Amazon, una azienda che sostiene economicamente la cultura LGBT+, mentre questa seconda edizione vede la prefazione del giornalista Francesco Borgonovo fresco di outing.

Vannacci da buon militare ha operato un’abile manovra di ripiegamento anche su altre questioni che gli sono state poste: l’impegno in politica? «Ma no – si è schermito – sono un soldato e continuerò ad occuparmi della mia professione».

Una domanda da parte di chi il libro lo aveva già letto, ha interpellato il Generale sul fatto che nel suo testo non si menziona assolutamente il passato stato di emergenza pandemica, quasi che su questi temi – dal lockdown al famigerato Green Pass, Vannacci non abbia proprio nulla da eccepire.

La risposta è stata anche in questo caso elusiva: in materia sanitaria il neo scrittore ha dichiarato di “non avere competenza”, e di non poter quindi valutare tutto quello che è accaduto. Ha voluto tuttavia precisare di essersi fatto fare quattro dosi di vaccino, come “atto di fede”, ha affermato. Una fede nella Scienza e in quello che gli esperti governativi asserivano.

La posizione di “non competenza in materia” è emersa anche nei confronti del tema religioso. Vannacci nel suo libro parla di Patria (moltissimo, con una retorica nazionalista dal sapore vetero risorgimentale) e famiglia. Manca la terza voce del celebre trinomio, la più importante, ovvero Dio. Di tutto si è occupato, nel suo libro, fuorché come si diceva, della Pandemia e di un altro tema estremamente importante: la libertà religiosa.

A questo punto, sorge impellente la domanda: se il Generale ha riscosso prevedibilmente consensi in un certo mondo di destra, magari insofferente verso la Meloni, e qualcuno ha ipotizzato un suo ruolo di Gatekeeper, un “sabotatore” inviato per dividere l’opinione pubblica di Centro Destra, il mondo cattolico dovrebbe astenersi dal vedere in lui un proprio rappresentante.

Qualcuno si è entusiasmato per il Generale perché si dice che sostiene le cose che tutti pensano e nessuno ha il coraggio di dire. Probabilmente chi ha avanzato questa ipotesi non conosce e non legge tanti autori che intervengono da anni sui temi ai quali l’alto ufficiale si è ora affacciato, e con molta più competenza e pertinenza.

Vannacci propone un orgoglio nazionale italiano puramente laicista, avulso dalla storia del Cristianesimo. Propone una sua versione del progresso infinito della crescita costante, in una visione di darwinismo sociale. Basta leggere il suo libro per rendersene conto. Evitando le censure preventive evocate dalle associazioni di Sinistra che l’hanno contestato. Non c’è niente di meglio che conoscere per poter giudicare.

Paolo Gulisano

http://www.resegoneonline.it/articoli/a-calolziocorte-vannacci-ha-presentato-il-suo-libro-20231018/

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