“Cari Vicari, non ignorate i danni dei vaccini anti-Covid”

La documentazione scientifica ormai abbonda di dati sugli effetti avversi da vaccini anti-Covid. Don Marco Begato si appella ai vicari episcopali, chiedendo loro di attivarsi per la prevenzione di malori tra i preti giovani.

I dati epidemiologici ci segnalano da mesi, a partire dal 2022 in modo piuttosto significativo, un aumento della mortalità generale, della mortalità per tumori e della morbilità di diverse patologie, dalle neuropatie alle malattie autoimmuni, dalle vasculopatie alle cardiopatie infiammatorie. Sono dati che non possono e non devono più essere ignorati, e le cui cause devono essere attentamente valutate, senza escludere a priori l’eventuale correlazione con l’assunzione dei farmaci genici a mRNA.

Molte associazioni di categoria, come ad esempio quelle delle forze dell’ordine, di fronte al numero di 50.000 casi di possibili danni da vaccino annoverati tra le proprie file, hanno richiesto degli approfondimenti. Tra le persone che presentano stati patologici non mancano i religiosi, le religiose, i sacerdoti. Tra l’altro, i membri del clero e delle famiglie religiose hanno avuto delle percentuali di vaccinati altissime. Chi per decisione propria, chi per ottemperanza alle leggi emanate dallo Stato, chi per obbedienza – e spesso per costrizione – agli ordini dei superiori. Fatto sta che chi si trova a curare sul campo, riscontra in numero sempre maggiore membri del clero, anche giovani, e senza precedenti stati patologici, che presentano le patologie sopra indicate. Ciò è causa di sofferenze e molto spesso anche di condizioni di ansia per il fatto che queste patologie sono quasi sempre indicate come di origine ignota o non identificabile.

Il povero “don” o la povera suora si trovano a soffrire senza che venga loro fatta una diagnosi e quindi assegnata una terapia idonea. Naturalmente, dell’ipotesi di correlazione col vaccino anti-Covid non se ne parla neanche.

Recentemente si è avuto anche il caso di un giovane prete in piena salute, morto per “malore improvviso”. Questa è stata per così dire la goccia che ha fatto traboccare il vaso per don Marco Begato, salesiano, già attivo promotore dell’iniziativa “Chiesa in ascolto”, che raccoglie sacerdoti che hanno intrapreso una pastorale dell’ascolto e dell’aiuto alle persone danneggiate dai vaccini.

Don Begato ha redatto e diffuso un appello affinché i vertici delle diocesi, e in particolare i vicari episcopali, si facciano carico della salute dei loro sacerdoti. Il sacerdote salesiano si dice consapevole che l’appello è un genere ritrito, ma vi si ricorre quando non ci si sente più ascoltati in generale e si vuole cercare l’attenzione di un soggetto molto specifico, che si ritiene direttamente interessato dalla causa e che si spera possa farsi latore della causa presso altri, ottenendo quel successo e quell’attenzione che i sottoscrittori dell’appello proprio non sono fin qui riusciti a trovare altrimenti.

Ma perché appellarsi ai vicari episcopali e non direttamente ai vescovi? Don Begato spiega di ritenere che il contenuto dell’appello tocchi direttamente l’incarico del vicario episcopale, più direttamente a contatto col proprio clero, rispetto al vescovo.

Qual è dunque il focus di questo appello? La richiesta è che i vicari episcopali si attivino per la prevenzione dei malori nel clero giovane. La motivazione che spinge don Begato a tale richiesta muove a partire da un recente fatto di cronaca avvenuto in una diocesi lombarda: la morte, come dicevamo, per “malore improvviso” di un giovane sacerdote, don Roberto Pozzi, un malore avuto mentre era alla guida dell’auto. Questo tragico episodio solleva una domanda e quindi l’appello: «La descrizione dell’incidente di Pozzi assomiglia formalmente ai tanti fenomeni, esplosi negli ultimi due anni, di malori improvvisi che stanno stroncando soprattutto i giovani maschi adulti. Le statistiche da vari Paesi del mondo (si pensi ai casi conclamati di Australia, UK, Danimarca, Germania) indicano una impennata di morti improvvise, di tumori turbo (definiti in tal modo per la rapidità e la gravità del loro anomalo sviluppo), di malattie autoimmuni. In particolare si registrano problemi cardiaci e, penso anche solo alla situazione in Italia negli ultimi mesi, si moltiplicano i casi di autisti che vanno fuori strada a causa di malori: autobus, ambulanze o privati cittadini».

Anche se non sono noti i particolari di quanto accaduto a don Roberto, urge – secondo l’estensore dell’appello – che i reverendi padri vicari si documentino e si interroghino circa «la potenziale dannosità dei vaccini anti-Covid, che i sacerdoti italiani sono stati costretti a ricevere dagli imperativi delle curie e certo dalla forte mozione giunta dal Vaticano». I vicari, che sovente si erano fatti mediatori di tali obblighi vaccinali presso i confratelli, giovani e meno giovani, devono ora informarsi circa le possibili conseguenze di questa scelta, «i rischi di salute che essi hanno corso e stanno correndo a causa di questa scelta (…), soprattutto ora che la documentazione scientifica inizia ad abbondare e ora che gli effetti avversi si assommano con evidenza statistica».

Pertanto don Begato chiede che i vicari si facciano promotori nelle diocesi di attività di screening preventivo, particolarmente riguardo a possibili complicazioni cardiache, al fine di limitare il più possibile l’emergere di effetti avversi: «Fatelo per i vostri preti e per i vostri consacrati: loro vi hanno obbedito, si sono fidati, vi hanno seguito. Sta a voi adesso, in coscienza, fare il possibile per limitare loro quei danni, che forse davvero non conoscevate, ma che ora sarebbe grave e colpevole ignorare».

Una chiamata a una responsabilità che è una forma di carità e di paternità.

Paolo Gulisano

https://lanuovabq.it/it/cari-vicari-non-ignorate-i-danni-dei-vaccini-anti-covid

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