L’algoritmo progetta la campagna vaccinale perpetua

Nei giorni scorsi il Direttore Generale dell’OMS lo ha dichiarato con fermezza: altre ondate di Covid verranno. La domanda da porsi non è “se”, ma “quando”. In attesa dell’arrivo di pandemie di nuovi virus a cui prepararsi secondo le direttive di Bill Gates con organismi di polizia sanitaria internazionale, di cui la NBQ ha già parlato,  la minaccia del Covid si ritiene che possa sempre servire.

In fondo ha funzionato bene, per tre anni, e quindi virus che vince non si cambia. Pertanto ci si deve preparare a nuove “ondate”, anche in questo caso un’immagine che ha avuto una certa presa a livello psicologico. E come prepararsi a questi nuovi assalti del nemico biologico per eccellenza, che deve sempre intendersi come pericolosissimo e mortale? Le istituzioni sanitarie ribadiscono ancora una volta che c’è un’unica  soluzione: il vaccino.

L’Ecdc, l’Ente Europeo per il controllo delle malattie, ha pubblicato le raccomandazioni sulle prossime vaccinazioni in previsione di una possibile nuova ondata di Covid in concomitanza con la stagione influenzale autunnale. Sebbene finora non sia emerso un chiaro modello stagionale della circolazione del virus, i dati – dicono dall’ECDC – mostrano che l’impatto della malattia è stato molto più elevato durante il periodo autunno-inverno, corrispondente alla tradizionale stagione influenzale. 
Sempre secondo l’ECDC, con ogni nuova ondata di infezione da COVID-19, le persone nelle fasce di età più anziane hanno «maggiori probabilità di essere ricoverate in ospedale e i dati suggeriscono una trasmissione persistente di SARS-CoV-2 nei Paesi UE/SEE e quindi un rischio continuo di malattia graveper i gruppi vulnerabili». 

Se ciò fosse vero, vorrebbe dire che le quattro o cinque dosi di vaccino già fatte dai soggetti anziani non danno un’immunità protettiva, e per ragioni abbastanza misteriose, tali persone avrebbero addirittura un maggio rischio di finire in ospedale con forme gravi. E ciò a dispetto dell’evidenza epidemiologica e clinica di varianti del virus sempre meno aggressive, e a dispetto delle possibilità terapeutiche ormai ampiamente riconosciute. Quindi una persona anziana o fragile, plurivaccinata, con la possibilità di essere curata anche precocemente, deve continuare a vivere nel timore di ammalarsi di Covid, in forma grave, e aspettarsi di finire in ospedale, in terapia intensiva e aprirsi di fronte il consueto scenario di terrore.

Ma esiste una possibilità di evitare tutto questo: un nuovo richiamo vaccinale. L’agenzia europea ha elaborato alcuni modelli matematici che prevedono dei programmi di vaccinazione nell’autunno 2023, con un’elevata diffusione del vaccino rivolto a persone di età pari o superiore a 60 anni che  – dice l’Ecdc – dovrebbe prevenire fino al 32% dei ricoveri correlati a COVID-19 nei Paesi dell’Unione Europea. Negli scorsi mesi si diceva che determinate affermazioni provenivano dalla “Scienza”. Poi di fronte alle evidenze di determinate branche scientifiche che hanno smentito certe affermazioni pretestuosamente dogmatiche, oggi si parla di “algoritmi”.

Se dietro ad una affermazione c’è un modello matematico, si ritiene che abbia prerogative di infallibilità. Il termine matematico algoritmo è divenuto ampiamente abusato, utilizzato a sproposito, ma la parola (di origine araba) ha qualcosa di magico, ed è divenuto sinonimo di verità categorica. In realtà l’algoritmo è una procedura, e la sua esattezza dipende dalla correttezza dei dati che si inseriscono, come in una equazione. Perfino Burioni e soci hanno detto che se i dati che gli erano stati forniti erano inesatti alla fine questo produceva le loro dichiarazioni poi rivelatesi fallaci. Nel condurre la modellazione matematica, gli esperti dell’ECDC affermano di aver preso in considerazione le conoscenze raccolte su una serie di fattori, tra cui la diminuzione dell’efficacia del vaccino (sic) i gruppi di età interessati dalla più recente campagna di richiamo del vaccino autunno/inverno 2022/23 e la situazione epidemiologica del 2022.

Le raccomandazioni dell’Ecdc sono dunque le seguenti: i Paesi dovrebbero pianificare un’introduzione continua dei vaccini COVID-19, in particolare durante la stagione autunno/inverno, e tener conto delle seguenti considerazioni: gli sforzi di vaccinazione dovrebbero concentrarsi sulla protezione delle persone di età superiore ai 60 anni e di altri individui vulnerabili indipendentemente dall’età (come quelli con comorbilità sottostanti e gli immunocompromessi) durante le stagioni autunno/inverno 2023; per massimizzare la protezione individuale, dovrebbe essere presa in considerazione anche l’offerta della vaccinazione COVID-19 durante la primavera del 2023 alle persone di età superiore agli 80 anni e ad altri adulti vulnerabili, indipendentemente dall’età. Ciò potrebbe anche avere un effetto sostanziale a livello di popolazione, se si prevede che l’assorbimento sarà elevato; per le campagne di vaccinazione autunno/inverno, i Paesi dovrebbero prendere in considerazione campagne di vaccinazione combinate contro COVID-19 e influenza, poiché questo approccio potrebbe essere più efficiente in termini di amministrazione, logistica e costi.

Le considerazioni di cui sopra sono coerenti con i recenti punti salienti presentati dallo Strategic Advisory Group of Experts on Immunization (SAGE) dell’OMS, che ha definito i gruppi ad alta, media e bassa priorità per la continuazione della vaccinazione contro il COVID-19 rispetto all’attuale scenario epidemiologico. E si chiude con una forte raccomandazione di tipo comunicativo: le future campagne di vaccinazione dovranno prendere in considerazione lo sviluppo di una comunicazione mirata, concentrando gli sforzi sul raggiungimento di gruppi ad alta priorità attraverso canali e messaggeri affidabili e fornendo informazioni chiare su quali gruppi si raccomanda la vaccinazione, il tipo di vaccini disponibili e i tempi.

I lettori ricorderanno che agli inizi del 2021 con l’introduzione dei vaccini si diceva che era il modo – l’unico – per uscire dalla pandemia. Sarebbero bastate due dosi, quelle della schedulazione che le aziende avevano ottenuto come autorizzazione. Ormai invece sta diventando una storia infinita.

Paolo Gulisano

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