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Perché amiamo C.S. Lewis, «il convertito più riluttante della storia»

Magdalen College a Oxford

Magdalen College a Oxford

Cinquant’anni fa moriva C.S. Lewis. La notizia della sua morte, oscurata all’epoca dall’assassinio di J. F. Kennedy, avvenuto quello stesso giorno, rischia oggi di passare inosservata per le stesse ragioni di allora. Ma per noi che nei confronti dell’autore delle Cronache di Narnia abbiamo un vero e proprio debito di gratitudine, è questa l’occasione per parlarne, insieme a Paolo Gulisano, uno dei massimi studiosi italiani di letteratura fantastica, autore tra l’altro di C.S. Lewis. Tra fantasy e Vangelo. Gulisano nel corso di un incontro promosso alcuni giorni fa dal Centro Culturale Benedetto XVI di Monza, ha considerato la vita dello scrittore irlandese nell’ottica di una vera testimonianza di Fede. Nato protestante, nella cattolicissima Irlanda e ribellatosi all’idea di Dio in seguito alla morte della madre, Lewis si imbatté già adulto nell’Ortodossia di Chesterton. «Questo libro lo colpì profondamente» spiegava Gulisano «perché gli fece scoprire che “il segreto del cristianesimo è la gioia”. Ma non lo convertì: infatti solo un incontro può convertire».

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MOBY DICK/ L’eterno conflitto che ci fa andare per mare con il capitano Achab

Fino_all'abisso 1Moby Dick è un grande classico della letteratura, un libro complesso all’apparenza semplice. Scritto nel 1851, continua ad essere pubblicato, letto, interpretato.

Tutti sanno di cosa tratta: della caccia a una balena bianca di nome Moby Dick da parte del capitano Achab e dell’equipaggio della sua nave, il Pequod.

Il libro però è molto più profondo di quanto possa sembrare all’apparenza.                    

Tutto in Moby Dick sembra essere fuori dal tempo e dallo spazio: la caccia sembra non finire mai, il Pequod veleggia sulle acque di oceani senza fine, tutto sembra muoversi e stare fermo allo stesso tempo. Tutto il libro parla di avventura, di ricerca, e di fede. Lo aveva compreso perfettamente il primo traduttore italiano del capolavoro di Melville, Cesare Pavese: “Leggete quest’opera (Moby Dick) tenendo a mente la Bibbia e vedrete come quello che vi potrebbe anche parere un curioso romanzo d’avventure , vi si svelerà invece per un vero e proprio poema sacro cui non sono mancati né il cielo né la terra a por mano”.

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