L’O.M.S. segnala alcuni rischi potenziali relativi all’uso della mascherina, come il rischio di autocontaminazione. C’è quindi il rischio concreto che, da presidio di sicurezza, si trasformi in pericoloso veicolo di contagio. Insistentemente imposta a grandi e piccoli ha un valore anche fortemente simbolico: è un oggetto-totemico del Nuovo Ordine Pandemico. E anche un bavaglio, che ci chiude la bocca, per renderci tutti omologati. Una mascherina che ricorda molto una museruola.
Tra i provvedimenti di cui si parla in questi giorni per la Fase 3, quella che prenderà il via a settembre, uno sta facendo molto discutere e sta suscitando forti preoccupazioni tra le famiglie: l’obbligo delle mascherine per i bambini e per tutti gli alunni delle scuole: mascherine che andrebbero portate per diverse ore al giorno. La scelta è sostenuta anche dalla F.I.M.P., la federazione italiana dei medici pediatri. Una presa di posizione che lascia molto perplessi, a fronte di numerosi studi che la sconsigliano o la ritengono controproducente. Studi che evidentemente sono stati ben recepiti dal governo liberale del Belgio, che ha annunciato che dopo una parziale riapertura di alcune classi lo scorso 18 maggio, dal due giugno le materne torneranno a funzionare regolarmente e dall’otto anche le elementari.
Ritenendo basso il rischio per i più piccoli, così come la probabilità di contagio, l’esecutivo federale di Bruxelles ha inviato una circolare a tutte le scuole e ha stabilito che per i bambini non saranno necessarie né maschere né tanto meno alcun tipo di distanziamento sociale. Solo alle elementari viene consigliata la mascherina agli insegnanti nel caso in cui non riescano a rispettare la distanza di sicurezza dai bambini. Mascherine e social distancing vengono invece consigliati tra i membri del personale della scuola e tra questi e i genitori.
La scelta di questo ritorno alla normalità senza pesanti misure di sicurezza è dovuta, ha spiegato l’esecutivo, al fatto che gli esperti del governo “indicano che gli studi e l’esperienza acquisita in diversi Paesi dimostrano che i bambini sono da un lato meno colpiti dal virus e, dall’altro, meno contagiosi”, di conseguenza “la riapertura delle scuole non porterà a una significativa impennata dell’epidemia, a condizione che alcuni protocolli continuino a essere scrupolosamente seguiti”. In più, sottolinea la circolare, “la non scolarizzazione ha un impatto importante sullo sviluppo generale, mentale e sociale dei bambini e delle loro famiglie”.
Quello che viene richiesto è di aerare spesso le classi e far lavare con regolarità le mani ai bambini: le misure di base dell’igiene personale e ambientale. Le scuole dovranno poi avere pronti dei piani di emergenza in caso una scuola diventi un focolaio del contagio, cosa ritenuta però difficile.
Il Belgio, con una popolazione di 11 milioni e mezzo di abitanti, il 10% in più della Lombardia, ha avuto un totale di decessi di circa 9.500. Si tratta dunque di uno dei Paesi europei più colpiti, ma i belgi non hanno dubbi: si deve ripartire e i bambini possono andare a scuola senza mascherina.
In Italia a dare voce alla protesta di molti genitori che temono che ai propri figli debba invece essere imposta la mascherina scolastica ci ha pensato il C.I.A.T.D.M. (Coordinamento internazionale Associazioni per la Tutela dei Diritti dei Minori), che insieme ad Associazioni, Comitati e esponenti del mondo della cultura e della scienza ha scritto al presidente della F.I.M.P. chiedendo di giustificare la posizione della Federazione in merito all’obbligo di mascherina per la popolazione pediatrica, e chiedendo inoltre ai Ministri Speranza e Azzolina che, nelle more, sospendano qualunque imposizione in tal senso.
Perché imporre ai bambini la mascherina? Gli studi epidemiologici attestano che i bambini sono la categoria di soggetti a minor rischio per COVID-19. In Italia i dati ufficiali resi noti dall’Istituto Superiore di Sanità (ed aggiornati al 20 maggio) dicono che su 227.204 casi totali ci sono 1.851 casi di bambini (0-9 anni) pari all’0,8% e 3.312 casi di ragazzi (10-19) pari all’1,5%.
Quanto all’uso di mascherine, la stessa O.M.S. segnala alcuni rischi potenziali relativi al loro uso, come il rischio di autocontaminazione, che può avvenire toccando e riutilizzando mascherine contaminate, potenziali difficoltà respiratorie e falso senso di sicurezza, che induce a una potenziale riduzione dell’osservanza di altre misure preventive.
L’uso corretto delle mascherine inoltre prevede una serie di manovre nell’indossarle e nel rimuoverle che ben difficilmente potrebbero essere perfettamente attuate da dei bambini. Né si può pensare che gli insegnanti debbano costantemente vigilare sul corretto utilizzo delle mascherine ed impedire che i bambini tocchino inavvertitamente la propria o la mascherina di un compagno di banco.
C’è il rischio concreto, quindi, che la mascherina, da presidio di sicurezza, si trasformi in pericoloso veicolo di contagio.
Quando si espira si emettete anidride carbonica, si emette del vapore che bagna la mascherina, con la possibilità che diventi ricettacolo di virus, batteri, funghi, parassiti, lì concentrati a diretto contatto con le vie aeree.
Un recente studio del dottor Alberto Donzelli, specialista in igiene e medicina preventiva, in uno studio pubblicato su Repository di Epidemiologia e Prevenzione, Rivista destinata a medici epidemiologi, evidenzia che “….in soggetti infetti inconsapevoli, in cui l’emissione di virus è massima nei due giorni precedenti i sintomi, la mascherina obbliga a un continuo ricircolo respiratorio dei propri virus, aggiungendo la resistenza all’esalazione, con concreto rischio di spingere in profondità negli alveoli una carica virale elevata, che poteva essere sconfitta dalle difese innate se avesse impattato solo con le vie respiratorie superiori”.
Se uniamo la quasi certa errata gestione della mascherina da parte dei bambini con questi rischi potenziali appare evidente che il bilanciamento rischio-beneficio penda decisamente verso il rischio, piuttosto che il beneficio, nell’imposizione di questi dispositivi alla popolazione pediatrica. E non solo pediatrica: è impressionante vedere molte persone che indossano la mascherina anche quando sono sole, ben a distanza le une dalle altre, in luoghi aperti. La indossano persino quando sono da sole in automobile. Hanno paura di infettare il cruscotto?
La mascherina insistentemente imposta a grandi e piccoli ha un valore anche fortemente simbolico: è un oggetto-totemico del Nuovo Ordine Pandemico. Come ha scritto Aldo Maria Valli, “ Chi la indossa è accettato e può far parte del sistema, chi non la indossa, o la indossa di meno, è il controrivoluzionario, il reazionario, dunque il nemico. La mascherina è diventata il contrassegno del conformismo rivoluzionario. Viene indossata non tanto e non solo per la sua funzione (che resta comunque dubbia), ma in quanto simbolo di appartenenza”.
Si potrebbe aggiungere che la mascherina rappresenta anche un bavaglio, che ci chiude la bocca, un mezzo per nasconderci il volto, per renderci tutti uguali, omologati. Una mascherina che ricorda molto una museruola.
Paolo Gulisano
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