Archivio mensile:Novembre 2018

Opzione Guareschi: dare vita al Mondo Piccolo

Dopo cinquant’anni di censure, nella sua stessa terra natia, lo scrittore Giovannino Guareschi, il creatore del Mondo Piccolo di Don Camillo, torna da vincitore. In sua memoria nasce il Busseto Festival Guareschi. E un gruppo di ragazzi propone il Progetto Mondo Piccolo: “vivere guareschianamente” combattendo il male con il bene.

“Non muoio nemmeno se mi ammazzano”: così aveva scritto nel diario clandestino che teneva nei lager nazisti Giovannino Guareschi. E così è stato. A cinquant’anni dalla sua morte Guareschi, l’inventore del Mondo Piccolo di Peppone e don Camillo, è più vivo che mai, nella memoria affettuosa dei suoi lettori, nelle iniziative che suo figlio Alberto – a sua volta adiuvato dalle sue figlie – porta avanti, così come quelle del Club dei 23, il sodalizio dei lettori guareschiani retto dal vulcanico giornalista e scrittore Egidio Bandini.

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Maggiolini, vescovo fuori dal coro

L’11 novembre di dieci anni fa si spegneva una delle figure più significative del mondo cattolico italiano degli ultimi trent’anni: monsignor Alessandro Maggiolini, teologo, giornalista, vescovo. Un vescovo decisamente “fuori dagli schemi”, come recita il sottotitolo della biografia che gli ha dedicato il giovane studioso Daniele Premoli, Alessandro Maggiolini, edita da Ancora.

Un vescovo che fu un vero segno di contraddizione: fu tra i primi (e pochi) prelati della Conferenza Episcopale Italiana a vedere il lato oscuro dell’emigrazione di massa, a porsi il problema del confronto con l’Islam, a denunciare la secolarizzazione dilagante e la crescente insignificanza dei cattolici nella società e nella politica.

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Joseph, l’umanità che vince sul buonismo post cristiano

Con questo suo ultimo romanzo, Io mi chiamo Joseph, edito da Ares, scopriamo la scrittrice Silvana De Mari come grande maestra di umanità. Una storia di straordinaria normalità, una storia in cui la banalità del male che ormai dilaga inarrestabile trova un ostacolo nell’ostinata volontà di bene che sopravvive in figure semplici.

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La prima guerra mondiale: un conflitto contro il cristianesimo

4 Novembre: in Italia da 100 anni si celebra la vittoria nella “Grande Guerra”. La retorica nazionalista ha sempre visto in questa data uno dei suoi capisaldi ideologici e propagandistici. Le “terre irredente” di Trento e Trieste erano finalmente riunite alla grande Patria. Alcuni videro nella Prima Guerra Mondiale l’ultimo conflitto del Risorgimento. In effetti, questa guerra ebbe gli stessi intenti di quelle risorgimentali: realizzare una rivoluzione di valori, costumi, tradizioni. Era una guerra contro la Chiesa, contro il Cattolicesimo. Una guerra contro l’Impero Asburgico, ultimo retaggio di quello che era stato il Sacro Romano Impero.

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Diario del maestro di Cordés

LA BIBLIOTECA DI RISCOSSA CRISTIANA

Nel maggio del 1915, l’Italia- rigettando il patto di alleanza che aveva negli anni precedenti contratto con Austria e Germania, dichiarò guerra all’Impero asburgico, in preda al furore nazionalistico manovrato dalla Massoneria internazionale, contro il comune sentire dell’opinione pubblica e contro il parere dello stesso pontefice Benedetto XV che aveva definito quella guerra “un’inutile strage”.

Il conflitto ebbe conseguenze tremende per il Tirolo: l’Italia infatti non si accontentò di annettere al proprio territorio Trento e la zona italofona, ma volle dilatare i propri confini ben oltre Salorno, che rappresentava il confine etnolinguistico tra Trentino e Tirolo.

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I messaggi in codice di Shakespeare contro il regno che soffocò i cattolici

Il 5 Novembre l’Inghilterra festeggia una ricorrenza tutta sua, con fuochi e maschere che sembrano un prolungamento di Halloween. Ciò che si festeggia è la definitiva sconfitta delle speranze dei cattolici inglesi di fermare le spaventose persecuzioni avviate sotto il regno di Elisabetta: il Guy Fawkes Day.

Questa storia ebbe luogo 400 anni fa, nel 1605. Guy Fawkes era un soldato inglese, nativo dello Yorkshire. Apparteneva alla piccola minoranza di inglesi rimasti cattolici, nonostante le durissime persecuzioni che per questo dovevano subire. Vivevano la loro fede nella clandestinità, oppure erano costretti ad andare in esilio. Fawkes fu uno di questi: decise di infatti di lasciare l’Inghilterra e offrire la propria spada di ufficiale ad un sovrano cattolico, esattamente l’Imperatore d’Austria, sotto il quale servì per diversi anni in vari conflitti, maturando una notevole esperienza nell’uso della polvere da sparo.

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Beato Giovanni Duns Scoto

La Scozia: una terra antica e orgogliosa la cui bandiera è la Croce di Sant’Andrea e che è la patria del francescano Giovanni Duns, soprannominato Scoto (dalla nazione Scozia come l’Università di Parigi suddivideva gli studenti per nazioni). Nel villaggio di Duns, nella parte meridionale del Paese, confinante con l’Inghilterra e chiamata per questo Border,  tra la fine del 1265 e l’inizio del 1266, nasceva il piccolo John, ovvero Giovanni. Il bambino, dopo essersi occupato delle greggi del padre, immerso nella bellezza variopinta della natura scozzese, ricevette la formazione scolastica all’ombra delle due vicine abbazie cistercensi di Melrose e di Dryburg, che gli accesero l’amore per la Madonna e per la liturgia.

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