MAGNA CARTA, GLI 800 ANNI DEL DOCUMENTO: L’ANALISI DELL’ESPERTO – Sono passati precisamente 800 anni dalla creazione della Magna Carta, il documento che sanciva la storica concessione di re Giovanni “Senza Terra”, sovrano d’Inghilterra, di alcune libertà e diritti giuridici ai baroni inglesi che lo pressavano per l’eccessiva tassazione e per i soprusi operati dal regno su tutti i corpi intermedi, Chiesa compresa. Intervistato da ilsussidiario.net, Paolo Gulisano esperto e storico della cultura anglosassone, aiuta a comprendere i motivi per cui nei secoli successivi alcuni degli articoli della Magna Charta non furono presi in considerazione, nonostante l’enorme modello normativo che fu questo straordinario documento. «Sia con Enrico VIII che con Elisabetta I gli articoli ad esempio sulla libertà religiosa furono del tutto obliati e questo avvenne per l’unico vero limite grosso della Carta: non essendo una vera costituzione è diventato fin da subito un documento dalla valenza storica incredibile ma rimanendo altamente interpretabile». È certo che la Charta ha assunto e assume tuttora, a 800 anni di distanza, un’importanza normativa che ha fatto giurisprudenza per tutte le successive carte dei diritti, ma nella storia della cultura giuridica anglosassone è rimasta sempre un modello interpretativo più che una vera e propria costituzione, «è una non-costituzione» chiosa Gulisano.
MAGNA CARTA, GLI 800 ANNI DEL DOCUMENTO: IL COMMENTO DELL’ESPERTO – Ricorre oggi l’ottocentesimo anniversario della storica firma del sovrano Giovanni d’Inghilterra della carta delle libertà più celebre al mondo, la Magna Carta, firmata il 15 giugno del 1215 a Runnymede. Con quella carta, il re concesse ai suoi feudatari diretti e alla Chiesa inglese una serie di libertà e diritti mai avuti fin lì, segnando di fatto un precedente che ha poi fatto giurisprudenza per quasi tutte le carte dei diritti nei secoli a venire, fino ai giorni nostri. A ilsussidiario.net parla Paolo Gulisano, scrittore e critico della cultura anglosassone, spiegando il nesso stretto con altre carte costituzionali. «È una sorta di non-costituzione, ma è il punto di riferimento normativo di un paese che ancora oggi è senza costituzione: la Carta ha rappresentato nel corso dei secoli il vero modello di normativa costituzionale inglese, e non solo». Lo scrittore italiano ricorda infatti come questa grande anomalia giuridica risulti a tutti gli effetti il primo esempio nella storia di ordinamento nato da una devoluzione del potere del sovrano ad altri corpi intermedi, i baroni inglesi come anche la Chiesa.
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