L’immagine più preoccupante della giornata di ieri, primo giorno senza obbligo di mascherina all’aperto, è stata quella di anziani, adulti, giovani e bambini impauriti ancora mascherati. Evidentemente la propaganda ha funzionato perfettamente. Ora sappiamo cosa c’è dietro le mascherine: paura e conformismo.
28 giugno 2021: un giorno importante. Un giorno che dovrebbe essere quasi di festa: finalmente il Governo ha tolto l’obbligo della mascherina all’aperto, un provvedimento adottato già da diversi giorni da tutti i Paesi europei. Molti italiani, tuttavia, hanno deciso di non usufruire di questa libertà: si stima che circa il 50% della popolazione per ora non intenda separarsi dalla barriera di carta posta su naso e bocca.
Qualcuno ha parlato di un meccanismo psicologico post-traumatico. Una specie di riflesso condizionato, come quello dei famosi cani di Pavlov. Una “interiorizzazione del comportamento”, una sorta di abitudine indotta difficile da perdere. Per molti, soprattutto anziani, si tratta del permanere di uno stato di paura che forse non se ne andrà mai. A forza di bombardamenti mediatici, fatti di immagini di bare e terapie intensive, e dopo le parole d’ordine reiterate ossessivamente per 15 mesi, in primis la terrificante “non esistono cure”, le persone sono convinte di vivere sotto una minaccia continua, in una sorte di nube virale che non si alza.
È vero: i dati dei contagiati, dei ricoverati, dei morti sono confortanti: sono analoghi a quelli dello scorso anno (anche se quest’anno ci sono in più milioni di vaccinati che però non hanno cambiato significativamente le varie curve) ma tutto ciò non ha tranquillizzato affatto la gente. D’altra parte, i virologi televisivi continuano a ripetere che altre ondate torneranno presto, e fin da subito l’ombra delle varianti offusca ogni speranza di un ritorno alla normalità.
Ne avevamo parlato tempo fa: ancora per molto tempo, per anni, continuerà la propaganda della paura. Con conseguenze psicologiche e perfino antropologiche a cui abbiamo cominciato ad assistere da oggi, con una libertà, quella dalla mascherina, rifiutata, non utilizzata.
Forse è subentrata in molti anche la rassegnazione: le misure di allontanamento sociale, restano, e presto – è quello di cui molti sono convinti – torneranno le restrizioni alla vita pubblica. Potrebbero dover rimanere in atto a intermittenza per altro tempo. Nuovi focolai delle più disparate varianti, normali o plus, potrebbero ripresentarsi.
E i vaccini? Non erano loro la soluzione al problema? Si cominciano a diffondere dei dubbi sulla loro reale efficacia. Si comincia a sentire parlare di terza dose, di dosi annuali, continue. Naturalmente, si esclude la possibilità delle cure farmacologiche, e questo ha come conseguenza uno stato di tensione e di paura permanente, uno sconvolgimento della vita di milioni di persone, costrette a vivere con sempre minori libertà.
E così avanti ancora con la mascherina: per strada, all’aperto, in auto. Oltre le regole precedentemente imposte da Cts e Governo, pena sanzioni.
Rimarrà al suo posto sul volto di chi ancora lascerà intravedere gli occhi degli spaventati, di chi guarda con terrore a chi gli passa accanto per strada. Diranno che è prudenza, che è meglio seguire in eccesso le regole e mai in difetto. In realtà non c’è nulla di virtuoso in tali comportamenti, in questa sorta di fondamentalismo biologico, che, come tutti fondamentalismi è irragionevole. Non serve continuare a tenere la mascherina all’aperto con i dati epidemiologici esistenti, con le temperature attuali che rendono praticamente impossibile il permanere nell’aria dei droplets di muco o saliva attraverso i quali si trasmette il virus.
Ciò che da tempo sostengono vari ricercatori – che cioè la mascherina trattiene altri virus e batteri – diventa ulteriormente vero con il caldo, con il sudore, con l’aumento della ventilazione dovuta alla fatica di camminare e muoversi in un ambiente caldo-umido. La possibilità di auto-infettarsi con altri microrganismi che non siano il Covid diventa sempre più concreta.
Infine, una delle immagini più preoccupanti della giornata di oggi, molto più di quella degli anziani impauriti ancora mascherati, è quella dei numerosi bambini e giovani che hanno mantenuto la mascherina. Evidentemente la propaganda ricevuta a scuola, o da molti adulti, ha funzionato perfettamente, e ha trasformato i ragazzi in soldatini obbedienti. Poco importa che la regola sia stata revocata. E così una generazione che ha ricevuto fin dall’infanzia messaggi invitanti a trasgredire, a rifiutare la fede dei padri, le tradizioni, oggi viene trasformata in un esercito di automi più realisti del re, più osservanti di quanto un comitato tecnico possa chiedere.
Ora sappiamo cosa c’è dietro le mascherine: paura e conformismo.
Paolo Gulisano
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