Archivi categoria: Libri di Paolo Gulisano

Paolo Gulisano “Là dove non c’è tenebra”

di Livio Partiti

Cicerone scriveva che l’amicizia è superiore a tutte le cose perché dona speranza e non fa piegare l’uomo dinnanzi al destino. Quando due persone scoprono di avere in comune un’idea, un interesse o anche soltanto un gusto, che gli altri non condividono e che, fino a quel momento, ciascuno di loro considerava un suo esclusivo tesoro (o fardello), può nascere con sorpresa un’amicizia. Vedere quello che altri non vedono, ecco la straordinaria condivisione che può unire due persone nell’amicizia. Cosa succede quando questo tipo di relazione nasce tra gli scrittori? Gli effetti sono spesso mirabolanti. A volte delle carriere letterarie sono nate in virtù di un’amicizia. Autori si sono influenzati reciprocamente, altri si sono aiutati, spesso hanno condiviso i propri destini, in alcuni casi anche tragici. Questo libro va alla scoperta di questo straordinario sentimento tra alcuni dei più celebri scrittori di tutti i tempi, da Melville a Manzoni, da Dumas a Tolkien, da Leopardi a Chesterton.

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Malachia tra storia e misteri di Paolo Gulisano

Recensione a cura di Sara Valentino

Ho una predilezione per i saggi e quando ho iniziato la lettura di “Malachia” del dottor Paolo Gulisano, studioso della storia e della cultura delle Isole Britanniche, sono stata letteralmente rapita dalle sue parole.

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Chi è Petrus Romanus? Malachia e le sue profezie, tra storia e misteri

Cari amici di Duc in altum, ho letto di recente con grande interesse Malachia, tra storia e misteri (Àncora editrice, 144 pagine, 16 euro), libro nel quale Paolo Gulisano, medico-scrittore studioso del mondo celtico e ben noto ai lettori di questo blog, affronta la vita del santo irlandese Malachia di Armagh, figura di spicco del cristianesimo medievale, il cui nome rimanda subito alle profezie (Prophetia Sancti Malachiae Archiepiscopi, de Summis Pontificibus) riguardanti i pontificati a partire da Celestino II, eletto nel 1143, fino a Gloria olivae, identificato con Benedetto XVI. Dopo di che abbiamo Petrus romanus, “che farà pascolare le sue pecore fra molte tribolazioni”, e infine “la città dai sette colli sarà distrutta e il tremendo Giudice giudicherà il suo popolo”. Ricordando che sull’argomento è anche disponibile l’opera di Alfredo Maria Barbagallo La Profezia di San Malachia sui Papi, sottolineiamo che il merito del libro di Gulisano è non solo di illustrare origini e presupposti della profezia introducendo una nuova ipotesi lasciata trapelare da Benedetto XVI, ma anche di aprire uno squarcio istruttivo sul cristianesimo medievale e sull’opera di un santo vescovo che dedicò tutta la vita alla difesa e alla diffusione della vera fede.  

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Moby Dick, un “poema sacro” incompreso

Duecento anni fa nasceva, nella giovane America che aveva da poco conquistato la propria indipendenza, Herman Melville, diventato immortale per il suo celebre Moby Dick. Un grande classico della letteratura di cui ben pochi però hanno colto il profondo senso religioso.

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Dialogo con Paolo Gulisano

“L’AMICIZIA LETTERARIA PIÙ FORTE? QUELLA TRA TOLKIEN E LEWIS. QUELLA PIÙ IMPROBABILE? TRA IL CATTOLICO MAURIAC E IL LIBERTINO GIDE”: DIALOGO CON PAOLO GULISANO

Dal sito Pangea.news: Truman Capote. L’aiuto dell’amica Harper Lee fu fondamentale per la scrittura del suo capolavoro, “A sangue freddo”, pubblico nel 1966

Per me l’icona dell’amicizia è lì, “in una conca tra le dune di sabbia, al riparo dal vento freddo e violento”, alla periferia di Liverpool, davanti al mare d’Irlanda, il 19 novembre 1856. Herman Melville fa visita all’amico di sempre, Nathaniel Hawthorne, che lo porta a fare qualche chiacchiera. I due stanno lì, eternati dal vento, per ore.

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A cena con Oscar Wilde e Conan Doyle

Il sodalizio umano e culturale tra celebri penne ricostruito da Paolo Gulisano

Nell’amicizia, quella vera, non ci deve essere nulla di finto. Franchezza e schiettezza, invece, sono gli elementi fondanti: parola di Cicerone, che nel dialogo intitolato, appunto De Amicitia, dichiara che essa è superiore a qualsiasi altro bene perché dona speranza e non fa piegare l’individuo di fronte al destino, anche il più inclemente. Se poi l’amicizia viene a cementarsi tra uomini di ingegno eccelso, maestri di sapere e di penna, non c’è dubbio che il legame viene a caricarsi e a fregiarsi di motivi ancor più alti. Si tratta di un patrimonio di grande valore in cui confluiscono la dimensione umana e la dimensione culturale, nel segno di un reciproco e fertile arricchimento. Getta una forte luce su tale patrimonio l’intrigante e interessantissimo libro di Paolo Gulisano Là dove non c’è tenebra. Storie di amicizia tra scrittori (Milano, Edizioni Ares, 2019, pagine 208, euro 14), appena uscito in libreria, in cui l’autore dichiara che la sua esplorazione «si limita volutamente agli ultimi due secoli, alla modernità, un tempo nel quale l’amicizia è diventata sempre più problematica».

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Là dove non c’è tenebra – Ricognizioni

Davvero sorprendente questo libro di Paolo Gulisano. Là dove non c’è tenebra (Ares, 202 pagine, 14 euro) è la storia di 23 storie di amicizia tra scrittori. Da Melville e Hawthorne a Chesterton e Belloc, da Gide e Mauriac a Hemingway e Fitzgerald, da Guareschi e Manzoni a Tolkien e Lewis, e tanti altri. Un libro curioso, che fa venir voglia di leggere o rileggere o di scoprire testi e autori. Il titolo è tratto da un brano di 1984 di George Orwell, là dove un personaggio pronuncia queste parole: “Ci ritroveremo là dove non c’è tenebra…”, il più bell’augurio che ci si possa fare tra amici. Per gentile concessione dell’Editore pubblichiamo l’introduzione

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