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Non praevalebunt

Fotolia_6130371_XS« Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l’hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli. Ed io ti dico: Tu sei Pietro, e su questa pietra edificherò la mia Chiesa, e le porte degli inferi non prevarranno contro di essa. A te darò le chiavi del Regno dei Cieli, e tutto ciò che legherai sulla terra sarà legato nei cieli, e tutto ciò che scioglierai sulla terra sarà sciolto nei cieli. »   (Matteo 16,17-19)

Torniamo a parlare della Chiesa, in questo giorno fatidico in cui ha inizio la Sede Vacante. Parliamone a partire dal Vangelo sopracitato, e non più dalla letteratura. Tale infatti è quanto proviene dalle “profezie di Malachia”, che avevo usato unicamente come spunto di riflessione, (senza prestarvi alcuna fede, si tranquillizzi qualche lettore) di fronte all’abbandono del soglio di Pietro da parte di Benedetto XVI, che apre scenari preoccupanti.

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CONSUMATUM EST

Dove state andando, Padrone?”, gridò Sam, benché avesse finalmente capito quel che stava succedendo”
“Ai Rifugi, Sam”
“E io non posso venire”
“No, Sam. Non ancora (…). Forse verrà la tua ora. Non essere troppo triste (…)
“Ma”, disse Sam, e le lacrime incominciarono a sgorgagli dagli occhi, “credevo che anche voi voleste godervi la Contea, per anni e anni, dopo tutto quello che avete fatto”
“Anch’io lo credevo, un tempo. Ma sono stato ferito troppo profondamente, Sam. Ho tentato di salvare la Contea, ed è stata salvata, ma non per merito mio. Accade sovente così, Sam, quando le cose sono in pericolo: qualcuno deve rinunciare, perderle, affinché altri possano conservarle. Ma tu sei il mio erede: tutto ciò che ebbi e che avrei potuto avere io, lo lascio a te (…) Coraggio, ora cavalca con me”

J.R.R. Tolkien, Il Signore degli Anelli, Bompiani

 

L’ultimo di Malachia

view on Tiber and St Peter Basilica in VaticanIn questi giorni di sgomento seguiti alla rinuncia di Benedetto XVI al Ministero Petrino (e mi piacerebbe che si usasse proprio il termine di rinuncia, non quello impiegatizio di “dimissioni” che è purtroppo più frequentemente adoperato), il pensiero mi è inevitabilmente andato alla Profezia di Malachia, uno scritto del XVI secolo rinvenuto a Venezia e attribuito all’irlandese San Malachia, arcivescovo di Armagh, primate di Irlanda. Le profezie, peraltro abbastanza note, elencano i vari papi destinati a succedersi nel corso dei secoli, arrivando all’attuale, che sarebbe – stando a questa previsione- l’ultimo.

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