Al Meeting di Rimini di Rimini impazza il ’68. Si potrebbe dire che sia il vero protagonista della manifestazione riminese. Un protagonista all’insegna della nostalgia e dell’amarcord, come se fosse una rimpatriata tra vecchi indossatori di eskimo anziché la kermesse di quello che un tempo era considerato un movimento cattolico “integralista”. E in effetti forse è propria questa voglia di essere accettati e accreditati dal mondo che muove CL a rimpiangere i “bei tempi” delle contestazioni e delle okkupazioni. Un ’68 mitizzato e selezionato, in un Meeting assolutamente dimentico di altri avvenimenti e personaggi di quell’anno terribile, che avrebbero meritato da parte di CL un ricordo con incontri o mostre, come l’invasione sovietica della Cecoslovacchia, la strage di Città del Messico che venne testimoniata da Oriana Fallaci, la morte di Padre Pio, l’uscita dell’Enciclica Humanae Vitae e il polverone di polemiche e contestazioni da parte del progressismo teologico e la nascita del “Dissenso” all’interno dello stesso mondo cattolico. Volendo si poteva anche ricordare uno dei momenti più esaltanti del ’68 per lo sport italiano, cioè i due titoli mondiali pugilistici conquistati da Benvenuti e Mazzinghi.
MEETING DI RIMINI 2018. Quella voglia pazza di ’68
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