Il “Manuale del Diavolo” di Cammilleri. Il nuovo Berlicche colpisce così

Quando si è in guerra, è assolutamente necessario l’utilizzo dell’Intelligence, ovvero conoscere i disegni strategici del nemico. E se si è in guerra contro Satana, come lo siamo, è essenziale sapere, avendola scatenata lui, come intenda procedere nel tentativo di portarci a rovina.

Lo aveva capito benissimo ottant’anni fa il grande convertito al cristianesimo Clive Staples Lewis, dando alle stampe nel 1942 The Screwtape Letters, nell’edizione italiana Le lettere di Berlicche. Ebbe subito grande successo di critica e di pubblico: il libro si inseriva in un filone letterario, quello del romanzo epistolare, che in Inghilterra aveva un’illustre tradizione, e in più possedeva un tocco di originalità geniale, che consisteva nell’essersi calato nei panni di un diavolo, un importante alto funzionario della gerarchia infernale, che scriveva regalando i suoi buoni (o meglio cattivi) consigli a un suo nipote, un giovane demone all’inizio della difficile carriera del tentatore, di nome Malacoda. Ovviamente tutto è descritto dal punto di vista del diavolo, con una prospettiva ribaltata rispetto a quella che ci è solita, per cui, parlando di Dio, Berlicche ne scrive definendolo “il Nemico”, le azioni migliori e raccomandate sono quelle malvage, il bene è il male e così via. L’effetto è quello di una satira del nostro mondo, paradossalmente non cattiva, nonostante la presenza dei diavoli, ma che induce alla riflessione.

Le Lettere di Berlicche hanno fatto scuola nel corso di questi decenni, e diversi autori ne hanno dato la loro versione. L’ultima è di Rino Cammilleri, il patriarca dei saggisti cattolici, apologeta arguto di lungo corso. Nel suo più recente libro (che Duc in altum ha presentato qui), Il manuale del Diavolo, ci offre un’attenta disamina delle odierne strategie elaborate nelle sale di comando infernali. È come una relazione scritta da un agente infiltrato, anche se chi parla – in perfetto stile lewisiano –  è un demone della corte infernale.

Ci sono passaggi, nelle parole del protagonista, che fanno molto riflettere. Innanzitutto, il diavolo si definisce teologo, e la cosa non ci stupisce.

Proprio perché noi Maestri siamo perfetti teologi, la nostra Sezione Teologica è specialmente incaricata di prendersi cura dei teologi umani. Con quelli più eruditi viene meglio. Infatti, basta poco per truffarli. Per esempio, si suggerisce che lo spostamento di una sola virgola rende “più comprensibile” il testo che stanno studiando. Sacro, ovvio. Che dunque ci deve essere stata un’interpolazione tardiva da parte di qualche anonimo amanuense. E via correggendo. Se qualcuno fa loro notare che forse stanno sbagliando, ecco intervenire un Maestro dei nostri. Basta uno normale, cioè non specializzato. Il quale deve limitarsi a insinuare all’orecchio del primo teologo: ma questo qui come si permette? Non sa chi sono io? Ho almeno venti pubblicazioni più di lui, ho cattedre nei maggiori atenei, e via indignando. Eh, con la superbia non si sbaglia mai. È sufficiente titillarla.

Gli insegnamenti del demoniaco gerarca sono rivolti a un’apprendista, e sfogliando il manuale entriamo progressivamente nei piani dell’avversario, nelle sue tecniche di azione, nei suoi scopi.

Cammilleri ci rivela i mefitici protocolli dell’organizzazione:

Non possiamo fare altro che continuare a diffondere il Male finché il Corpo Mistico di Satanasso non sia completato. A proposito di Male, complimentati con Noi: facendo leva sulla giusta distinzione tra peccatore e peccato, tra errore e errante, tra male e malfattore abbiamo finito col disarmare anche i preti. Infatti, se ci pensi bene, il Male non esiste, è un’astrazione. Quel che davvero esiste sono i peccatori, gli eretici o erranti, i malfattori. Come puoi combattere il Male se non rendi inoffensivo il delinquente?

Come noto, vi sono due errori, uguali e opposti, nei quali si può cadere nei riguardi del diavolo; uno è di non credervi, l’altro è di avvertire per esso un interesse eccessivo e malsano. Naturalmente il demonio è ben contento di ambedue gli atteggiamenti, e saluta con la stessa soddisfazione – come ebbe a dire Lewis – “il materialista e il mago”, ossia i due modelli di queste opinioni riguardanti il mistero dell’Iniquità. Il materialista scettico e il mago, ovvero il cultore dell’occulto, dell’esoterico, portano entrambi acqua al mulino di Satana, sia nel negarne l’esistenza sia nell’enfatizzarla.

Il manuale di Rino Cammilleri ce lo dimostra con grande sapienza.

Rino Cammilleri, Il manuale del Diavolo, Cantagalli, 352 pagine, 21,85 euro

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