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Gulisano: il primo festival sul Distributismo, la teoria economica di Chesterton

Il Distributismo è una progetto economico che si propone in primis l’applicazione dei principi di dottrina sociale della Chiesa cattolica, nato nel ‘900 dai noti pensatori cattolici: Gilbert Keith Chesterton, padre Vincent McNabb e Hilaire Belloc. In occasione del primo Festival Distributista (link al programma) che si terrà a Bergamo il prossimo fine settimana, abbiamo deciso di intervistare uno dei suoi protagonisti: Paolo Gulisano.

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La centralità economico-sociale della famiglia naturale

Il Movimento Distributista Italiano (www.movimentodistributistaitaliano.it) è felice di annunciare il I Festival Distributista, che si terrà presso la sala Galmozzi della Biblioteca Caversazzi, via Torquato Tasso 4, Bergamo, sabato 21 e domenica 22 settembre 2024.

L’obiettivo del Festival è di veicolare alla cittadinanza ed ai partecipanti i contenuti essenziali della visione distributista, elaborata da G.K. Chesterton, H.Belloc ed il Padre domenicano V. McNabb circa un secolo fa ed ispirata alla Dottrina Sociale della Chiesa ed al realismo aristotelico-tomista.

A questo scopo sono stati invitati quattro relatori, che tratteranno ciascuno uno dei quattro punti fondamentali del distributismo: la centralità socio-economica della famiglia naturale (Dr Paolo Gulisano), l’unità tra capitale e lavoro (prof.John Medaille), le gilde o corporazioni di arti e mestieri (don Samuele Cecotti) ed un denaro libero da debito ed interesse (dr Matteo Martinoli).

Tutti questi interventi verranno tenuti sabato 21 settembre mentre domenica 22 avrà luogo in mattinata una messa e un pranzo sociale.

Per ulteriori dettagli vedi locandina allegata.

Dr Matteo Mazzariol

Presidente Movimento Distributista Italiano

Sabato 21 settembre 2024 ore 9.45-10.30 La centralità economico-sociale della famiglia naturale Dott. Paolo Gulisano. medico e saggista, socio del Movimento Distributista Italiano.

“Vi racconto Chesterton”, l’inventore di don Matteo

di Damiano Mattana – www.interris.it

Giornalista, narratore, saggista ma anche filosofo, pensatore e, addirittura, teologo: una straordinaria varietà di talenti convogliati nella monumentale figura di Gilbert Keith Chesterton, l’intellettuale londinese che, sulla base del suo rapporto con la fede cristiana, costruì la sua enorme sfera culturale, capace di sondare l’interiorità del pensiero umano in tutte le sue sfaccettature. La sua è stata una visione profonda, poliedrica, dispensatrice di sempre nuove sorprese e soggetta alle più diverse interpretazioni, forse proprio per la sua capacità di spaziare con sapienza e saggezza attraverso tutte le sfere dell’intelletto, regalando letture approfondite dell’uomo anche attraverso la creazione di personaggi come padre Brown, il prete investigatore “progenitore” del nostrano Don Matteo. È possibile racchiudere in un’opera una tale grandezza spirituale e cognitiva? Raccontare in un volume l’incredibile vastità culturale di una figura che, a cavallo fra l’800 e il ‘900, seppe interpretare al meglio i timori dell’uomo verso la modernità e renderle parte di una sofisticata ricerca della verità cristiana? È quanto abbiamo chiesto a Paolo Gulisano, saggista e autore, assieme a don Daniele De Rosa, del libro “Chesterton – La sostanza della fede”.

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CHESTERTON/ Quella “Profezia” sui banchieri di Wall Street

www.ilsussidiario.net del 07/02/2013

Chesterton e Belloc Apologia e profeziaGilbert Keith Chesterton, in sigla GKC, non è uno scrittore del secolo passato, ma del futuro prossimo. Nella produzione decisamente abbondante, consona al suo autore, che ci ha lasciato, accanto alle ben note opere narrative, tra le quali spiccano i racconti di Padre Brown, nonché i romanzi, ricchi di immaginazione fantastica, da Il Napoleone di Notting Hill a L’Osteria Volante a L’uomo che fu  Giovedì, troviamo una produzione saggistica assolutamente eccezionale: il suo talento ebbe modo di sfornare opere come Ortodossia o le biografie di santi come Francesco d’Assisi e Tommaso d’Aquino, e altro ancora. Dopo anni di oblio, Chesterton sembra tornato di moda: lo si ripubblica, si offrono (finalmente) al pubblico italiano diversi inediti, e se ne parla in incontri e convegni. Se ne mette in evidenza- e giustamente- lo spirito apologetico del Cristianesimo, ma c’è anche un altro fondamentale aspetto da sottolineare del grande giornalista e scrittore inglese: la sua capacità di leggere profeticamente la realtà. Già negli anni ’30 scriveva e discuteva di eugenetica, ma non solo: vide in anticipo tutti i guasti che avrebbero prodotto i sistemi politici che a vario titolo soffocavano le libertà autentiche, in particolare  giudicando con straordinaria preveggenza i guai di un moderno “stato servile” dove l’uomo è espropriato della sovranità personale, della possibilità di disporre del proprio lavoro, del proprio tempo, persino dei propri talenti.

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