
Sfogliando i verbali del Comitato Tecnico Scientifico, emerge un quadro problematico sulla gestione dal punto di vista epidemiologico. Subito dopo lo stato di emergenza, il Cts si limitava a raccomandare l’igiene personale: non si parla di tamponi, di identificazione e isolamento dei casi. La prima richiesta agli ospedali di aumento dei posti letto è del 1° marzo. In compenso ci si è preoccupati di non discriminare i guariti. Capitolo nero, quello dei farmaci: per acquisire i primi procolli terapeutici dell’Aifa si è atteso fino al 27 marzo, pochi giorni prima del picco, raggiunto il quale il Cts cantava vittoria parlando di pandemia sotto controllo.
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