Nel 1918 la società italiana era lacerata. La guerra era stata voluta anche contro la Chiesa e molti cattolici videro in essa una via di riconciliazione con lo Stato.
E’ iniziato il centenario della conclusione della Prima Guerra Mondiale, quella che per gli italiani fu la “Grande guerra”.
L’inverno del 1918 vide il Paese in una situazione difficile, dopo lo straordinario successo ottenuto dall’esercito austro-tedesco a Caporetto. L’Italia si piegava sulle sue ferite, e mentre Cadorna veniva avvicendato ai vertici militari da Armando Diaz, il popolo affrontava un inverno di paura, fame, freddo e frustrazione. Nel frattempo ci si preparava a mandare al fronte i giovanissimi, i ragazzi della classe ’99, ragazzi strappati ai villaggi e ai campi se non alle aule di liceo per essere inviati sulla linea del Piave. Il nazionalismo italiano ha sempre celebrato con tutti i mezzi quella che considera una delle sue epopee, ma di quel fatidico ’18 bisognerebbe ricordare anche altri aspetti sottaciuti.