L’invenzione del vero, libri antichi e nuovi – Lorenzo Castellani: “Eminenze grigie”

“Davanti a ogni camera del potere diretto si forma un’anticamera di influssi e poteri indiretti, un accesso all’orecchio del potente, un corridoio verso la sua anima. Non c’è potere umano che non abbia questa anima e questo corridoio”. Le parole del grande giurista e politologo tedesco Carl Schmitt danno il là a Eminenze grigie. Uomini all’ombra del potere (Liberilibri, pag. 168, 16 euro), intrigante e orinale libro scritto da Lorenzo Castellani, docente di Storia delle Istituzioni Politiche alla LUISS di Roma.

L’autore non si è cimentato in un semplice saggio, ma ha adottato la formula del ritratto storico, fedele ai fatti della documentazione storica, ma narrativo nello stile. Ne esce una galleria di personaggi da percorrere con crescente stupore. Vi è descritta l’aristocrazia del potere delle eminenze grigie, questi uomini spesso sconosciuti, sullo sfondo dei grandi avvenimenti storici, in cui tuttavia hanno giocato un ruolo spesso decisivo.

Eminenze grigie è un termine usato piuttosto comunemente per descrivere questi personaggi discreti e potenti, ma il significato del termine si è perso nel tempo. Ce lo ricorda l’autore con il personaggio che apre la galleria, Frate Giuseppe, al secolo Francois Leclerc du Tremblay, frate segretario e consigliere del cardinale Richelieu, prima eminenza grigia della storia. Richelieu era un cardinale, da cui il titolo “eminenza”, ma il grigio era il colore del saio del frate che gli faceva da consigliere, quasi da suggeritore. Una figura che agiva lontano dagli sfarzi dei palazzi e delle corti, ma che esercitava il suo potere sull’anticamera, come la definisce Schmitt. E a partire da questo umile ma determinante protagonista, sempre un passo indietro rispetto alle scene del potere, nasce questo tipo umano che ritroveremo più volte nel corso della storia.

La galleria che ci viene proposta è ricca e interessante, e riserva molte sorprese. Se i nomi di Alfredo Beneduce, il tecnocrate di Mussolini, o di Martin Bormann, l’eminenza bruna di Hitler, sono piuttosto noti agli appassionati di storia, il lettore si imbatterà in militi ignoti del potere, in esponenti  di quella classe burocratico-manageriale che, in virtù delle competenze tecniche e dei titoli di cui dispone, col passare del tempo e nei nostri giorni in maniera sempre più preponderante rappresenta l’ossatura di ingranaggi che lavorano in un mondo complesso, difficilmente circoscrivibile nelle logiche a breve termine della politica elettiva.

Incontriamo in tal modo l’americano Mark Hanna, il capostipite degli spin doctor, al servizio di esponenti del Partito Repubblicano, fino a portare alla Casa Bianca uno di loro, William McKinley. E che dire di Frederick Lindemann, uno scienziato al servizio di Sua Maestà Britannica, nella persona di Winston Churchill. Infine, anche Vladimir Putin, che spesso viene raffigurato come un uomo solo al comando, ha una propria eminenza grigia: Vlasislav Surkov, forse il meno modesto delle figure descritte da Castellani. Surkov, che è un personaggio meritevole di un romanzo a sé, dalle origini misteriose (Surkov è un nome falso), “l’uomo che sa indossare molte maschere” come scrisse un anonimo dispaccio diplomatico statunitense, ha rivestito molti incarichi formali e informali per Putin senza cercare di mascherarsi troppo, ultima evoluzione forse della specie delle eminenze grigie.

Il libro è prezioso per comprendere come, nell’epoca della “democrazia del pubblico”, la politica, poggiante su una tecnostruttura che si cerca invano di mascherare, si traduce in teatralità, intrattenimento, suggestione. Al punto da sollevare il sospetto che le decisioni fondamentali vengano partorite in altre sedi, o comunque suggerite da figure che conoscono la macchina dello Stato da molto più tempo del politico di passaggio. Se tale immagine può sembrare drastica, vi sono senz’altro diverse dinamiche che rendono attuali queste riflessioni.

Il libro di Castellani evidenzia l’intreccio fondamentale che vi è tra politica e tecnica, visibile e invisibile. Consiglieri economici, giuridici, strategici, figure che rappresentano l’evolversi delle biografie narrate da Castellani. Per non parlare, poi, dell’articolato mondo di incarichi cumulati, porte girevoli, organi influenti, ove si mescolano tutte queste figure ibride.

Il racconto di alcuni volti, aneddoti e fatti del passato vanno a spiegare molte cose, molte pagine oscure della storia, e ci confermano quanto diceva Shakespeare nell’Amleto: “Ci sono più cose in Cielo e in terra, Orazio, di quante ne sogni la tua filosofia”. La realtà è molto più complessa di quanto non appaia, e a maggior ragione il mondo degli ingranaggi del potere.

Paolo Gulisano

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