Domani arriva in Italia su Rai 1 la serie televisiva Le indagini di Sister Boniface, prodotta dal 2022 dalla BBC e BritBox con il titolo originale di Sister Boniface’s Mysteries. Nell’Inghilterra degli anni Sessanta, la protagonista che dà il titolo alla serie è sorella Boniface, una suora cattolica del convento di St. Vincent situato nell’immaginaria città di Great Slaughter, collocata nelle Midlands, nel cuore della vecchia Inghilterra rurale.
La scelta di non tradurre il nome lasciando l’originale inglese può far sorridere, immaginando l’imbarazzo dei produttori in tempi di ipersensibilità sui temi della parità di genere. Boniface infatti significa Bonifacio, e un tempo era normale che nel mondo anglosassone le suore prendessero come nome da religiosa anche nomi maschili, con riferimento a santi particolarmente significativi. In questo caso, san Bonifacio era un monaco benedettino inglese, vissuto tra settimo e ottavo secolo, che fu il principale evangelizzatore della Germania e morì martire per mano dei pagani.
Sister Boniface è una religiosa che oltre a compiere i propri doveri nella vita del convento, tra Ora e Labora (in tal senso si occupa di produrre vino) possiede un dottorato in scienze forensi che le dà le competenze per collaborare con la polizia locale in qualità di consulente della polizia locale.
Molto spesso le fiction con presenza di sacerdoti e suore, lasciano abbastanza a desiderare da un punto di vista dell’ortodossia dottrinale. Il punto più basso venne raggiunto col grottesco Sister Act.
Sister Boniface è ben altro, fortunatamente. Nasce come spin off della serie dei Racconti di Padre Brown, con Mark Williams nella parte del sacerdote detective creato da Chesterton. Suor Boniface infatti compare in uno degli episodi di una serie che già di per sé era apocrifa, essendo ambientata negli anni ’50 (Chesterton era morto nel 1936). Le vicende della suora investigatrice hanno una collocazione ulteriore: siamo negli anni ’60, e questo è di per sé molto significativo. Sono gli anni in cui la Chiesa inglese era ancora molto solida, consapevole della propria tragica e commovente storia di persecuzione.
Un prete cattolico era distinguibile per la sua veste talare, e per il suo colletto definito “romano”. Il pubblico televisivo inglese aveva già avuto modo di esprimere la propria approvazione verso la serie di Padre Brown per quel tipo di Chiesa, per gli aspetti “esteriori” ma anche e soprattutto per quella dottrina, per quella visione chiara dei rapporti col mondo che la caratterizzavano prima della burrasca postconciliare. E’ significativa questa nostalgia per quel mondo, ma soprattutto per quel tipo di Chiesa. Molti spettatori giovani che non la conoscevano, ne sono rimasti affascinati, scoprendo una realtà molto più interessante delle attuali strutture e attività socioecclesiali progressiste.
Così come il pubblico aveva gradito la catholic way of life di Padre Brown e dei personaggi della sua serie, così sta apprezzando il personaggio di questa Sister Boniface che anch’essa indossa la veste del suo ordine, e non un tailleur come si usa adesso, che prega, che crede in Dio, che riconosce la presenza del male nel mondo e collabora per arginarlo.
Questa serie appartiene a una sorta di sottogenere del Giallo, chiamato in inglese Cozy Mystery, ovvero un filone narrativo privo di violenza, di sesso, di aspetti spaventosi. “Cozy”, che letteralmente significa “confortevole”, è anche il rivestimento, quasi sempre fatto a mano, delle teiere. Un prodotto dello sferruzzamento di gentili anziane signore. Il Giallo Cozy è una narrazione che non vuole terrorizzare, ma vuole fare pensare il lettore, rassicurandolo che per quanto il male esista e agisca, non può avere l’ultima parola.
Sister Boniface ci ricorda proprio questo. Lei non è un’assistente sociale: è una donna di fede e un’investigatrice del Mistero, come è indicato per i grandi giallisti cristiani, da monsignor Knox a Chesterton fino ad Agatha Christie, che non a caso si impegnò negli anni seguenti al Concilio perché fosse mantenuta la Messa in Vetus Ordo.
Così vediamo la suora di St. Vincent operare in un mondo segnato dalla caduta, che è una questione di libera scelta: come il mondo è stato corrotto a causa di una tale scelta, così può essere riparato attraverso un buon uso della libertà. Come diceva Chesterton, «un uomo può stare sdraiato immobile e guarire da una malattia. Ma non deve stare sdraiato immobile se vuole guarire dal peccato; al contrario, deve alzarsi e balzare in piedi violentemente. Il “paziente” si trova in un atteggiamento passivo; il “peccatore” in un atteggiamento attivo. Ogni riforma morale deve iniziare con una volontà attiva, non passiva».
Sister Boniface ce lo conferma. Cogliamo l’opportunità rara di vedere qualcosa di buono alla Tv.
Paolo Gulisano
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