L’invenzione del vero, libri antichi e nuovi – Marina Lenti : “I Ribelli dell’Alianco”

Nel corso di quest’anno in cui ricorrono importanti anniversari relativi ai grandi maestri della Narrativa del Fantastico, Tolkien e Lewis, appare in libreria una novità letteraria fantasy di grande pregio di un’autrice italiana, Marina Lenti. Questo genere vede da anni come assolute protagoniste delle donne: Licia Troisi e Silvana De Mari. A mio modesto avviso la prima è stata piuttosto sopravvalutata, mentre la seconda è da qualche tempo oggetto di un atteggiamento discriminatorio da parte degli editori e della critica a motivo delle sue posizioni culturali e religiose non allineate col pensiero mainstream.

Marina Lenti è una saggista e scrittrice italiana specializzata in letteratura fantastica, considerata tra i massimi esperti europei della saga di Harry Potter. Redattrice per anni di alcune Guide del portale Supereva/Dada, fra cui una dedicata a Harry Potter, dal 2004 al 2012 è stata redattrice di FantasyMagazine.

Fra il 2006 e il 2021 ha pubblicato svariati saggi in volume su Harry Potter e J.K. Rowling, esaminando la saga da molteplici angolazioni, e ha ideato e curato alcune antologie saggistiche multiautore sul Fantastico chiamando a raccolta, di volta in volta, altri esperti italiani di letteratura fantastica e di letteratura per ragazzi.

Non è facile il passaggio dalla saggistica alla narrativa, dal ruolo di critica a quello di autrice, ma si potrebbe dire che Marina Lenti ci è riuscita brillantemente con I Ribelli dell’Alianco (Editrice Runa Padova 2023 pag. 475 euro 20). La prima sfida che attende al varco chi scrive di Fantasy è quello dell’originalità. È vero che è un problema generale di tutta la narrativa quello di non dare l’impressione di un “già visto, già letto”, ma questo è quanto mai importante nel Fantasy. A partire dal famoso ciclo di Shannara, spesso molte opere di questo genere hanno rasentato il plagio, o per lo meno l’imitazione un po’ troppo evidente. Nel tentativo di perseguire l’originalità, tuttavia, c’è il rischio di un eccesso di sperimentalismo che spesso ha esiti desolanti.

Marina Lenti invece è riuscita a percorrere i sentieri del Fantasy tradizionale, a partire da una delle figure simbolo da secoli della narrativa dell’immaginario, il drago, senza essere prevedibile. La trama certamente ci evoca il ricordo di vicende analoghe: è una storia di usurpazione e del coraggio con cui ci si ribella all’ingiustizia, e certamente non è cosa del tutto inedita, ma sicuramente in tempi come quelli che viviamo c’è un bisogno quasi disperato di storie di questo tipo, che siano in qualche modo anche il simbolo e l’allegoria di ciò che si vive oggi, nel tempo del dispotismo condiviso.

La storia è quella di una sanguinosa lotta che è in corso in una terra chiamata delle Terre Subordìte. Per quasi 500 anni i suoi abitanti hanno vissuto pacificamente a stretto contatto con gli esseri che le popolavano fin prima della loro venuta: i draghi. Ma il sovrano usurpatore Sonve I, con spietata atrocità, vuole eliminare o requisire le affascinanti creature, utilizzando un duro editto, che ne ha vietato ogni possesso non regolamentato.

Tuttavia, un’organizzazione ribelle, chiamata Alianco, difende coraggiosamente questi magnifici animali, anche se in una lotta impari, dalle grinfie del tiranno. Non solo combatte per la loro libertà, ma addestra anche i propri affiliati a prendersene cura e a proteggerli, custodendoli in un arcipelago segreto.

Uno dei protagonisti della storia, di nome Daìr, ha in cuore il desiderio di unirsi a quel manipolo di coraggiosi, per realizzare il suo sogno d’infanzia e diventare un Dracagardànto, un guardiano di draghi. Deve affrontare, come ogni eroe in formazione, un cammino difficile costellato di prove e sfide

I Ribelli dell’Alianco è un romanzo che sfida le convenzioni e che proietta il lettore in un mondo dove il mito del drago viene rivisitato, rimescolando le carte dell’immaginario. In qualche modo Marina Lenti presenta il drago in un modo più consono alla tradizione di questa figura, che non è solo malvagia, come molto spesso si ritiene. Esistono draghi buoni e draghi malvagi. I bestiari medievali ci parlano del Grifone, che non solo è un drago che combatte per il bene, ma che è anche simbolo del Cristo. L’autrice ci parla dunque della sempiterna lotta tra il bene e il male, e non teme di invitare il lettore ad avere una mente libera e una coscienza retta. È in questo modo che il drago buono potrà prevalere.

Paolo Gulisano

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