L’invenzione del vero, libri antichi e nuovi – Beppe Roncari: “Engaged”

“L’unico dovere che abbiamo nei confronti della storia è quella di riscriverla”. Così disse il grande scrittore irlandese Oscar Wilde, e questa acuta considerazione credo che valga anche per la narrativa. Perché non riscrivere storie già narrate in passato, o magari dare continuità a personaggi famosi? Da molto tempo la letteratura angloamericana conosce questo tipo di genere narrativo: dai cosiddetti “apocrifi” di Sherlock Holmes, che sono decine e decine di volumi, e dei quali esiste una notevole collana dei Gialli Mondadori curata da Luigi Pachì, fino ai romanzi che vedono come protagonisti Jane Austen o lo stesso Wilde.

Nel corso di quest’anno in cui ricorre il 150° anniversario della morte di Alessandro Manzoni, in cui si sono tenuti e si stanno ancora svolgendo convegni e celebrazioni di prammatica, è uscita una interessantissima e originale opera in due volumi che rivisita i Promessi Sposi in chiave di letteratura fantastica. Il titolo stesso della bilogia, Engaged, non è che il termine usato in inglese per definire una persona sentimentalmente impegnata, quindi un fidanzato, ovvero un promesso sposo.

Chi ha “osato” cimentarsi in questa prova di retelling di uno dei capolavori della letteratura italiana, un’operazione sicuramente ardita e che non sembra sia stata gradita dalla cultura ufficiale, è stato Beppe Roncari. Nato a Milano nel 1978, scrittore, traduttore, editor, ha lavorato nella produzione di fiction e come traduttore di importanti coproduzioni internazionali di Lux Vide. Attualmente lavora per Cambridge University Press come redattore di corsi di lingua inglese e tiene una rubrica fissa dedicata al fantastico su Urania. Vive ad Avigliana in Val di Susa, all’ombra della Sacra di San Michele, che fu a suo tempo la location del film Il nome della Rosa, tratto dall’omonimo bestseller di Umberto Eco, una sorta di giallo medievale non senza qualche connotazione esoterica. E i misteri, nel libro di Roncari, o meglio, nei due volumi usciti uno ad aprile e il secondo a settembre, col grande merito di non aver fatto attendere troppo i lettori, hanno un ruolo molto importante.

Roncari, infatti, riprende la storia dell’amore complicato e contrastato di due giovani lecchesi, ma spalanca la prospettiva a una serie di ipotesi, suggestioni, avvenimenti di tipo soprannaturale. Certamente l’autore ha lavorato decisamente di fantasia, ma partendo da ipotesi molto suggestive. Come spiega nella postfazione, tutto parte da un doppio “What if?”.

Il primo “se” riguarda il famoso Anonimo seicentesco, autore del Manoscritto “ritrovato” da Manzoni, ipotizzando che non fosse un espediente erudito dello scrittore milanese, ma che il personaggio fosse veramente esistito e, quindi, la storia narrata realmente accaduta.

Sulla scia di Cervantes e dello scozzese Macpherson, padre della letteratura del Romanticismo, anche Manzoni, fingendo di aver ritrovato un manoscritto, aveva aperto i Promessi sposi con poche pagine non riscritte nell’uso moderno, ma lasciate nella lingua del Seicento. Dopo aver iniziato a trascrivere il testo in quell’italiano antico Manzoni si chiedeva nell’introduzione: «Ma, quando io avrò durata l’eroica fatica di trascriver questa storia da questo dilavato e graffiato autografo, e l’avrò data, come si suol dire, alla luce, si troverà poi chi duri la fatica di leggerla?». Manzoni allora depurò il manoscritto dalle scorie linguistiche antiquate e dalle immagini ormai obsolete per renderlo fruibile ai lettori contemporanei.

La domanda se il manoscritto fosse solo un espediente letterario non è affatto peregrina: nell’epistolario di Manzoni, recentemente pubblicato, compare una lettera indirizzata all’amico Tommaso Grossi in cui il romanziere afferma di aver trovato un testo di due secoli prima e di aver progettato la scrittura di un romanzo.

Così, l’opera del Manzoni, dopo l’omaggio all’anonimo e la celebre overture su “quel ramo del Lago di Como”, si apre con una data ben precisa, quella del 7 novembre 1628, in cui don Abbondio recitando tranquillamente l’ufficio del breviario fa ritorno a casa e si imbatte in due brutti ceffi.

1628: non era solo il tempo della presenza spagnola in Lombardia, della calata dei lanzichenecchi, della grande Peste, ma anche un tempo in cui esistevano ancora forme di stregoneria. E così, tenendo conto del clima culturale del tempo, Roncari ci dà una versione dei Promessi Sposi decisamente più oscura. Renzo e Lucia, che desiderano coronare il loro sogno d’amore, non sono che due ragazzi coinvolti in vicende molto più grandi di loro. E fanno capolino personaggi oscuri come lo stregone Giordano Bruno. Finito, come noto, sul rogo a Roma, a Campo dei Fiori, l’apostata ex domenicano che era stato anche un agente segreto della Regina Elisabetta d’Inghilterra, ha lasciato un misterioso Libro Segreto. Da secoli impegnati in una partita senza esclusione di colpi tra Bene e Male, l’angelo Mumiah e il demone Belial, dopo aver assistito all’esecuzione di Bruno, cominciano una ricerca forsennata del libro, che li conduce fino a Lecco e che si intreccia con la vita di due giovani fidanzati in procinto di coronare il loro sogno d’amore, che diventano pedine nella partita a scacchi tra l’angelo, che cerca in ogni modo di aiutarli, e il demone, che si serve di don Rodrigo e dei suoi bravi per impedirne le nozze.

Beppe Roncari ci consegna una riscrittura audace e innovativa dei Promessi Sposi, documentatissima dal punto di vista storico, tant’è che sembra davvero di leggere un romanzo storico anziché un’opera di narrativa fantastica, con una piacevolissima commistura di generi. Un Dan Brown italiano? Un dissacratore di un mostro sacro della cultura nazionale? Qualcuno dirà, parafrasando proprio Manzoni, che un’opera del genere “non s’ha da fare”. Qualcuno lamenterà l’assenza nella storia della famosa Provvidenza, tanto cara al precursore del cattolicesimo liberale, ma il lato oscuro mostrato da Roncari, la lotta titanica tra il bene e il male, descrivono uno scenario umano certamente inquietante, ma allo stesso tempo estremamente veridico.

Engaged (Volume 1, Il libro di Renzo, pagine 576, euro 17,90 – Volume 2, Il segreto di Lucia, pagine 864, euro 18,90, Sperling & Kupfer) è senz’altro una bilogia avvincente per le peripezie e i colpi di scena, che alla fine non delude il lettore.

Paolo Gulisano

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