Archivi categoria: Eutanasia

Piccolo lessico, grande problema: nel nome del “pluralismo” l’Accademia per la vita apre a pratiche eutanasiche

La Pontificia accademia per la vita ha pubblicato un Piccolo lessico del fine vita che contiene una serie di voci (da cure palliative a eutanasia, da sedazione profonda a disposizioni anticipate di trattamento) bisognose di essere precisate.

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Larghi strati dell’opinione pubblica giustificano delitti contro la vita come aborto, eutanasia e suicidio assistito

LA MORTE NON E’ MAI UNA SOLUZIONE

Oggi si celebra la Quarantacinquesima Giornata per la vita. Ancora una volta questa occasione chi chiama a riflettere su quelle che sono le drammatiche minacce alla vita umana: l’aborto, l’eutanasia, il suicidio assistito.

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Biotestamento: poche richieste, un “radicale” insuccesso

A 5 anni dall’introduzione solo lo 0,4% degli italiani ha depositato le Dat (Dichiarazioni anticipate di trattamento). L’Associazione Luca Coscioni non si arrende ai fatti e affina le armi della propaganda per convincere il restante 99,6% di italiani che, evidentemente, non vogliono morire ma farsi curare.

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Se elimina il sofferente anziché la sofferenza non è medicina

Una medicina che non si propone di eliminare la sofferenza, ma il sofferente, non è più l’arte del curare che è stata per 2000 anni. È la logica perversa che sta dietro anche ad altre forme di eutanasia, dell’abbandono terapeutico, della rinuncia alla cura. Una medicina asservita a normative che non riconoscono alcun valore alla vita umana sofferente.

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Nuova Zelanda, eutanasia per Covid? Il “no” dei pro life

Nel Paese guidato da Jacinda Ardern, dopo l’entrata in vigore dell’End of Life Choice Act è emerso il timore che la nuova legge possa applicarsi ai pazienti affetti da Covid o Long Covid. Il Ministero della Salute ha confermato che c’è questa possibilità. Ma i pro vita chiedono che si impedisca quest’altra deriva.

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Storia di Giusy, strappata alla eutanasia da coronavirus

Arrivata nel Pronto Soccorso di un ospedale in Lombardia con forti dolori toracici, alla signora Giusy, 79enne cardiopatica, viene diagnosticata una polmonite interstiziale. Alla figlia viene spiegato che, date le condizioni, in ospedale verrà accompagnata alla morte con la morfina: «Non si preoccupi, non soffrirà». Ma seguendo la propria intuizione e il consiglio di un medico amico, la figlia si riporta la madre a casa. E ora dopo dieci giorni non solo è ancora viva, ma sta molto meglio. Un racconto impressionante, in prima persona, che apre uno squarcio su quanto sta accadendo almeno in alcuni ospedali.

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Eluana Englaro: dieci anni dopo

Dieci anni fa, il 9 febbraio del 2009, si spegneva in una clinica di Udine Eluana Englaro.  A portarla a morte era stata la sospensione dell’alimentazione e dell’idratazione decretati da una sentenza giudiziaria che fece enorme scalpore. A chiedere che si arrivasse a questo fu il padre, Giuseppe Englaro. “Con Eluana io avevo fatto un patto e l’ho rispettato . Ho rispettato e onorato la parola che avevo dato a mia figlia”. Così affermò il genitore, facendo riferimento a delle presunte affermazioni fatte anni prima dalla giovane Eluana di fronte alla vicenda di un coetaneo che era rimasto vittima di un incidente che lo aveva portato in un letto di ospedale. “Meglio morire che vivere così”. Questa frase sarebbe in seguito costata la vita alla giovane lecchese, perché per anni Giuseppe Englaro si impegnò con tutti i suoi mezzi perché questa presunta volontà della figlia fosse realizzata. Un incredibile patto di morte, senza testimoni, senza firme, (siamo molto lontani dalle cosiddette “dichiarazioni di fine vita”) un patto di sangue e onore, come nelle più cupe tragedie pagane. Un patto faustiano tra un’adolescente che – forse –  si lascia sfuggire qualche battuta sull’inopportunità di vivere da invalidi, e uno strano padre pronto a cogliere in quelle frasi di diciassettenne una volontà testamentaria.

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