Netlflix rilancia Lewis e l’utopia di Narnia che fu messa al bando dalla cultura atea
Le Cronache di Narnia sono l’opera Fantasy in sette libri di Clive Staples Lewis, uno dei più singolari intellettuali dell’Inghilterra del ‘900: professore di Oxford, docente di Lingue e Letteratura inglese presso il Magdalen College di Oxford, uno degli insegnanti più noti e stimati di tutto il corpo accademico, il fiore all’occhíello dell’università, e infine uno dei più celebri convertiti del suo tempo: approdato al Cristianesimo, dopo una lunga militanza atea e scientista grazie al suo grande amico J.R.R. Tolkien, l’autore del Signore degli Anelli, scrisse opere storiche e libri in difesa del Cristianesimo in un mondo che vedeva scivolare inesorabilmente verso l’indifferentismo religioso.
Ora Le Cronache di Narnia verranno rilanciate e riproposte da Netflix. Il gigante dell’entertainment infatti ha annunciato sulla propria pagina fece book che il capolavoro dello scrittore angloirlandese sarà al centro di diversi progetti, cominciando da una serie TV.
È una piacevole sorpresa, considerando l’ostilità che la cultura ufficiale di stampo progressista ha sempre manifestato verso Lewis e le sue opere: un cristiano troppo convinto, troppo apologetico.
Come Tolkien, anche Lewis si dedicò alla Letteratura del Fantastico. Nell’estate del 1948, cominciò a lavorare ad un libro che parlava di quattro fratelli di Londra che attraverso un armadio trovano una porta di ingresso ad un universo parallelo, chiamato Narnia. Quando il libro, che intitolò Il leone, la strega e l’armadio,uscì, fu un successo incredibile, anche piuttosto inaspettato. Un libro che era uscito da un sogno, dai ricordi dell’infanzia e dal suo amore per la Bellezza e per la Verità, divenne l’inizio di un ciclo di sette libri, che al ritmo di uno all’anno andarono a comporre il grande affresco narrativo di Narnia. Al Leone, la strega e l’armadiofece così seguito Il Principe Caspian, pubblicato nel 1951, Il viaggio del veliero (1952),La sedia d’argento(1953), Il cavallo e il ragazzo(1954) che però nell’edizione finale fu collocato al terzo posto. Nel 1955 infatti Lewis diede alle stampe Il nipote del magoche può essere definito con un termine di moda oggi, un prequel, in quanto rappresenta il “fondamento mitico” delle storie e si pone, dal punto di vista cronologico, anteriormente allo stesso primo episodio del 1950. Nel 1956 Lewis, con L’ultima battaglia, chiuse la fortunata saga che si era aperta quando la piccola Lucy Pevensie aveva varcato la fatidica soglia dell’armadio.
Le Cronache di Narnia hanno raccontato a generazione di lettori un mondo incantato, popolato di creature mitologiche, di animali parlanti, di maghi e streghe, dove i protagonisti delle fantastiche avventure che vi si svolgono sono un leone dotato di parola e soprattutto di straordinarie virtù, e i quattro bambini, destinati a diventare principi ed eroi, e a salvare la terra dalle minacce del male. Narnia, ovvero la terra creata bella e piena di cose armoniose e ben fatte che il suo signore, il grande leone Aslan, lotta per mantenerla tale, per vederla fiorire, contrastando la malvagia invidia della Strega Bianca che vorrebbe essere la padrona del mondo, che vorrebbe addirittura ergersi a divinità, e che sfoga la sua rabbia distruggendo il bello e il buono e cercando di fare del mondo una terra desolata
Narnia è uscita dalla fantasia creatrice di uno scrittore che non volle solo inventare delle belle storie, ma così come aveva fatto il suo caro amico Tolkiencreò un mondo ricco di dettagli, di particolari, di creature, di luoghi.
Narnia è un’utopia, nel suo senso letterale e non nelle interpretazioni ideologiche di questo termine, ovvero un “luogo che non c’è”, ma che potrebbe esistere, che è lecito sperare possa esistere. In questa prospettiva Lewis ha nuovamente dato vigore ed espressione ad un antico sogno umano, ad una nostalgia profonda, quasi inconsapevole, di Eden, di Paradiso Terrestre.
Paolo Gulisano
La Verità -17/10/2018