Giornale del Popolo – Quotidiano della Svizzera italiana
Domenica 7 dicembre 2014
Lo scrittore e sacerdote ricordato a cent’anni dalla morte.
Robert Hugh Benson, nato il 18 novembre 1871 e morto il 19 ottobre 1914.
Cento anni fa moriva a Salford, presso Manchester, Robert Hugh Benson, una delle figure più straordinarie dell’Inghilterra di fine ‘800 e di inizio ‘900, un convertito che aveva seguito le orme del cardinale Newman ed era approdato all’antica Fede dei padri che la Britannia un tempo fidelis, un tempo perla della Cristianità Medievale, aveva abbandonato e perseguitato con sistematica ferocia.
Di Benson l’opera più famosa è Il Padrone del mondo, uno dei libri di narrativa distopica, ovvero di “fanta-storia”, più affascinanti mai scritti, nel quale Benson immagina un futuro dominato da un pensiero unico, da una dittatura che si spaccia per umanitaria: uno scenario che anticipò quelli descritti da Gorge Orwell e Aldous Huxley nelle loro opere utopistiche. La differenza è che Benson con grande chiarezza individua le origini di questa ideologia nel pensiero pseudo-illuminato della Massoneria, che era nata proprio in Inghilterra, a Londra, nel 1717.
E proprio nella sua infelice Inghilterra segnata dall’eresia e dal martirio, Benson immagina che giunga la salvezza attraverso l’ultimo Papa, il custode della Tradizione e della Verità rinnegata ormai quasi da tutti.
Benson, figlio di una Inghilterra che aveva ormai reciso i suoi legami con la Chiesa universale da quasi tre secoli, si fa custode della Memoria ma allo stesso tempo protagonista di una rinnovata Missione.
Benson era figlio dell’arcivescovo di Canterbury, massima autorità della chiesa anglicana, e dopo essersi laureato a Cambridge si era avviato anche lui alla carriera ecclesiastica anglicana. Nel 1902 il giovane chierico aveva iniziato a scrivere The Light Invisible, la luce invisibile, una raccolta di racconti dal gusto soprannaturale narrati da un sacerdote. Le sue perplessità spirituali sull’autorità della chiesa anglicana, alimentate dalla lettura di Newman e delle opere di papa Leone XIII, lo condussero ad un cammino di conversione non facile, soprattutto per le reazioni del suo ambiente familiare.
Accolto nella Chiesa cattolica, viene ordinato sacerdote nel 1904 a Roma. Fece poi ritorno a Cambridge, dove la sua vivacità intellettuale e le sue doti di empatia gli permettono di stringere amicizia con persone di ogni genere e di entrare a contatto con gli ambienti di pensiero più disparati. Inizia una intensa attività di predicazione, da un capo all’altro della Gran Bretagna, alternata al lavoro missionario ed alla direzione spirituale.
La sua curiosità intellettuale lo avevano spinto ad indagare nelle pagine più oscure della storia inglese, facendo riemergere la storia tragica e gloriosa del Martirio dei cattolici inglesi sotto Enrico VIII e soprattutto Elisabetta, una figura terribile e inquietante, artefice di una politica lucidamente spietata e allo stesso tempo al centro di una sorta di culto esoterico. Forte della sua robusta fede, padre Robert dedicò molte delle sue attenzioni proprio al mondo dell’occultismo e dell’esoterismo, a partire dagli alchimisti della corte elisabettiana fino all’epoca vittoriana, inebriata di suggestioni spiritistiche.
Benson morì prematuramente e improvvisamente per un attacco cardiaco nell’autunno del 1914, mentre era appena scoppiata quella Prima Guerra Mondiale che avrebbe stravolto il corso della storia. E di storia Benson si era occupato con grande passione: tra le sue opere, oltre a quelle di spiritualità, spiccano il romanzo storico Con quale autorità? Ambientato ai tempi delle persecuzioni anti-cattoliche elisabettiane, e lo straordinario romanzo di fanta-storia già citato Il padrone del mondo.
Nel 1517 Lutero aveva pubblicato le sue celeberrime tesi: la Cristianità si era divisa, e uomini animati da una furente volontà di cambiamento mutarono il volto della storia. La Riforma protestante tuttavia si affermò in Inghilterra non in seguito ad una richiesta dal basso, ma unicamente dall’alto per la volontà di Enrico VIII, già fin troppo benevolmente definito dal pontefice allora regnante Defensor Fidei, difensore della Fede. La questione del divorzio, che rappresentò il casus belli con il Papa, fu in realtà assolutamente pretestuosa. Ciò che l’avido sovrano bramava, e con lui la grande aristocrazia inglese, era mettere le mani sui beni della Chiesa.
Nell’arco di soli cinque anni il re di Inghilterra e con lui l’aristocrazia portarono a termine un tale sanguinoso radicale sovvertimento della propria secolare civiltà, così come l’Europa non aveva mai visto. La distruzione materiale fu accompagnata dalla peggiore persecuzione immaginabile: furono stabilite durissime leggi penali contro i cattolici: la Chiesa doveva scomparire dalla faccia del Paese, e con essa quanti si ostinassero ad aderirvi. Il clima di terrore instaurato, fece sì che fossero di più gli apostati che i martiri. La paura si impadronì anzitutto del clero, più quello secolare che quello dei religiosi, e quindi del popolo. Resistere nell’antica fede significava andare incontro ad arresti, spoliazioni, uccisioni sommarie. La Chiesa della quale Benson sarebbe diventato in seguito uno degli esponenti più prestigiosi, nel corso dell’800 aveva compiuto i primi passi per uscire dalle catacombe nelle quali era stata relegata dalle leggi dell’epoca elisabettiana che l’avevano messa fuori legge. A sua volta l’Inghilterra si stava avviando a diventare la principale potenza mondiale.
Le condizioni della Chiesa cattolica in Inghilterra nel momento in cui Benson vi entrò a far parte erano ancora molto difficili: solo da pochi anni le leggi penali che avevano a lungo vessato i cattolici erano state abrogate, e la Chiesa in Gran Bretagna era un piccolo gregge composto per lo più da immigrati irlandesi che erano andati ad aggiungersi agli irriducibili “recusants” che non avevano mai tradito la Fede dei padri. Ad essi si aggiunsero poi i tanti convertiti, grazie a quella “nuova primavera” avviata da John Henry Newman. Così la Britannia vide rinascere la Fede, grazie anche a quella straordinaria fioritura di talenti letterari messi al servizio della Verità, che dopo Benson videro altri coraggiosi come G.K. Chesterton, Hilaire Belloc, J.R.R. Tolkien, testimoniare con la penna la Bellezza e la Verità.
Paolo Gulisano
* Paolo Gulisano ha curato la prefazione del volume biografico di Luca Fumagalli
“Roberto Hugh Benson – Sacerdote, scrittore, apologeta”, pubblicato da Fede & Cultura.
http://www.gdp.ch/cultura/letteratura/conversione-e-missione-di-robert-hugh-benson-id52613.html